La settimana delle obbligazioni: dazi sì, dazi no e la Bce che taglia
La settimana delle obbligazioni
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CAOS DAZI NEGLI USA
Ancora una volta, tanto per cambiare si potrebbe aggiungere, i dazi si prendono la scena. Nel giro di poche, infatti, i dazi sono stati prima bloccati, stabilendo che il presidente Trump ha ecceduto i suoi poteri – in altri termini, non poteva mettere i dazi, e poi un’altra Corte americana ha accettato il ricorso, bloccando ogni sospensiva. Il caos regna sovrano e tutto porta a pensare che la battaglia andrà avanti – magari fino alla Corte Suprema. Come finirà? L’esito è incerto, ma in realtà, anche se i dazi voluti da Trump non sono legittimi, lo stesso presidente avrebbe comunque opzioni, legali, per portare avanti la sua politica commerciale. Esistono infatti strumenti legali per colpire settori chiave, come acciaio e auto. In altri termini, le tariffe verranno probabilmente rimodulate, qualora Trump dovesse perdere in tribunale, ma resteranno centrali nella politica economica americana. Tutto questo, però, aumenta l’incertezza – operativamente vedi pagina xx su come comportarti – e potrebbe anche impattare negativamente sui negoziati. Quelli con la Cina vanno già a rilento, per stessa ammissione americana, ed è ovvio che qualunque discorso, che sia con Cina, sia con eurozona… è difficile da imbastire se neppure gli Usa possono sapere cosa potranno effettivamente fare. Problemi che rendono sempre più difficile il lavoro per la Fed, che però può incassare un dato positivo: l’indice core dei prezzi delle spese personali (che esclude energia e cibo), la metrica preferita dalla Fed in fatto di carovita, si attesta al 2,5%, come da attese, ma in calo dal 2,7% del mese precedente. Si tratta del dato più basso degli ultimi 4 anni. Da quanto si evince dai verbali dell’ultima riunione, la Fed prevede di poter effettuare uno o due tagli nei tassi d’interesse in questo 2025. Il dato odierno va nella direzione di rendere sempre più possibile che questo avvenga.
ARRIVA IL TAGLIO DELLA BCE
Il 5 giugno si terrà la riunione della Bce, durante la quale i tassi saranno tagliati dello 0,25%, portando il tasso sui depositi al 2%. Su questo, i mercati sono certi. Dopo tutto, con un’inflazione che secondo le previsioni della stessa Bce va convergendo verso il 2% obiettivo, un altro taglio è possibile. Ma attenzione: se il taglio di questo giugno appare certo, non bisogna aspettarsi una lunga serie di riduzioni nei mesi a venire. Al contrario, è probabile che la presidente Lagarde, nella conferenza stampa post-riunione, sottolinei la necessità di una pausa estiva. Potrebbe ribadire che serviranno più informazioni – e magari maggior chiarezza sulle questioni commerciali, rimanendo così fedele all’approccio “guidato dai dati” e prudente che ha contraddistinto l’operato degli ultimi mesi. Dopo tutto, portando questa settimana i tassi sui depositi al 2%, il costo del denaro di eurolandia si avvicina al livello “neutrale”, quello cioè che non crea né effetti espansivi sull’economia, né restrittivi. È probabile un altro taglio in autunno, che, a meno di rallentamenti eccessivi dell’economia, dovrebbe anche essere l’ultimo (dunque ci si fermerebbe all’1,75% per i tassi sui depositi).
COME SONO ANDATI I PRODOTTI
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