Articolo Conti deposito

Certificati vs conti di deposito

Certificati di deposito

Certificati di deposito

Data di pubblicazione 04 giugno 2025
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Certificati di deposito

Certificati di deposito

Scopri qui analogie e differenze.

Quando si cerca un modo sicuro per far fruttare i propri risparmi, spesso ci si imbatte in due strumenti molto simili nel nome, ma con caratteristiche piuttosto diverse: i certificati di deposito e i conti deposito. Entrambi offrono una certa protezione del capitale e un rendimento nel tempo, ma si differenziano per modalità di funzionamento, vincoli e opportunità.

Partiamo dai certificati di deposito, strumenti finanziari emessi dalle banche che permettono di investire una somma di denaro per un periodo prestabilito. La durata può variare, solitamente da pochi mesi fino a diversi anni, e questo consente all’investitore di scegliere la scadenza più adatta alle proprie esigenze. Una delle caratteristiche interessanti dei certificati di deposito è la possibilità di scegliere come incassare gli interessi: c’è infatti l’opzione di riceverli tutti alla fine, in un’unica soluzione, oppure attraverso cedole periodiche, il che rende più semplice gestire eventuali entrate regolari.

Dal punto di vista della sicurezza, i certificati di deposito garantiscono la restituzione del capitale investito alla scadenza, insieme agli interessi maturati. Inoltre, sono tutelati dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che copre fino a 100.000 euro per ogni depositante presso la stessa banca. Anche se si tratta di prodotti generalmente sicuri, alcune banche offrono la possibilità di svincolo anticipato, utile nel caso in cui si abbia bisogno di liquidità prima della scadenza. Tuttavia, questa opzione può comportare la perdita parziale o totale degli interessi maturati fino a quel momento.

A confronto, i conti deposito si presentano come una soluzione più flessibile, a patto di scegliere un prodotto senza vincoli o con la facoltà di svincolo anticipato. In particolare, nei conti deposito non vincolati, è possibile prelevare i propri fondi in qualsiasi momento senza penali. In quelli vincolati, invece, il denaro rimane bloccato per un certo periodo, ma, in questo caso, esistono prodotti su cui la banca può offrire la possibilità di svincolo anticipato, anche se spesso con una riduzione degli interessi.

Un’altra differenza riguarda l’operatività: i conti deposito sono legati a un conto corrente d’appoggio, che serve per gestire versamenti e prelievi, ma che non necessariamente deve essere acceso presso lo stesso istituto di credito, al contrario dei certificati di deposito.

Esistono diverse tipologie di certificati di deposito, ciascuna pensata per rispondere a bisogni specifici. Alcuni offrono un tasso fisso, costante per tutta la durata, con interessi pagati periodicamente. Altri prevedono un premio finale, una sorta di bonus aggiuntivo versato alla scadenza. Esistono poi i certificati “step-up”, in cui il tasso cresce nel tempo, e quelli “One Coupon”, che prevedono un unico pagamento di interessi alla fine. Infine, ci sono i certificati a tasso variabile o indicizzato, il cui rendimento dipende dall’andamento di un parametro di mercato, come ad esempio l’Euribor.

Quanto al rendimento, esso varia in base alla tipologia di certificato, alla durata e alla banca che lo emette. Dal punto di vista fiscale, sugli interessi si applica una ritenuta del 26%, oltre a un’imposta di bollo dello 0,2% sul valore medio annuo del deposito.

Nonostante la buona protezione che offrono, i certificati di deposito presentano anche alcuni rischi. Uno è legato ai tassi di interesse, che condividono con i conti di deposito: se nel tempo i tassi di mercato aumentano, un certificato a tasso fisso può risultare meno vantaggioso. C’è anche un rischio di liquidità, soprattutto per i certificati con durata inferiore ai 18 mesi, che non possono essere rimborsati anticipatamente se non attraverso la vendita a terzi, spesso a un prezzo inferiore. Un altro rischio riguarda la perdita fisica del certificato nel caso sia al portatore, mentre in casi estremi, come il fallimento della banca emittente, il rimborso può essere garantito solo nei limiti previsti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

In conclusione, la scelta tra conto deposito e certificato di deposito dipende dalle proprie priorità: se si punta alla flessibilità e all’accesso rapido ai fondi, il conto deposito è più adatto; se invece si è disposti a vincolare il capitale per un periodo più lungo in cambio di un rendimento più elevato e garantito, i certificati di deposito possono rappresentare una valida alternativa.

Caratteristica Conto deposito Certificato di deposito
Tipologia Conto bancario remunerato Titolo di credito emesso dalla banca
Durata Libera o vincolata (da pochi mesi a qualche anno) Fissa e vincolata (3 mesi - 5 anni, anche fino a 7 anni)
Flessibilità Alta (soprattutto nei conti non vincolati) Bassa (possibile svincolo con penali o non previsto)
Rendimento Generalmente più basso Generalmente più elevato
Pagamento interessi Alla scadenza o periodico Periodico o in unica soluzione (in base al tipo)
Conto di appoggio necessario Sì, per operazioni di versamento/prelievo Dipende dalla banca
Accessibilità del capitale Sempre accessibile nei conti liberi Bloccato fino alla scadenza, salvo svincolo anticipato
Tipologie disponibili Libero / vincolato Fisso, fisso con premio, step-up, one coupon, indicizzato
Tassazione 26% sugli interessi, 0,20% imposta di bollo 26% sugli interessi, 0,20% imposta di bollo
Rischi principali Rischio tasso (in caso di vincolo), basso rischio liquidità Rischio tasso, liquidità, perdita fisica (titolo al portatore)
Tutela Fondo Interbancario (FITD) Fino a 100.000 € per depositante Fino a 100.000 € per depositante