La rendita dei fondi pensione: cosa e come scegliere?

Rendite: una non vale l'altra
Rendite: una non vale l'altra
La fase cosiddetta di accumulo in un fondo pensione, quella cioè in cui stai lavorando e periodicamente metti da parte dei soldi nel fondo che hai scelto, è cruciale affinché tu possa costruirti il tesoretto necessario per vivere una vecchiaia serena. Questo significa scegliere il giusto fondo pensione e il giusto comparto di investimento, ma anche gestire al meglio durante la tua vita il tuo risparmio nel fondo pensione, adattando il tuo comparto agli anni che ti mancano alla pensione. Queste sono tutte decisioni necessarie per arrivare a ottenere un capitale quando andrai in pensione. A quel punto sarà il momento di beneficiare dei tuoi investimenti pensionistici e anche in quel caso bisognerà fare delle scelte che sono molto importanti perché in grado di migliorare la tua qualità di vita durante la pensione. Al momento della pensione, infatti, hai diritto a richiedere la prestazione pensionistica al tuo fondo pensione, che solo in un particolare caso, vedi a lato, può essere pari al 100% sotto forma di capitale. In tutti gli altri casi, che sono anche i più frequenti se hai aderito per un buon numero di anni, potrai scegliere fino al 50%, non di più, sotto forma di capitale e la parte restante sotto forma di rendita oppure il 100% sotto forma di rendita. Dato che non esiste un solo tipo di rendita, ma diverse tipologie, è necessario essere in grado di scegliere quella che fa al caso tuo.
QUANDO AVERE IL 100%
Potrai avere tutti i soldi indietro sotto forma di capitale (come con la liquidazione) solo se la rendita derivante dalla conversione del 70% di quanto hai nel fondo è inferiore al 50% dell’assegno sociale (per il 2023 è di 6.542,51 euro). Per cui, riprendendo i dati dell’esempio della tabella, contando che puoi avere 66,1 euro ogni 1.000 di tesoretto (pensione a 67 anni), ecco che se nel fondo ti ritrovi al massimo poco meno di 70.700 euro ti puoi portare a casa tutto quanto in contanti. Occhio: questa soglia è solo indicativa. Dipende dall’età in cui vai in pensione, dal coefficiente di trasformazione che ti verrà applicato in quel momento (cioè quanti euro ti danno ogni 1.000 euro di tesoretto nel fondo) e dall’ammontare dell’assegno sociale. Se, per esempio, vai in pensione a 69 anni, ti saranno dati più di 66 euro ogni 1.000 euro nel fondo, e quindi la soglia sarà inferiore (e viceversa). Inoltre, questo vale oggi, in base alle attese di vita stimabili in questo momento. Tu, però, andrai in pensione in futuro e le aspettative di vita potrebbero essere diverse, così come i coefficienti che saranno applicati e l’importo dell’assegno sociale. Insomma, non basare i tuoi investimenti nel fondo pensione per puntare ad avere il 100% sotto forma di capitale, ma in base a quanto ti serve per integrare la tua futura pensione. Potrebbe infatti succedere che la cifra per avere il 100% sotto forma di capitale non sia poi sufficiente a farti vivere una vecchiaia serena.
Le tipologie di rendita offerte dai fondi pensione – attenzione, non è detto che tutti i fondi offrano tutte quante le scelte di cui ti parleremo - sono in tutto 5. C'è la rendita vitalizia, la rendita vitalizia con l'opzione di reversibilità, la rendita certa a 5, 10 o 15 anni, la rendita contro-assicurata e la rendita con maggiorazione in caso di invalidità o anche detta long term care. Andiamo a vedere come funzionano e quali sono i casi in cui possono fare al caso tuo. Se invece ti interessa sapere di più della cosiddetta RITA, puoi trovare qui tutte le informazioni.
LE RENDITE SPIEGATE UNA PER UNA
Rendita vitalizia. È pagata finché sei in vita: alla tua morte si estingue e non viene più percepita da nessuno. Con questa tipologia l’assegno che ricevi è il più alto possibile tra tutti i tipi di rendita – vedi tabella. A chi è adatta? Per esempio, è un’ottima opzione se non hai eredi o le persone a te care non hanno bisogno di aiuti finanziari o se il tuo obiettivo è quello di massimizzare l’importo dell’assegno che riceverai dal tuo fondo e quindi il tuo reddito durante la pensione.
Rendita vitalizia reversibile. È pagata finché sei in vita e alla tua morte continuerà a essere pagata al beneficiario designato. La reversibilità ha un costo: la rendita che percepisci, anche quando sei in vita, è più bassa rispetto a quella vitalizia. Quanto più bassa? Dipende dall’età del beneficiario: più è giovane, più è bassa la rendita che anche tu riceverai, perché in prospettiva il fondo dovrà sborsare soldi per più tempo. Non solo, anche la percentuale della reversibilità, cioè quanto riceverà il beneficiario, influisce sull’ammontare della rendita – vedi tabella. Questa rendita serve per garantire al beneficiario della reversibilità una somma di denaro finché sarà in vita dopo la tua morte.
Rendita vitalizia contro-assicurata (con restituzione del montante residuale, se esistente). Questa rendita è pagata finché sei in vita. Al momento del decesso, il capitale eventualmente rimasto, cioè la differenza tra quanto avevi accumulato e quanto ti è stato erogato negli anni, va all’erede designato (se non è rimasto nulla, quest’ultimo non avrà nulla). Si potrebbe dire che è una sorta di assicurazione sul fatto che alla tua morte nulla di quanto hai accumulato nel fondo vada “perso”. Puoi sceglierla dunque se questo è il tuo obiettivo principale. È infatti differente al caso della rendita reversibile, che verrà pagata fino alla morte del beneficiario e l’ammontare è certo. Con la rendita contro-assicurata, infatti, non è detto che rimarrà qualcosa all’erede: quindi non è un aiuto economico certo, e anche se c’è, come visto, è di ammontare variabile. Come detto in precedenza, questa rendita è più bassa della vitalizia pure, perché devi pagare l’”assicurazione” di essere sicuro che nulla andrà perso.
Rendita certa per 5, 10… anni e successivamente vitalizia. Garantisce, in caso tu muoia durante il periodo cosiddetto “di certezza” - che sei tu stesso a fissare in 5, 10 o in certi casi anche 15 anni - che la rendita continuerà a essere pagata al beneficiario che tu hai designato. Se al termine del periodo “di certezza” sei ancora in vita, la rendita prosegue in forma vitalizia – con il funzionamento che hai visto in precedenza. È adatta a chi desidera dare una protezione economica agli eredi, in caso di sua morte, ma solo per un periodo determinato di tempo. Per esempio, vai pensione e hai un figlio che ancora non lavora o deve ancora pagare gli studi: con questa opzione sei certo che avrà una copertura assicurata per i prossimi 5, 10… anni qualunque cosa ti succeda. Se invece ti interessa che il beneficiario abbia per sempre un aiuto, è meglio la rendita reversibile.
Rendita Long Term Care (vitalizia con maggiorazione in caso di non autosufficienza). È una rendita vitalizia, per cui ti viene pagata finché sei in vita: alla tua morte si estingue. Se però nel corso della vita non sei più autosufficiente, la tua rendita raddoppierà. Tale rendita è adatta a chi desidera proteggersi dal rischio di non disporre di un reddito adeguato in caso di perdita dell’autosufficienza e non vuole gravare sui propri cari. La puoi prendere in considerazione se nel corso della tua vita non hai già pensato a sottoscrivere una polizza long term care.
QUANTO HAI CON LE RENDITE |
||
Uomo |
Donna |
|
Vitalizia |
66,1 |
57,9 |
Vitalizia reversibile (al 60%) |
53,9 |
55,8 |
Vitalizia reversibile (al 100%) |
48 |
54,4 |
Vitalizia contro-assicurata |
58,1 |
53,8 |
Certa a 5 anni |
65,6 |
57,7 |
Certa a 10 anni |
63,9 |
57 |
Long Term Care |
64,3 |
53,8 |
Le rendite sono quelle previste da Cometa, tasso tecnico del 2,5% per uomo e donna di 67 anni. Reversibilità: uomo su donna di |
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