BTp, spread: come stanno andando le cose?
 
                    Obbligazioni: BTp e spread
 
                    Obbligazioni: BTp e spread
Le giornate sui mercati finanziari sono spesso turbolente, caratterizzate da sedute in guadagno e altre in perdita. Questo andamento riflette il flusso continuo di notizie che ogni giorno influenzano l’umore degli investitori. Numerosi fattori possono determinare l’orientamento dei mercati, sia in senso positivo sia negativo. Se questo è vero per le azioni – spesso citate per descrivere l’andamento quotidiano dei mercati – lo stesso vale anche per le obbligazioni, i cui prezzi subiscono oscillazioni nel corso delle contrattazioni.
Un indicatore frequentemente utilizzato per descrivere l’andamento dei titoli di Stato italiani è lo spread. Tuttavia, essendo un differenziale di tasso – ovvero la differenza tra il rendimento del decennale italiano (BTp) e quello del decennale tedesco (Bund) – il rischio è di perdere di vista il livello assoluto del rendimento dei nostri titoli di Stato. Lo spread può rimanere invariato da un giorno all’altro se, ad esempio, i rendimenti di BTp e Bund si muovono con la stessa ampiezza, sia in rialzo che in ribasso. Tuttavia, nel frattempo, il rendimento del nostro decennale potrebbe essere aumentato o diminuito.
Lo spread è certamente un indicatore utile per comprendere il livello di rischio che i mercati attribuiscono ai nostri titoli di Stato, considerando che il Bund è generalmente percepito come un asset privo di rischio. Tuttavia, nelle scelte di investimento è fondamentale valutare anche il rendimento in termini assoluti, confrontandolo con il rischio, per ottenere una corretta valutazione del rapporto rischio-rendimento. Il rendimento assoluto del BTp, inoltre, ha implicazioni significative anche sulla spesa per interessi che lo Stato deve sostenere.
In un contesto in cui i prezzi oscillano tra rialzi e ribassi, diventa complesso mantenere una visione chiara dell’andamento del mercato. Ma come stanno andando i BTp? Dall’inizio dell’anno, il rendimento del decennale italiano è aumentato di circa lo 0,3%, nonostante la Banca Centrale Europea abbia già effettuato due tagli ai tassi di interesse nel 2025. Questo dato è importante per comprendere che il livello ufficiale dei tassi non è l’unico fattore che incide sull’andamento dei prezzi delle obbligazioni e, di conseguenza, sui loro rendimenti. Infatti, il semplice abbassamento dei tassi ufficiali non è sufficiente per determinare un calo dei rendimenti di mercato.
Le decisioni delle banche centrali sono senza dubbio tra i principali fattori che influenzano i rendimenti obbligazionari. Tuttavia, esistono molte altre variabili che entrano in gioco, come i rischi geopolitici, che incidono sulla percezione del rischio degli emittenti, i timori legati all’inflazione oppure, come accaduto di recente, l’annuncio di volere spendere per la difesa. In questi casi, i mercati tendono a richiedere rendimenti più elevati per compensare il rischio percepito. Questi sono solo alcuni esempi dei molteplici elementi che influenzano l’andamento dei rendimenti obbligazionari.
Nonostante ciò, il taglio dei tassi da parte della Bce ha comunque avuto un impatto sul livello generale dei rendimenti. Senza tali interventi, i rendimenti assoluti sarebbero probabilmente stati più elevati di quelli attuali. In questo contesto, l’aumento dello 0,3% circa dei rendimenti del BTp decennale si è accompagnato a una variazione molto contenuta dello spread, che si è mantenuto in un intervallo ristretto tra i 105 e i 120 punti base. Questo dimostra come, nel primo periodo del 2025, i movimenti di Bund e BTp siano stati paralleli e sottolinea l’importanza di non affidarsi esclusivamente allo spread per comprendere il reale rendimento dei titoli di Stato italiani.
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