Pensioni: queste due categorie sono più a rischio

pensioni: categorie a rischio
pensioni: categorie a rischio
Quando si parla di pensioni, nessuno è davvero al sicuro. Con questa espressione si intende che le pensioni risultano nettamente più basse rispetto all’ultimo stipendio percepito. Esistono però categorie di persone che sono ancora più esposte al rischio di ritrovarsi con una pensione pubblica molto bassa, compromettendo così il benessere finanziario una volta terminata l’attività lavorativa.
DONNE
Una delle categorie maggiormente a rischio sono le donne, per diversi motivi. Dati alla mano, il percorso lavorativo femminile è mediamente più frammentato rispetto a quello maschile. Le cause sono molteplici: dalla maternità al fatto che, ancora oggi, è spesso il genere femminile a dover rinunciare – anche solo parzialmente e per alcuni anni – al lavoro per la cura dei familiari. Inoltre, il lavoro femminile è più frequentemente inquadrato in forma di part-time. A questo si aggiunge il gender gap salariale: in Italia la differenza retributiva tra uomini e donne è ancora marcata, e il nostro Paese è particolarmente indietro anche rispetto agli altri Stati europei. Tutti questi fattori incidono sull’ammontare dei contributi versati. Poiché i contributi determinano il montante contributivo su cui verrà calcolata la pensione, meno contributi si versano, più basso sarà il montante, e di conseguenza l’importo della pensione pubblica. Le donne, inoltre, sono più esposte degli uomini al cosiddetto “rischio longevità”. Tendono infatti a vivere più a lungo e, a parità di montante contributivo, l’assegno pensionistico risulta inferiore, perché lo Stato deve distribuirlo su un numero maggiore di anni. Questo significa che il rischio di sopravvivere ai propri risparmi è più elevato per le donne. Da qui l’importanza, ancora maggiore rispetto agli uomini, di aderire a un fondo pensione.
GIOVANI
Un’altra categoria a rischio sono i giovani. Essi saranno i più esposti alle dinamiche demografiche del nostro Paese, in particolare all’invecchiamento della popolazione, che porterà a un aumento del numero di pensionati in proporzione ai contribuenti, cioè a chi lavora e versa i contributi. Questo comporta una maggiore probabilità di ritocchi nei criteri di calcolo delle pensioni e di un innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi per accedervi. Inoltre, i giovani di oggi vivono spesso situazioni di precarietà lavorativa: contratti instabili, periodi di disoccupazione, e quindi buchi contributivi che riducono il montante contributivo finale. Un montante più basso, sommato a possibili cambiamenti futuri nel calcolo delle pensioni, porta al rischio concreto di assegni pensionistici ancora più bassi rispetto a quelli degli attuali pensionati. Anche per i giovani, quindi, vale quanto già detto per le donne: un fondo pensione rappresenta uno strumento necessario per proteggersi e garantire un futuro più sicuro.
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