Tfr o fondo pensione: l'"eterno" dilemma

Tfr o fondo pensione?
Tfr o fondo pensione?
Molti preferiscono mantenere il TFR per motivi emotivi, più che razionali. In termini di finanza comportamentale, questo è perfettamente comprensibile: non sempre le persone prendono decisioni esclusivamente razionali. Anzi, proprio perché le emozioni influenzano le scelte, le scienze comportamentali hanno avuto tanto successo e riconoscimenti (anche con premi Nobel). È umano che, di fronte a decisioni importanti, entrino in gioco sentimenti e timori. Tuttavia, ciò non significa che non si debbano considerare anche dati e valutazioni oggettive. Trascurare la componente razionale può infatti portare a scelte meno convenienti.
Negli ultimi tempi, con le novità legate alla pensione anticipata, si è discusso molto della possibilità di utilizzare il TFR per raggiungere i requisiti. Questo ha riacceso il confronto tra TFR e fondo pensione. Diversi articoli hanno mostrato come, sia dal punto di vista teorico che pratico, il fondo pensione risulti generalmente più conveniente. Uno dei motivi principali riguarda la liquidità: chi sceglie il TFR tende a preferirlo perché, al momento della pensione, riceverà l’intera somma in un’unica soluzione, piuttosto che una rendita.
Un’altra ragione che porta a scegliere il TFR è la paura dei mercati finanziari. Infatti, i fondi pensione investono in azioni e obbligazioni, quindi possono subire oscillazioni. Il TFR invece ha una rivalutazione garantita per legge: 1,5% fisso più il 75% dell’inflazione. Tuttavia, la paura di perdere soldi nei fondi pensione è in genere eccessiva rispetto al rischio reale. È vero che, nel breve periodo, possono esserci fasi di perdita: questo è il fenomeno noto come avversione miope alle perdite. Ma il fondo pensione è un investimento di lungo periodo e i dati mostrano che, oltre i 15-20 anni, i mercati azionari e obbligazionari hanno sempre dato un rendimento positivo. Oltre alla prospettiva di rendimento, bisogna considerare i vantaggi fiscali e il versamento aggiuntivo del datore di lavoro, che aumentano significativamente il cosiddetto “tesoretto pensionistico”. Nel lungo periodo, il capitale accumulato nel fondo pensione tende a essere più alto rispetto al TFR lasciato in azienda.
C’è poi un ulteriore aspetto: se il TFR verrà usato come rendita aggiuntiva per accedere alla pensione anticipata, si rinuncerà comunque alla liquidità immediata. In questo scenario, non aver aderito a un fondo pensione potrebbe risultare una scelta meno conveniente, perché non si è beneficiato dei rendimenti superiori e dei vantaggi fiscali. Al contrario, con il fondo pensione, non solo si può avere un assegno pensionistico complessivamente più alto (assegno pubblico + fondo pensione), ma si ha anche maggiore probabilità di soddisfare i requisiti reddituali per la pensione anticipata.
Ogni scelta è ovviamente personale, ma è fondamentale essere consapevoli di tutte le variabili in gioco. Le pensioni pubbliche, in futuro, saranno molto più basse rispetto all’ultimo stipendio percepito: ecco perché è necessario pensare a un’integrazione con forme di risparmio privato.
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