Market maker

Che cos'è un market maker? 

Nel mondo degli investimenti, il termine market maker (in italiano, “creatore di mercato”) indica un soggetto – spesso una banca, un broker o una società finanziaria specializzata – che si impegna a garantire la liquidità di uno strumento finanziario, come un’azione, un’obbligazione o un Etf, offrendo in modo continuativo prezzi di acquisto (bid price) e di vendita (ask price) su un determinato titolo. 

In parole semplici, il market maker è un intermediario che, in ogni momento di negoziazione, si rende disponibile ad acquistare o vendere un determinato strumento finanziario. Il suo obiettivo non è speculare sull’andamento del prezzo, bensì facilitare gli scambi sul mercato, assicurando che ci siano sempre acquirenti e venditori disponibili, anche nei momenti di bassa operatività o di alta volatilità. 

Ruolo e funzione all'interno di un mercato 

Il corretto funzionamento dei mercati finanziari dipende anche dalla liquidità, cioè dalla possibilità di negoziare un titolo – acquistandolo o vendendolo – in tempi rapidi e a condizioni di prezzo vicine a quelle di mercato. Un mercato liquido permette quindi agli investitori di entrare e uscire dalle posizioni con facilità, senza subire variazioni rilevanti nei prezzi dovute alla scarsità di controparti disponibili. I market maker sono fondamentali in questo contesto perché aiutano a mantenere il mercato liquido, stabile ed efficiente. Nel dettaglio, il market maker:

- Quota in modo continuo un prezzo di acquisto (bid) e un prezzo di vendita (ask) per ogni strumento in cui opera. 

- Garantisce un certo volume minimo di negoziazione, cioè è pronto a comprare o vendere un certo numero di titoli. 

- Riduce la differenza tra bid e ask, ovvero il cosiddetto bid ask spread, contribuendo a rendere più trasparente e accessibile il mercato. 

Il bid ask spread rappresenta il guadagno potenziale per il market maker ed è influenzato da fattori come la liquidità del titolo, la volatilità e il numero di operatori attivi su quello specifico mercato. 

In sintesi, il market maker ha un ruolo cruciale all’interno del mercato, dove facilita gli scambi tra investitori, senza necessariamente avere un interesse diretto nella direzione futura dei prezzi. 

Esempio 

Per comprendere meglio il funzionamento di un market maker, immaginiamo una situazione concreta.
Supponiamo che un investitore desideri acquistare 100 azioni di una società quotata. In quel momento, il market maker sta quotando un bid price di 9,95 euro (cioè è disposto ad acquistare il titolo a 9,95 euro) e un prezzo ask di 10,05 euro (cioè è disposto a venderlo a 10,05 euro). Questi due prezzi costituiscono il quoted price, ovvero il prezzo visibile a tutti gli investitori sul mercato.
Se l’investitore decide di acquistare le azioni, pagherà 10,05 euro per ciascuna. Il market maker, che aveva già in portafoglio quelle azioni, le venderà, ottenendo un guadagno lordo di 0,10 euro per azione (differenza tra ask e bid). Allo stesso modo, se un altro investitore volesse vendere le sue azioni, il market maker le comprerebbe a 9,95 euro. 

In questo modo, anche in assenza di una controparte diretta (cioè un altro investitore interessato a vendere o comprare nello stesso istante), l’operazione può avvenire senza ritardi. Il market maker agisce da intermediario immediato, sostenendo così l’efficienza degli scambi. 

L’importanza della liquidità e dei volumi 

Uno degli aspetti centrali dell’attività dei market maker riguarda i volumi di negoziazione. I titoli con high volumes, ovvero caratterizzati da un elevato numero di scambi giornalieri, tendono ad avere spread più contenuti e una maggiore concorrenza tra market maker. Questo si traduce in prezzi più competitivi per gli investitori. 

Al contrario, nei mercati meno liquidi, dove la domanda e l’offerta sono più limitate, lo spread tende ad allargarsi, aumentando il costo implicito per chi vuole comprare o vendere. Anche per questo motivo, la presenza di un market maker è particolarmente rilevante per i titoli meno scambiati o emergenti. 

Domanda e offerta: il principio alla base del pricing 

Il lavoro del market maker si basa fondamentalmente sulle leggi della domanda e dell’offerta. Quando la domanda di un titolo aumenta, il market maker può adattare i prezzi quotati, alzando gradualmente il prezzo di vendita (ask) e il prezzo di acquisto (bid). Viceversa, se prevale l’offerta, i prezzi tenderanno a diminuire. 

Nonostante ciò, l’obiettivo principale del market maker non è prevedere l’andamento dei titoli, ma garantire un continuo bilanciamento tra acquisti e vendite, mantenendo attiva la negoziazione sul titolo stesso.