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Conto corrente e conto deposito: che differenze ci sono?

Differenze tra conti deposito e conti correnti

Differenze tra conti deposito e conti correnti

Data di pubblicazione 28 maggio 2024
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Differenze tra conti deposito e conti correnti

Differenze tra conti deposito e conti correnti

Spesso, quando ti parliamo di investire la liquidità, ti parliamo di conti correnti remunerati e conti deposito. Vediamo qui le diversità tra i due strumenti finanziari.

Il periodo di rialzo dei tassi ha ravvivato l’interesse dei risparmiatori per gli strumenti finanziari per investire la liquidità, i cui rendimenti, dopo un lungo periodo, sono saliti, rendendo questi prodotti più redditizi.

Nuovi prodotti, poi, tra cui i conti correnti remunerati, sono stati proposti dalle banche con lo scopo di attrarre nuova clientela: spesso ti abbiamo parlato di nuove offerte, differenziandole per categoria.

Qui facciamo il punto sulle differenze tra i due prodotti.

Conto corrente e conto di deposito nascono con due scopi diversi. Nel primo caso, c’è la gestione delle esigenze quotidiane (quindi pagamenti, accredito di stipendi, pensioni, cedole, dividendi…), nel secondo abbiamo il mero risparmio. Certo, talvolta il conto corrente è usato anche per depositare i risparmi – vedi più avanti – ma il suo scopo principale non è quello.

 

La brutta abitudine di “dimenticare” il denaro sul conto corrente

Spesso ti consigliamo di approfittare delle offerte in corso sui conti correnti remunerati per far fruttare la tua liquidità – ti ricordiamo qui di non superare comunque mai i 100.000 euro a correntista per prodotto. Quando la promozione arriva a scadenza, o, semplicemente, non è più concorrenziale rispetto ad altre sul mercato, il nostro consiglio resta quello di cambiare prodotto, non necessariamente di chiudere il conto corrente, se ti trovi bene e soddisfa le tue esigenze.

Lasciare per inerzia il denaro depositato su un conto che non rende nulla o quasi ti fa perdere guadagni, e questo è vero, a maggior ragione, nel momento in cui il conto corrente che tu usi non offre alcuna remunerazione: lascia lì depositata solo la cifra che ritieni ti possa servire per far fronte ad eventuali emergenze e scegli un altro prodotto per far fruttare il resto.

 

Il numero di operazioni che puoi fare è diretta conseguenza della natura diversa dei due prodotti. Se con il conto corrente puoi, per esempio, fare e ricevere bonifici, domiciliare le bollette, agganciare un dossier titoli e fare investimenti con il servizio di trading, agganciare bancomat e carte di credito, con il conto deposito l’operatività a tua disposizione è limitata e si riassume, in sintesi, nei bonifici in entrata e in uscita (solo in entrata e in uscita, non verso terzi).

Alcuni conti deposito offrono una carta con cui poter prelevare, ma sono una netta minoranza. Il conto deposito, poi, ha sempre necessità di avere un conto corrente di appoggio, da cui partono i bonifici e su cui viene riaccreditato il denaro. Il conto corrente, invece, non necessita di essere associato ad alcun altro strumento finanziario per adempiere alle sue funzioni di base.

C’è poi la questione dell’Iban: se un conto corrente ha sempre un proprio Iban, un conto deposito ne ha uno proprio associato se è un prodotto indipendente dal conto corrente a cui si appoggia. Se, come talvolta accade nel caso di prodotti offerti dalla stessa banca, è un sottoconto di un conto corrente, quindi non un prodotto indipendente, potrebbe non averne uno proprio. In quest’ultimo caso, la chiusura del conto corrente comporta necessariamente anche la chiusura del conto deposito, in caso contrario, basta cambiare l’Iban del conto di riferimento, senza chiudere il conto deposito.

Passiamo all’accessibilità al tuo denaro: se hai un conto corrente riavere il tuo denaro necessita di tempi molto brevi, è praticamente immediato nel caso di un prelievo bancomat o allo sportello, e richiede pochi giorni nel caso in cui ti richieda un trasferimento di somme con un bonifico. Nel caso di un conto deposito libero, la tempistica per riavere il tuo denaro è di norma di pochi giorni, se, invece si tratta di un vincolato, potresti dover aspettare la fine del vincolo, oppure subire una penalizzazione sugli interessi se chiedi, quando possibile, lo svincolo anticipato.

Nel caso del conto deposito, inoltre, non potrai mai “andare in rosso”, al contrario del conto corrente (attenzione perché quetsa opzione costa).

C’è, infine, la questione del bollo di legge: nel caso del conto corrente è pari a 34,2 euro all’anno, applicato in corrispondenza all’invio della rendicontazione – quindi ogni tre, sei, dodici mesi… dipende dalla tua banca – se la giacenza media supera i 5.000 euro. Se è inferiore, quindi, non lo paghi. Nel caso del conto deposito, invece, lo paghi sempre ed è pari allo 0,2% calcolato sulla giacenza. Gli interessi che maturi, invece, sono tassati al 26% in entrambi i casi.

In tabella trovi riassunte le differenze più rilevanti.

 

Conti correnti e deposito: le differenze

 

Conto corrente

Conto deposito

Funzione principale

Gestione necessità quotidiane

Risparmio

Domiciliazione bollette

No

Trading

Sì (l’offerta dipende dalla banca)

No

Carta di credito

No

Bonifici

Sì (in entrata e in uscita, non verso terzi)

Accredito stipendio/pensione

No

Remunerazione

Dipende dalla banca

Bollo

34,2 euro

0,2%

Iban proprio

Dipende

Possibilità di saldo negativo (1)

No

1: con il termine saldo negativo ci riferiamo alla possibilità di “andare in rosso”, ovvero di spendere più denaro di quanto ce ne sia sul conto corrente. In pratica, così ti fai prestare il denaro dalla tua banca. Questa possibilità non viene concessa gratuitamente, ma si paga, spesso a caro prezzo.