Banca centrale

Che cos’è una Banca centrale 

Una Banca centrale è un’istituzione con il monopolio legale dell’emissione di moneta in un Paese o in un’area valutaria, spesso operando con un certo livello di indipendenza dal potere politico. Le funzioni che deve svolgere sono molte, tra le più importanti ci sono: controllare la quantità di moneta e i tassi di interesse per garantire la stabilità dei prezzi; effettuare prestiti di emergenza a istituti bancari in difficoltà per salvaguardare la liquidità del sistema finanziario; gestire le riserve ufficiali (valute estere, oro), intervenendo sul mercato dei cambi. Oltre a queste, un’altra funzione chiave è quella di sovrintendere e vigilare sul sistema bancario e di pagamento, promuovendo il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.

Queste funzioni sono svolte sia da Banche centrali nazionali (es. Federal Reserve, Bank of England, Bank of Japan), sia da istituzioni sovranazionali come il Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), che include le banche centrali nazionali dei membri dell’Unione Europea che partecipano all’euro. 

Come funziona una Banca centrale? 

Le decisioni sulle politiche monetarie e, in generale, sull’orientamento della Banca centrale sono prese dall'organo decisionale, la cui struttura e denominazione variano da Banca centrale a Banca centrale. 

Ad esempio: la Federal Reserve ha il Board of Governors e il FOMC (Federal Open Market Committee), composto da governatori regionali; la Bank of England, la Bank of Japan e altre hanno strutture simili, con membri nominati o confermati dal Governo, pur mantenendo l’indipendenza. Nell'Eurozona, gli organi decisionali includono le Banche centrali nazionali e l’istituzione centrale (la BCE), nel contesto del SEBC

Le Banche centrali utilizzano una gamma di strumenti per regolare e influenzare l’economia. Tra questi ci sono: 

  • Tassi di interesse: il tasso di riferimento influenza la quantità di moneta e si riflette sui tassi a lungo termine, come quelli su mutui e titoli di Stato. 
  • Operazioni di mercato aperto: comprare o vendere titoli (soprattutto pubblici) per influenzare la liquidità. 
  • Riserva obbligatoria: percentuale di depositi che le banche devono mantenere, incidendo sulla capacità di prestito delle banche commerciali. 
  • Quantitative Easing (QE): acquisto massivo di titoli di stato o corporate bond per aumentare la liquidità, soprattutto quando i tassi sono vicini allo zero. 
  • Prestatore di ultima istanza: prestito d’emergenza a istituti in difficoltà per stabilizzare il sistema. 
  • Gestione delle riserve ufficiali: interventi sul mercato dei cambi per garantire la stabilità, specialmente in economie con valute deboli. 
  • Regolazione e vigilanza bancaria: garantire la solidità delle banche, anche con il ruolo di macro‑prudenziale (che comprende il sistema nel suo complesso non solo il singolo istituto). 
  • Supervisione dei sistemi di pagamento: vigilanza sui sistemi interbancari. 

Perché servono le Banche centrali?

La maggior parte delle Banche centrali ha come obiettivo principale la stabilità dei prezzi a medio-lungo termine, agendo su tassi, moneta e quantità. Il livello obiettivo di inflazione è solitamente attorno al 2%, ma ci sono eccezioni. 

Agendo da prestatore di ultima istanza, le Banche centrali prevengono crisi di liquidità che potrebbero travolgere il sistema economico, come dimostrato durante la crisi del 2008 e la pandemia. In quest’ottica, il loro supporto al sistema finanziario è essenziale. Supervisionano inoltre le banche per limitare il rischio sistemico e garantire il corretto funzionamento dei sistemi di pagamento. 

Attraverso l'acquisto di titoli di Stato, stabilizzano i tassi sul debito sovrano e migliorano le condizioni di finanziamento per i governi, sostenendoli in periodi di crisi. 

Credibilità e indipendenza politica 

L’indipendenza delle Banche centrali è fondamentale per garantire che le politiche monetarie siano guidate da criteri economici e non da interessi elettorali o da esigenze di finanziamento dei Governi. I politici eletti, avendo mandati limitati, possono essere tentati di stimolare artificialmente l’economia prima delle elezioni (es. tassi bassi o moneta facile), con il rischio di creare pressioni inflazionistiche nel medio periodo. 

Un’istituzione indipendente può mantenere la rotta verso la stabilità dei prezzi senza subire tali pressioni. Studi empirici dell’FMI, della Banca dei Regolamenti Internazionali e di vari economisti mostrano che i Paesi con Banche centrali indipendenti ottengono tassi di inflazione più bassi e stabili.

Durante le crisi economiche, come nel 2008 o nella fase post-pandemia, le Banche centrali possono intervenire rapidamente senza attendere l’autorizzazione politica, evitando ritardi potenzialmente dannosi. 

In assenza di autonomia, il Governo potrebbe chiedere alla Banca centrale di finanziarlo indirettamente (stampando moneta per coprire la spesa pubblica). Questa pratica, nota come monetary financing, favorisce l’inflazione e mina la fiducia nelle istituzioni. 

Tassi reali stabili e la percezione di una Banca centrale “neutrale” rafforzano la fiducia degli investitori e stabilizzano la valuta. Al contrario, se la Banca centrale appare manipolabile dal Governo, i mercati reagiscono con maggiore volatilità e richiedendo rendimenti più alti. 

Per proteggere l’indipendenza, le legislazioni prevedono mandati chiari e duraturi con termini fissi per governatori, protezione contro il licenziamento senza giusta causa, autonomia finanziaria e divieto di finanziamento diretto ai Governi. La trasparenza (es. pubblicazione di verbali, relazioni, audizioni parlamentari) serve a garantire legittimità e le scelte.
In sintesi, l’indipendenza (legale, operativa e finanziaria) è un principio essenziale per la stabilità dei prezzi, la fiducia dei mercati e la coerenza delle politiche monetarie. Per gli investitori, si traduce in decisioni prevedibili e minori rischi di shock improvvisi. 

Alcune differenze tra le varie Banche centrali 

Negli Stati Uniti, la Federal Reserve (Fed) ha un dual mandate stabilito dal Congresso: perseguire la stabilità dei prezzi e il massimo livello di occupazione. È organizzata attorno a due pilastri: il Board of Governors (nomine presidenziali confermate dal Senato) e il FOMC (Federal Open Market Committee), che include sette governatori più il presidente della Fed di New York, oltre a quattro dei dodici presidenti regionali (su base rotativa). Il FOMC si riunisce circa otto volte l’anno per definire i tassi e discutere le operazioni di mercato aperto. Pur essendo “indipendente all’interno del Governo”, la Fed deve riferire al Congresso tramite audizioni semestrali. 

Nel Regno Unito, la Bank of England ha ottenuto l’indipendenza operativa nel 1997. L’MPC (Monetary Policy Committee) assume il compito di stabilire i tassi, il QE e gli orientamenti futuri. Il comitato è composto da nove membri (cinque interni e quattro esterni), con l’obiettivo primario di contenere l’inflazione al 2 % e sostenere la crescita economica. L’MPC pubblica verbali e viene sentito dal Parlamento, aumentando trasparenza e responsabilità. 

La Bank of Japan è formalmente indipendente dal Governo, con un bilancio e una gestione interna che non dipendono direttamente dal ministero competente. Il suo Policy Board, di nove membri, stabilisce i tassi e le misure di politica monetaria. L’indipendenza è stata rafforzata con la riforma del 1998, ma il Governo continua spesso a esercitare pressione per stimoli economici, generando tensioni tra esecutivo e istituto monetario. 

Nella Eurozona, la politica monetaria è decisa dal Governing Council della BCE, che comprende i membri dell’Executive Board e i governatori delle banche centrali nazionali dei membri dell’Unione Europea che hanno adottato l’euro. Questo organismo decide tassi e strategie che la BCE implementa attraverso le banche nazionali. La BCE è stata concepita come indipendente per via di un trattato e non risponde direttamente ai Governi nazionali e il principale obiettivo del suo mandato è il mantenimento dell'inflazione nel medio periodo al 2%. 

Le differenze tra le banche centrali si possono riassumere così: 

  • Mandato: la Fed ha un doppio mandato (inflazione + occupazione), mentre molte altre banche (BoE, BoJ, BCE) hanno come focus primario la stabilità dei prezzi. 
  • Composizione: alcune, come la Fed e la BoE, integrano rappresentanti regionali o indipendenti; altre, come la BoJ e la BCE, privilegiano una governance centralizzata e governatori nominati dal Governo o trattati. 
  • Trasparenza: tutte pubblicano verbali e relazioni, ma la frequenza e il livello di dettaglio variano. 
  • Indipendenza legale: la BCE ha l’indipendenza più solida, sancita da trattato; la Fed può essere influenzata politicamente tramite nomine; la BoE può tecnicamente può essere scavalcata in circostanze estreme; la BoJ è influenzata dalla politica del Governo e dalla politica economica generale. 

Queste differenze influenzano la credibilità delle istituzioni monetarie e la loro capacità di raggiungere obiettivi di inflazione e stabilità finanziaria. Una governance forte e trasparente crea fiducia nei mercati, rendendo più prevedibile la traiettoria dei tassi, della curva dei rendimenti e delle politiche monetarie. Al contrario, un contesto dove l’indipendenza viene messa in discussione può generare volatilità e indebolire la fiducia nel comportamento futuro delle Banche centrali. 

Implicazioni sugli investimenti

Le decisioni sui tassi di interesse e sul Quantitative Easing influenzano direttamente i rendimenti di obbligazioni, mutui e strumenti a reddito fisso, con impatti anche sul mercato azionario. Le comunicazioni ufficiali e le aspettative d’inflazione condizionano fortemente i mercati. 

Gli interventi sui cambi influenzano il valore delle valute, elemento essenziale per gli investimenti in valuta estera. Il supporto di una Banca centrale riduce il rischio sistemico, consolida la fiducia nel sistema finanziario e attenua le fasi di panico. 

Le decisioni di politica monetaria hanno effetti a lungo termine: monitorare i mandati, i tassi, gli strumenti e le comunicazioni delle banche centrali è fondamentale per pianificare strategie di portafoglio efficaci.