Obbligazioni: come evolveranno i tassi?

Obbligazioni e curve dei tassi
Obbligazioni e curve dei tassi
La Bce ha tagliato i tassi per l’ottava volta e a luglio si fermerà. Ciò che farà da settembre a fine anno è oggetto di dibattito: un altro taglio è possibile, ma dal giorno della riunione del 5 giugno ad oggi ci sono state evoluzioni, non positive, come lo scontro Iran – Israele, i cui impatti andranno tutti valutati. C'è poi la questione della portata dei tagli dei tassi Sebbene permettano alla BCE (e ad altre banche centrali) di influenzare i tassi di interesse a breve termine, influenzano meno quelli a lungo termine.
Questo perché, prima di immobilizzare il proprio capitale per periodi lunghi, l'investitore si preoccupa della traiettoria dell'inflazione e cerca innanzitutto un livello di rendimento che gli permetta di compensarla. In questo mercato altamente competitivo, considera anche i rischi incorrenti. Confronta i rendimenti offerti dai diversi emittenti, ma anche la loro traiettoria di indebitamento e la loro capacità di rimborso futura.
Attualmente, l'indebitamento è in forte aumento quasi ovunque. In Europa, negli Stati Uniti o in Asia, i deficit aumentano e le esigenze di capitali sono sempre più importanti. Quando il debito americano – pietra angolare del sistema finanziario mondiale – offre rendimenti relativamente elevati, è l'intero debito mondiale a essere chiamato a seguirlo, altrimenti avrà difficoltà a trovare acquirenti.
Di conseguenza, i tassi obbligazionari a 10 anni della maggior parte dei paesi europei sono attualmente negoziati a livelli superiori a quelli di inizio 2024, quando il tasso di riferimento della BCE era ancora al 4,5%.
Nell'immediato, i vari Paesi si stanno orientando verso una maggiore quota di emissioni di debito a scadenza più breve, il che consente loro di finanziarsi a minor costo. Tuttavia, ciò forza un rifinanziamento ancora più ricorrente del debito e riduce la resilienza del sistema in caso di shock.
Un ritorno delle banche centrali sui mercati del debito non può quindi essere escluso se la traiettoria dei tassi a lungo termine dovesse rimanere orientata al rialzo. In questo gioco, gli Stati Uniti dispongono di vantaggi considerevoli. Innanzitutto, il paese vive da tempo con un credito più caro rispetto all'Europa, e ciò non gli impedisce di mantenere un dinamismo completamente diverso, frutto di una maggiore competitività e flessibilità. In secondo luogo, la decisione di tornare sui mercati del debito spetterebbe semplicemente alla Fed, mentre in Europa ogni prospettiva di ritorno sui mercati da parte della BCE sarebbe oggetto di interminabili negoziazioni politiche.
Attendi, stiamo caricando il contenuto