Azioni a voto plurimo

Cosa sono le azioni a voto plurimo?
Le azioni a voto plurimo sono una tipologia di azioni che è stata introdotta in Italia solo a partire dal 2014, superando il classico principio secondo cui a ogni azione corrisponde un voto. A partire da quella data, le società non quotate possono emettere azioni a cui corrisponde, appunto, un voto plurimo, fino a 3 voti per ogni azione. Anche nel caso si quotassero in seguito, queste società possono continuare a mantenere nel proprio capitale le azioni a voto plurimo, e possono emetterne altre in occasione di aumenti di capitale.

A cosa servono le azioni a voto plurimo?
Consentono agli azionisti “di peso” di mantenere il controllo della società anche con un numero di azioni (e quindi un apporto di capitale) più limitato rispetto a quanto sarebbe necessario se tutte le azioni avessero un solo diritto di voto. In pratica, è un modo per avere la maggioranza dei voti anche senza dover necessariamente avere la maggioranza del capitale, ed è quindi una soluzione adottata in particolare quando c’è un gruppo di soci “attivi” nella gestione a cui si affiancano soci “finanziatori” che sono interessati ai risultati economici, ma non sono interessati a intervenire nella gestione. 

Che differenza c’è con le azioni a voto maggiorato?
Le azioni a voto maggiorato, che possono essere emesse dalle società quotate, hanno un meccanismo diverso rispetto alle azioni a voto multiplo. Le azioni a voto maggiorato “nascono” come normali azioni con un solo diritto di voto, ma possono poi attribuire un voto maggiorato (due voti per ogni azione) quando l’azionista le detiene in maniera continuativa per almeno 24 mesi. Un po’ come se fosse una sorta di “premio fedeltà” per i soci più stabili.