Libor
Cosa è il Libor?
Il Libor, acronimo di London interbank offered rate, è stato per decenni uno dei più utilizzati tassi di riferimento nei mercati finanziari a livello globale. Il suo ruolo come parametro di base per calcolare i tassi d’interesse di mutui, prestiti e strumenti derivati lo ha reso un punto di riferimento centrale non solo per le banche, ma anche per le imprese e gli investitori.
Negli ultimi anni, tuttavia, il Libor è stato progressivamente sostituito da riferimenti alternativi, a seguito di riforme strutturali e scandali che ne hanno minato la credibilità. Dal 31 dicembre 2021 è stato ufficialmente dismesso per la maggior parte delle valute e delle scadenze, con una proroga fino al 30 giugno 2023 per alcune scadenze in dollari USA. Oggi non è più utilizzato come benchmark regolamentato.
Cos’era e come funzionava
Il Libor era il tasso al quale un gruppo selezionato di banche era disposto a prestarsi denaro a vicenda senza garanzie, su base short term, cioè a breve termine. In pratica, rappresentava il costo del denaro nel mercato interbancario londinese, espresso come media delle condizioni di finanziamento tra le maggiori istituzioni finanziarie.
Nato negli anni ’80, il Libor si è imposto come tasso di riferimento per una vastissima gamma di strumenti finanziari, dai derivati, fino a prestiti e mutui. Era calcolato quotidianamente su diverse valute e per differenti scadenze, da un giorno a dodici mesi.
In origine la gestione del tasso era affidata alla British Bankers’ Association, dando vita al cosiddetto BBA Libor. Successivamente, a seguito delle riforme regolamentari e degli scandali, la responsabilità passò alla ICE Benchmark Administration, che introdusse l’ICE Libor, sotto la supervisione della Financial Conduct Authority (FCA) del Regno Unito.
Perché era così importante?
Il Libor è stato considerato per decenni il “prezzo del denaro” a livello internazionale. La sua importanza derivava da diversi fattori:
- Ampia applicazione nei mercati finanziari: è stato utilizzato come base per determinare i tassi d'interesse di un’enorme quantità di strumenti: contratti derivati, obbligazioni, prodotti strutturati e mutui a tasso variabile. Si stima che nel periodo di massimo utilizzo fosse collegato a prodotti per un valore complessivo di centinaia di trilioni di dollari.
- Rilevanza per più valute: a differenza di altri indicatori, il Libor non era limitato a una singola moneta. Includeva infatti valute fondamentali per l’economia globale: oltre al dollaro USA, la sterlina inglese, il franco svizzero, lo yen e l’euro. Ciò lo rendeva un indice con un respiro davvero internazionale.
- Punto di riferimento per banche e imprese: poiché il Libor rifletteva le condizioni del mercato interbancario, veniva considerato un indicatore della fiducia tra le banche e delle tensioni di liquidità nel sistema. Un suo aumento segnalava costi di finanziamento più elevati e quindi condizioni più difficili per chi cercava liquidità.
- Impatto sugli investitori e sui consumatori: molti strumenti al dettaglio, come mutui e prestiti variabili, erano indicizzati al Libor. Questo significava che le decisioni di famiglie e imprese dipendevano direttamente dall’andamento del tasso.
Per queste ragioni, il Libor è stato a lungo considerato un barometro essenziale per valutare la salute e la direzione dei mercati finanziari globali.
Come veniva determinato
In origine, la British Bankers’ Association raccoglieva ogni giorno le stime fornite da un panel di grandi banche internazionali, chiamate contributing banks. A ciascuna banca veniva chiesto a quale tasso riteneva di poter prendere in prestito fondi non garantiti da altre istituzioni.
Dopo aver raccolto i dati, venivano eliminate le stime più alte e quelle più basse, e la media delle restanti costituiva il Libor del giorno. Questo sistema, noto come BBA Libor, aveva il vantaggio della semplicità ma si basava in larga parte su dichiarazioni soggettive e non su transazioni effettive.
Con il tempo emersero preoccupazioni riguardo alla vulnerabilità del sistema a manipolazioni. Diversi scandali dimostrarono come alcune banche avessero fornito stime distorte per trarre vantaggi nei propri portafogli di derivati.
Per rispondere a queste criticità, la gestione passò all’ICE Benchmark Administration, che introdusse il cosiddetto ICE Libor. L’idea era quella di rafforzare la metodologia, basandola maggiormente su transazioni reali, dati di mercato e procedure più rigorose. L’ICE pubblicava quotidianamente i tassi, supervisionati dalla FCA britannica e dalle autorità di vigilanza.
Tuttavia, dopo la crisi finanziaria del 2008, la liquidità nel mercato interbancario è diminuita drasticamente, rendendo difficile basare il calcolo su reali transazioni. Ciò ha evidenziato i limiti strutturali dell’indice.
La crisi del Libor e i riferimenti alternativi
Nonostante le riforme, il Libor è rimasto oggetto di critiche. Il suo progressivo abbandono è stato il risultato di un processo internazionale coordinato dalle autorità di vigilanza, che hanno promosso il passaggio a tassi più solidi e trasparenti. Tra i principali sostituti:
- SOFR (Secured Overnight Financing Rate) negli Stati Uniti, che ha sostituito l’USD LIBOR;
- SONIA (Sterling Overnight Index Average) per la sterlina britannica;
- SARON (Swiss Average Rate Overnight) per il franco svizzero;
- €STR (Euro Short-Term Rate) per l’euro.
Questi nuovi indicatori sono costruiti su dati effettivi di mercato, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza, robustezza e ridurre i rischi di manipolazione.
Il passo decisivo è arrivato con le decisioni delle autorità: dal 31 dicembre 2021 il Libor è stato definitivamente dismesso per la maggior parte delle valute e delle scadenze. Solo alcune scadenze in dollari USA sono rimaste temporaneamente in vigore, fino al 30 giugno 2023, per facilitare la transizione dei contratti ancora in essere.
Da quella data, il Libor ha cessato di esistere come tasso regolamentato e tutti i mercati finanziari hanno completato il passaggio ai tassi alternativi.