Obbligazioni dell'Egitto?

Obbligazioni Egitto
Obbligazioni Egitto
L’Egitto è da sempre un paese che attira l’attenzione, non solo per la sua storia millenaria, ma anche per la posizione geografica strategica che occupa — crocevia tra Africa, Medio Oriente e Mediterraneo — e per la sua rilevanza economica nella regione. È proprio per questo mix di elementi che spesso ci si interroga se l’Egitto possa rappresentare una destinazione interessante per investire.
UN’ECONOMIA IN RIPRESA, MA CON RISERVE
Dopo un periodo difficile, l’economia egiziana sembra essere entrata in una fase di recupero. La crescita del PIL reale ha accelerato, passando dal 2,4% nel 2023/24 al 4,3% nel secondo trimestre del 2024/25. Le previsioni per il prossimo anno sono positive: 4,3% per tutto il 2024/25 e 4,8% per il 2025/26.
Numeri che, letti da soli, potrebbero sembrare incoraggianti. Ma attenzione: la ripresa egiziana va osservata con prudenza. Il Paese resta alle prese con sfide strutturali complesse — un debito pubblico elevato, un’inflazione ancora alta, e un deficit di bilancio in aumento — che rendono fragile la tenuta macroeconomica nel medio periodo.
CONTI PUBBLICI SOTTO PRESSIONE
Il deficit pubblico, in particolare, merita attenzione. È previsto in aumento fino a 1.245 miliardi di sterline egiziane (EGP), pari al 7,3% del PIL nel 2024/25, rispetto ai 555 miliardi dell’anno precedente (4% del PIL). Il debito pubblico, pur avendo mostrato qualche segnale di miglioramento, resta molto alto: 90,9% del PIL nel 2024, con l’obiettivo ambizioso di ridurlo all’83% entro il 2025/26.
L’inflazione, dopo aver toccato un picco del 38% nel settembre 2023, è calata progressivamente. Tuttavia, a maggio 2025 è tornata a salire al 16,8% (dal 13,9% di aprile), complice un rialzo dei prezzi dei carburanti. La Banca Centrale d’Egitto ha fissato un target del 7% (±2%) per il 2026 e del 5% (±2%) per il 2028, ma la strada per rientrare nei parametri è ancora lunga.
FRAGILITÀ STRUTTURALI E RATING MOLTO BASSI
Tra le criticità strutturali va segnalata anche la forte dipendenza dalle importazioni, in particolare di grano e di energia. Il disavanzo delle partite correnti, già ampio, è previsto in peggioramento nel corso del 2025.
Non sorprende, quindi, che le principali agenzie di rating mantengano una valutazione molto bassa sull’affidabilità creditizia dell’Egitto. I giudizi sono chiari:
Questi rating collocano il debito egiziano nella fascia dei junk bond, cioè titoli ad alto rendimento ma con elevato rischio di insolvenza. E nel caso dell’Egitto, si è persino nei gradini più bassi di questa categoria.
INVESTIRE?
In linea generale, quando si tratta di titoli ad alto rendimento, la nostra posizione è quella di esporsi tramite strumenti diversificati come gli ETF. Questo consente di distribuire il rischio su un ampio numero di emittenti, riducendo l’impatto di eventuali problemi di singoli titoli. Nel caso dell’Egitto, non facciamo eccezione. Nonostante il miglioramento congiunturale, il contesto resta troppo fragile per giustificare un’esposizione diretta su singoli bond sovrani egiziani, anche in un’ottica puramente speculativa. Il profilo rischio/rendimento, oggi, è semplicemente troppo sbilanciato.
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