Pay out (dividend pay out)
Che cos’è il pay out (dividend pay out)?
Il pay out (dividend pay out) è un indicatore che mostra quale parte dell’utile netto di una società viene distribuita agli azionisti sotto forma di dividendi. Rappresenta quindi il legame tra la capacità dell’azienda di generare profitti e la sua politica di remunerazione.
Per un investitore, anche non esperto, si tratta di un parametro utile per comprendere come una società impiega gli utili: se li restituisce agli azionisti, se li reinveste interamente nell’attività oppure se adotta un approccio intermedio.
È importante sottolineare che un livello “giusto” non esiste in senso assoluto: dipende dalla strategia aziendale, dal settore economico, dal ciclo di vita della società e dalle sue prospettive di crescita. Per questo, il dividend pay out è un’informazione da leggere in modo contestuale e con equilibrio.
Come si calcola
Il calcolo del dividend pay out è semplice e si basa su due dati del bilancio:
Dividend pay out = dividendi distribuiti / utile netto
Il risultato è una percentuale che indica quanta parte dei profitti annuali viene destinata ai dividendi.
Ad esempio, se una società ottiene un utile netto di 120 milioni di euro e decide di distribuire 36 milioni in dividendi, il pay out sarà del 30%.
È possibile calcolare la stessa informazione per singola azione facendo il rapporto tra il dividendo per azione (DPS) e l’utile per azione (EPS). Il significato rimane invariato: misura sempre la quota di utile che l’azienda sceglie di distribuire.
Un pay out può risultare temporaneamente alto o basso per ragioni contabili (utili eccezionalmente bassi o alti in un determinato esercizio), quindi è opportuno osservare la sua evoluzione nel tempo.
Come interpretare il risultato
Un pay out contenuto, ad esempio inferiore al 30%, segnala che l’impresa preferisce reinvestire una parte rilevante dei profitti per sostenere lo sviluppo del business.
Questa politica è tipica delle aziende in forte crescita, che necessitano di risorse per finanziare nuovi investimenti, ricerca e sviluppo, espansioni o acquisizioni. Non implica un giudizio positivo o negativo in sé: indica semplicemente una priorità orientata al rafforzamento dell’attività.
Un pay out intermedio, ad esempio tra il 30% e il 60%, è spesso associato a società mature, con una struttura finanziaria stabile e flussi di cassa relativamente prevedibili.
In questo caso, l’azienda bilancia due esigenze: remunerare gli azionisti e trattenere parte degli utili per mantenere competitività ed efficienza. Molte imprese consolidate adottano una politica di questo tipo per comunicare stabilità nel tempo.
Un pay-out molto alto, superiore al 70–80%, suggerisce che l’azienda restituisce agli azionisti la maggior parte degli utili generati.
Questa scelta può essere sostenibile se la società opera in un settore maturo, con esigenze di investimento limitate e buona generazione di cassa. Tuttavia, valori troppo elevati possono non essere duraturi. Significa che vengono distribuiti dividendi superiori agli utili dell’anno, attingendo a riserve o a liquidità disponibile, con il rischio che difficoltà future possano mettere in discussione la continuità dei dividendi.
Il dividend pay out fornisce indicazioni importanti sulla politica aziendale, ma non è un elemento esaustivo. Un investitore può considerarlo insieme alla capacità di generare cassa (cash flow), la stabilità degli utili nel tempo, il debito dell’azienda e la sua sostenibilità, le caratteristiche del settore, la politica dei dividendi degli anni precedenti...
Valutato insieme a questi aspetti, il dividend pay out offre un quadro più completo della solidità e della coerenza della politica di distribuzione dei dividendi.
Settore di attività e dividend pay out
Il valore del dividend pay out non può essere interpretato senza considerare il settore in cui opera l’azienda. Ogni comparto ha caratteristiche specifiche che influenzano in modo diretto la politica dei dividendi.
In genere, le società attive in settori maturi e stabili, come utility, telecomunicazioni o beni di consumo non ciclici, tendono a mostrare un pay out più elevato. In questi comparti la domanda è relativamente prevedibile e la necessità di reinvestire grandi capitali per crescere è limitata; per questo, una quota maggiore degli utili può essere destinata ai dividendi senza compromettere l’equilibrio finanziario.
All’opposto, le aziende che operano in settori innovativi o in rapida evoluzione, spesso presentano pay out ridotti. Questi business richiedono investimenti continui in ricerca, sviluppo e infrastrutture, elementi che rendono più coerente trattenere una parte significativa degli utili per sostenere la crescita. Un pay out basso, in questi casi, non rappresenta un segnale negativo, ma riflette una strategia orientata al reinvestimento.
Ci sono poi settori ciclici, come automotive, costruzioni o materie prime, in cui il pay out può variare sensibilmente nel tempo a causa delle oscillazioni della domanda e dei prezzi. Nei periodi favorevoli può aumentare, mentre nelle fasi di rallentamento può essere ridotto per preservare la liquidità.
Per queste ragioni, il dividend pay out è più significativo se confrontato con quello di aziende dello stesso settore. Confrontare società appartenenti a comparti diversi può portare a interpretazioni poco accurate, perché ogni settore presenta dinamiche e necessità finanziarie specifiche.