Curva dei rendimenti
Che cos’è la curva dei rendimenti?
Quando si parla di mercati finanziari, uno degli strumenti più citati dagli analisti è la curva dei rendimenti, conosciuta anche come yield curve. Comprendere questo concetto è utile per orientarsi nel mondo degli investimenti, soprattutto se si è interessati ai titoli di Stato o ad altri strumenti obbligazionari.
La curva dei rendimenti rappresenta graficamente la relazione tra i rendimenti di un titolo e la sua durata, o scadenza. In altre parole, è un modo per osservare come il mercato valuta il costo del denaro nel tempo. Tipicamente, quando parliamo di yield curve, ci riferiamo ai rendimenti dei titoli di Stato, ma questo concetto si applica anche alle obbligazioni societarie.
Sull’asse orizzontale vengono indicate le diverse scadenze dei titoli, su quella verticale, invece, si trovano i tassi di interesse o i rendimenti richiesti dagli investitori.
Questa rappresentazione è utile perché, a parità di rischio dell’emittente la curva mostra come cambia il rendimento richiesto dagli investitori in funzione della durata del prestito.
Quando si parla di curva dei rendimenti, si fa spesso riferimento alla cosiddetta struttura a termine dei tassi: l’insieme dei rendimenti associati a obbligazioni di pari rischio ma con diverse scadenze.
Come leggere la curva dei rendimenti
La curva dei rendimenti può assumere diverse forme e ciascuna di esse racconta qualcosa sulle condizioni economiche e sulle aspettative degli investitori.
1. Curva normale o inclinata verso l’alto
In una situazione di mercato stabile e in crescita, la curva tende a essere inclinata verso l’alto.
Significa che i rendimenti dei titoli a lungo termine sono più alti rispetto a quelli a breve. Questo accade perché, in generale, più lunga è la durata di un prestito, maggiore è il rischio che l’investitore si assume — ad esempio, il rischio di inflazione o di cambiamenti nei tassi di interesse. Per compensare questi rischi, gli investitori richiedono un rendimento superiore.
Per chi sta pensando di investire in obbligazioni, una curva inclinata verso l’alto è un segnale che il mercato si aspetta una crescita economica e tassi di interesse stabili o in lieve aumento nel tempo.
2. Curva piatta
La curva piatta si verifica quando i rendimenti delle obbligazioni a breve e a lungo termine sono molto simili.
Questa configurazione riflette spesso un periodo di incertezza. Gli investitori richiedono più o meno lo stesso rendimento indipendentemente dalla scadenza, perché il mercato non ha una direzione chiara su cosa aspettarsi da crescita, inflazione e politiche della Banca centrale.
Quando la curva è piatta, molti analisti ritengono che il mercato si aspettano cambiamenti significativi: può essere il preludio a una fase di rallentamento economico o a un ciclo di ribassi dei tassi.
3. Curva invertita o inclinata verso il basso
La situazione opposta si verifica quando la curva è inclinata negativamente, cioè verso il basso. In questo caso, i rendimenti a breve termine sono più alti rispetto a quelli a lungo termine.
Un’inclinazione negativa segnala che il mercato si aspettano un rallentamento economico o addirittura una recessione. Gli investitori preferiscono bloccare i propri capitali in obbligazioni a lungo termine, percepite come più sicure, e accettano rendimenti più bassi pur di avere stabilità.
Allo stesso tempo, i tassi a breve termine possono risultare più elevati se la banca centrale sta aumentando i tassi ufficiali per contenere l’inflazione. Questo disallineamento tra breve e lungo periodo è uno dei segnali più osservati dagli analisti.
Perché la curva dei rendimenti è utile?
La curva dei rendimenti non serve solo agli economisti: anche per chi vuole investire in obbligazioni o semplicemente capire l’orientamento dei mercati, può essere uno strumento prezioso. Vediamo i principali motivi per cui viene considerata così importante:
1. Uno strumento per interpretare il mercato: la curva racconta in tempo reale come gli investitori valutano il rischio futuro. Non predice con certezza ciò che accadrà, ma riflette le aspettative degli investitori sulla crescita economica, l’inflazione e le politiche monetarie. È importante sottolineare che la curva non è una sfera di cristallo: indica le aspettative degli investitori, ma queste possono cambiare rapidamente se le condizioni macroeconomiche si evolvono.
Un esempio pratico: immaginiamo di osservare i rendimenti dei titoli di Stato italiani:
- I titoli a 2 anni offrono un rendimento del 3%.
- I titoli a 10 anni, invece, rendono il 5%.
La curva, in questo caso, è verso l’alto: gli investitori richiedono un premio per immobilizzare i capitali più a lungo.
Se invece i titoli a 2 anni rendessero il 5% e quelli a 10 anni solo il 3%, la curva sarebbe verso il basso: il mercato potrebbe aspettarsi un futuro rallentamento dell’economia o una riduzione dei tassi da parte della banca centrale.
2. Impatto sui portafogli obbligazionari: per chi valuta di investire in obbligazioni, la forma della curva può influenzare le scelte tra titoli a breve o lungo termine.
- Se la curva è verso l’alto, i rendimenti dei titoli a termine sono più alti: chi accetta di immobilizzare il capitale più a lungo viene premiato con interessi maggiori.
- Se la curva è verso il basso, invece, i titoli a lungo termine rendono meno e possono essere preferiti da chi cerca stabilità più che reddito.
- Con una curva piatta, le differenze di rendimento sono minime e le decisioni di investimento possono basarsi su altri fattori, come la liquidità o le condizioni fiscali.
3. Indicazioni per la politica monetaria: anche le banche centrali monitorano la curva dei rendimenti per orientare le proprie decisioni. Ad esempio, se la curva si appiattisce o si inverte, può essere un segnale che la politica monetaria è diventata troppo restrittiva, cioè che i tassi a breve termine sono troppo alti rispetto alle condizioni economiche. Viceversa, una curva molto ripida e inclinata verso l’alto potrebbe indicare che il mercato si aspetta una crescita robusta e un graduale aumento dei tassi ufficiali.