Tfr e pensione anticipata: come funzionerebbe?

Tfr e pensione anticipata
Tfr e pensione anticipata
L'ipotesi di poter utilizzare il TFR per raggiungere i requisiti di accesso alla pensione anticipata sta suscitando molta attenzione da parte dei lavoratori, come è naturale che sia. Ma, nella pratica, come funzionerebbe l’utilizzo di questa proposta? Cioè, come verrebbe concretamente impiegato il proprio TFR?
Premessa fondamentale: si ragiona su una proposta ancora in fase di definizione, quindi bisognerà vedere se verrà accettato il principio di base, ossia l’uso del TFR per accedere alla pensione anticipata, e successivamente come sarà scritta la norma e dettagliato il suo utilizzo pratico. Quello che possiamo dire è che la proposta prevede di trasformare il TFR in una sorta di rendita mensile che andrebbe ad affiancare la pensione contributiva. In altre parole, esiste la pensione pubblica, erogata mensilmente, che ha un determinato valore. Tra i requisiti per la pensione anticipata, oltre a quelli contributivi e anagrafici, c’è anche quello reddituale: occorre raggiungere almeno tre volte il valore dell’assegno sociale. Oggi ciò significa 1.616 euro mensili.
Se la pensione pubblica è inferiore a tale soglia, in teoria non si avrebbe diritto alla pensione anticipata. Tuttavia, prendendo il TFR e trasformandolo in rendita mensile – analogamente a quanto avviene già con i fondi pensione, che convertono in rendita il montante accumulato – si ottiene un importo aggiuntivo da sommare all’assegno pubblico. Se la somma dei due valori consente di raggiungere i 1.616 euro, allora, rispettando i requisiti anagrafici e contributivi, si potrà andare in pensione.
Di fatto, si applicherebbe al TFR lo stesso principio già introdotto con la manovra 2025 per i fondi pensione: la rendita derivante dal fondo complementare si somma alla pensione pubblica e, se consente di rispettare i requisiti reddituali, dà accesso alla pensione anticipata. Oggi possiamo solo delineare come potrebbe essere utilizzato il TFR per questo scopo: in assenza di dettagli tecnici definitivi, non è possibile fornire avvertenze, consigli pratici o indicazioni precise. Se la legge dovesse ricalcare lo schema descritto, il TFR verrebbe trasformato in una rendita mensile e non sarebbe più possibile riceverlo in un’unica soluzione al momento del pensionamento. Questo comporterebbe la perdita di un aspetto oggi molto apprezzato dai lavoratori, cioè la disponibilità immediata della liquidità, che spesso viene preferita all’investimento in un fondo pensione chiuso, pur a fronte di un tesoretto pensionistico inferiore.
È ancora presto per dire se sarà davvero così e se questa soluzione sarà conveniente o meno. Un altro aspetto da considerare è che, per le aziende sotto una certa dimensione, che già oggi devono versare il TFR all’INPS, la trasformazione in rendita risulterebbe meno onerosa anche per l’Istituto, rispetto al pagamento in un’unica soluzione come avviene ora. È chiaro che, in una situazione del genere — che ricordiamo è al momento del tutto ipotetica, e quindi non consente di giungere a conclusioni definitive — verrebbe meno una delle caratteristiche peculiari del TFR rispetto al fondo pensione: la possibilità di avere tutta la liquidità in un’unica soluzione al momento della pensione. Questo aspetto è molto apprezzato dalle persone. Se, invece, si dovesse rinunciare al TFR liquidato integralmente in un’unica soluzione e si introducesse una forma di rendita pensionistica da TFR, ci si troverebbe nella stessa condizione del fondo pensione: sia la pensione complementare sia quella derivante dal TFR verrebbero erogate sotto forma di rendita. In questo modo, dunque, la peculiarità del TFR cadrebbe. Aderendo però al fondo pensione di categoria, si avrebbero ulteriori vantaggi:
In altri termini, se si pensa di utilizzare il TFR per anticipare l’uscita dal lavoro, conviene destinarlo al fondo pensione di categoria. In questo modo verrebbe meno lo svantaggio della mancata liquidità immediata (che non ci sarebbe comunque con la nuova ipotesi di legge), e resterebbero solo i vantaggi propri del fondo pensione, che il TFR da solo non garantisce.
Naturalmente, torneremo sulla questione in maniera definitiva soltanto quando avremo un testo di legge approvato e definitivo. Fino ad allora, queste restano riflessioni utili per iniziare a ragionare criticamente sulle possibili conseguenze di una riforma di questo tipo.
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