La settimana delle obbligazioni: per la Fed solo due tagli

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
La Fed ha tagliato i tassi dello 0,25%, come ampiamente atteso, ma per i mercati quest’ultima riunione non è stata positiva. Questo perché la Banca centrale americana ora si attende solo due tagli dello 0,25% nel 2025, mentre con le proiezioni comunicate nella riunione di settembre i tagli attesi erano addirittura quattro (vedi tabella).
Con questa mossa la Fed ha tagliato in tutto dell’1% i tassi d’interesse, da quando ha iniziato il ciclo di allentamento lo scorso settembre, e quindi ora può essere più cauta nel considerare ulteriori riduzione nel costo del denaro, benché, secondo il governatore Powell, il livello attuale della politica monetaria sia ancora in territorio restrittivo e stia ancora frenando significativamente l'attività economica. Powell ha, però, aggiunto che la Fed è sulla buona strada per continuare a tagliare - sempre le stime, infatti, prevedono altri due tagli nel 2026, benché su un orizzonte temporale così lungo le previsioni tendano ad essere meno significative. Tuttavia, prima di procedere sono necessari maggiori progressi sull'inflazione. E proprio sul carovita la Fed ha rivisto le sue stime: per il 2025 ha alzato le sue previsioni al 2,5% dal 2,1% ipotizzato nelle stime di settembre. Il tutto senza prendere in considerazione le politiche di Trump: la Fed sta cercando di inserire nei calcoli i possibili effetti, ma data l’incertezza su cosa farà il nuovo presidente, le attuali stime non inglobano ancora le nuove politiche.
LE STIME DELLA FED | ||||
2024 | 2025 | 2026 | 2027 | |
Pil | 2,50% | 2,10% | 2,00% | 1,90% |
Stima di settembre | 2,00% | 2,00% | 2,00% | 2,00% |
Disoccupazione | 4,20% | 4,30% | 4,30% | 4,30% |
Stima di settembre | 4,40% | 4,40% | 4,30% | 4,20% |
Inflazione PCE | 2,40% | 2,50% | 2,10% | 2,00% |
Stima di settembre | 2,30% | 2,10% | 2,00% | 2,00% |
Inflazione PCE core | 2,80% | 2,50% | 2,20% | 2,00% |
Stima di settembre | 2,60% | 2,20% | 2,00% | 2,00% |
Tassi | 4,40% | 3,90% | 3,40% | 3,10% |
Stima di settembre | 4,40% | 3,40% | 2,90% | 2,90% |
Per le stime la Fed non usa la media, ma la mediana. |
BCE: I TAGLI SARANNO QUATTRO NEL 2025?
Per quanto riguarda la Bce, ormai le comunicazioni vanno tutte in un unico senso: la volontà e le aspettative dell’Istituto di Francoforte sono di ulteriori tagli dei tassi di interesse nel 2025. La presidente Lagarde ha detto che la direzione è chiara: ci saranno ulteriori tagli perché nel 2025 l'inflazione si avvicinerà al 2% obiettivo – ad essere monitorata sarà soprattutto l’inflazione dei servizi, attualmente la fonte principale di pressione sui prezzi. Anche altri esponenti della Bce hanno confermato la volontà di proseguire nell’allentamento monetario: la stabilità dei prezzi è ormai a portata di mano e quindi graduali riduzioni nei tassi di interesse risultano essere appropriati. Anche tra gli esponenti Bce c'è chi ha affermato che entro il primo semestre del 2025 i tassi saranno a un livello neutrale, un valore cioè per cui la politica monetaria non è né espansiva né restrittiva. Questo livello è stato identificato nel 2% per quanto riguarda i tassi sui depositi e questo significa che sono in previsione altri quattro tagli dei tassi, ognuno dello 0,25%, nel 2025. Se l’inflazione è prevista rallentare, anche i dati sull’economia, come il Pmi di dicembre della zona euro, mostrano sempre difficoltà per il Vecchio Continente e possibili rallentamenti. Se infatti i servizi hanno un po’ recuperato rispetto ai mesi precedenti, la manifattura continua a contrarsi e a pesare sulla dinamica economica della zona euro. Questo è un fattore che permetterà alla Bce di mettere mano ai tassi nel 2025.
CINA: SEMPRE DATI ALTALENANTI
Come ormai capita da diverso tempo, i dati cinesi mostrano alcune situazioni che vanno stabilizzandosi, ma altre ancora in cerca di un equilibrio. A novembre, la produzione industriale mantiene la sua crescita, e lo fa in linea con le attese, così come allineata alle attese è la stabilità del tasso di disoccupazione, ma le vendite al dettaglio hanno deluso le aspettative, con un dato nettamente inferiore a quello di ottobre e a quanto previsto dal mercato. C’è poi il mercato immobiliare, che mostra da un lato una leggera attenuazione del calo dei prezzi delle case (è il terzo mese consecutivo che accade), ma da un altro lato gli investimenti immobiliari subiscono una contrazione leggermente superiore a quella registrata nel resto dell’anno.
NORVEGIA: PER IL TAGLIO CI SI PENSA A MARZO
Come da attese, la Norges Bank ha lasciato i tassi fermi al 4,5%, mentre è stata aperta la porta per un taglio a marzo, ma l’approccio sposato in Norvegia è, come già capita in altri Paesi, di cautela. Niente da fare, invece, per un taglio a gennaio.
Le motivazioni che hanno portato a questa decisione sono quelle consuete: l'economia norvegese sta performando meglio del previsto, il mercato del lavoro è resiliente, l'inflazione si è avvicinata all’obiettivo e le pressioni inflazionistiche sembrano attenuarsi. Per quanto riguarda le previsioni economiche, ci si aspetta una crescita economica dell’1,4% sia per il 2025 sia per il 2026. L’inflazione di fondo è invece prevista al 2,7% per lo stesso periodo, leggermente inferiore rispetto alle stime precedenti.
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Variazioni calcolate tra il 13/12 e il 19/12
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