NASD

Che cos’è il NASD?

L’acronimo NASD sta per National Association of Securities Dealers, ovvero l’associazione nazionale statunitense degli intermediari in valori mobiliari. Per decenni è stata una delle principali autorità di autoregolamentazione del mercato finanziario americano, con il compito di vigilare sulle attività dei broker e garantire la correttezza degli scambi.

Nata nel 1939 in seguito al Maloney Act, il NASD operava come un organismo privato ma dotato di poteri regolamentari riconosciuti dalla Securities and Exchange Commission (SEC), l’autorità federale che sovrintende ai mercati finanziari negli Stati Uniti.

Nonostante il NASD non esista più come entità autonoma – nel 2007 è confluito nella FINRA (Financial Industry Regulatory Authority) – continua a essere spesso citato perché rappresenta una parte importante dell’evoluzione dei mercati moderni.

A cosa serviva il NASD?

Il NASD nasceva con uno scopo chiaro: tutelare l’integrità dei mercati e la correttezza delle operazioni svolte dai broker-dealer, cioè gli intermediari autorizzati a negoziare strumenti finanziari per conto proprio o dei clienti. Le sue funzioni principali erano tre:

- Vigilanza sugli intermediari: il NASD stabiliva regole di condotta e requisiti professionali per i broker, verificava che operassero nel rispetto delle norme e svolgeva controlli periodici per prevenire comportamenti scorretti, come conflitti d’interesse o pratiche di vendita aggressive.

- Regolamentazione degli scambi OTC (over-the-counter): nel secondo dopoguerra, gran parte delle negoziazioni non avveniva nei mercati regolamentati, ma su circuiti OTC. Il NASD aveva il compito di rendere queste operazioni più trasparenti, regolamentate e affidabili.

- Gestione del NASDAQ: nel 1971 creò il NASDAQ, il primo mercato elettronico per la negoziazione delle azioni. Sebbene oggi il NASDAQ sia un’organizzazione separata e quotata in Borsa, la sua origine è strettamente legata al NASD.

Per gli investitori, anche quelli non professionali, l’esistenza del NASD rappresentava un elemento di sicurezza. Non garantiva rendimenti certi, ovviamente, ma contribuiva a creare un contesto più ordinato, riducendo il rischio di comportamenti fraudolenti da parte degli intermediari.

Come funzionava il NASD?

Il NASD operava secondo un modello di autoregolamentazione supervisionata. Ciò significa che elaborava e applicava regole ai propri membri, i broker e i dealer, ma sotto la supervisione diretta della SEC. Questo sistema permetteva una gestione più tecnica e rapida delle norme operative, pur mantenendo un controllo pubblico sul suo operato.

Il suo funzionamento si articolava in diverse attività:

- Stesura e aggiornamento delle regole: definiva requisiti per la registrazione dei broker, standard di formazione, norme sull’informativa ai clienti e criteri per prevenire abusi di mercato. Le regole venivano periodicamente riviste per adattarsi all’evoluzione dei prodotti finanziari.

- Monitoraggio del mercato: attraverso sistemi informatici e controlli sugli intermediari, il NASD analizzava le operazioni effettuate per individuare anomalie, manipolazioni o pratiche scorrette. Se necessario, avviava indagini e sanzionava gli operatori coinvolti.

- Gestione di procedure disciplinari: in caso di violazioni, il NASD poteva comminare multe, sospensioni o espulsioni dal mercato. Le decisioni erano pubbliche e rappresentavano un deterrente per comportamenti irregolari.

- Gestione dei test di qualificazione professionale: era responsabile degli esami che i broker statunitensi devono sostenere per esercitare la professione. Questa funzione oggi è svolta dalla FINRA.

Anche se l’ente è stato assorbito da FINRA, la sua eredità continua a influenzare la struttura dei mercati statunitensi e, indirettamente, le regole che disciplinano molti intermediari attivi anche in Europa.