9% per due anni e poi reverse floater. Ci si può puntare?

Obbligazione 9% + reverse
Obbligazione 9% + reverse
Barclaysbank Mc 09/07/2040 Call Eur (100,09; Isin XS3058004907) riconosce il 9% lordo annuo per le cedole in pagamento il 7 luglio 2026 e 2027, poi 5% meno Euribor 3 mesi per le cedole in pagamento il 7 luglio di ciascun anno a partire dal 7 luglio 2028 fino a scadenza.
Cosa fare? Il consiglio è di non acquistare questa obbligazione, neppure in ottica speculativa. Ecco i motivi.
La lunga scadenza, combinata a tassi variabili dal terzo anno e fino a scadenza, crea un elevata incertezza sul rendimento. Se si cerca una cedola stabile, anche generosa, per un lungo periodo, meglio allora un bond a tasso fisso, con cedola più alta (e prezzo più alto). Vi è la certezza del rendimento a scadenza e del flusso periodico di cedole: per cui, è possibile pianificare e programmare entrate e uscite…
La scadenza è molto lunga e l’opzione di rimborso anticipata è una facoltà dell’emittente: non si può dunque fare affidamento sull’esercizio di questa facoltà per puntare su una scadenza più corta. Inoltre, l’emittente ha l’interesse a richiamare il bond solo se il costo del finanziamento è superiore a quello delle condizioni di mercato via via vigenti: in altri termini, se le cedole da pagare sono basse, il bond continuerà ad essere quotato, con l’investitore che deve aspettare la scadenza incassando cedole basse. Potrebbe ovviamente vendere prima della scadenza, esponendosi al rischio tassi e quindi al rischio di vendere in perdita.
La presenza di due cedole fisse generose rende interessante la possibilità di ottenere un rendimento immediato. Questo introito potrebbe in parte bilanciare eventuali andamenti sfavorevoli dei tassi nei periodi successivi. In sostanza, l’investitore punta sul fatto che, nei rimanenti anni di vita dell’obbligazione, i tassi si mantengano a livelli tali da assicurare cedole in grado di avvicinarsi almeno al rendimento offerto da un titolo a tasso fisso con analoga durata e rischio. Tuttavia, anche se tale obiettivo venisse raggiunto, il vantaggio non sarebbe effettivo, poiché il rischio complessivo resterebbe più elevato a causa della variabilità delle cedole.
Un ulteriore aspetto da considerare è la facoltà dell’emittente di rimborsare l’obbligazione a partire dal secondo anno. Questa opzione potrebbe essere esercitata qualora le cedole da corrispondere risultassero più onerose rispetto al costo di finanziamento reperibile sul mercato. Di conseguenza, ciò che in un primo momento rappresenta un beneficio per l’investitore, potrebbe trasformarsi in un incentivo per l’emittente a richiamare il titolo, riducendo così il potenziale ritorno complessivo. L’unico scenario positivo potrebbe essere quello che il richiamo avviene subito dopo il secondo anno, incassando così il 9% di cedola. Il problema, in quel caso, sarebbe però il rischio reinvestimento: i tassi sul mercato potrebbero essere ad un livello tale da essere costretti a reinvestire a condizioni molto più sfavorevoli.
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