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Una lettrice che lavora in banca è preoccupata

Data di pubblicazione  29 maggio 2015
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Sono rimasta destabilizzata dall’articolo “Rubare ai ladri”. Mio padre è un ex consulente Unicredit ed è abbonato alla vostra rivista da così tanto che non ne ho memoria, io sono consulente presso una cassa di risparmio. Il lavoro che faccio mi piace e al di là delle pressioni commerciali più o meno insistenti che ricevo (non molte per la verità, lavoro presso una cassa di risparmio locale) cerco di dare il miglior servizio possibile ai miei clienti. […] Non mi sento un ladro. […] Cerco di dare sempre il valore aggiunto anche rischiando di sbagliare. […] Spero che i clienti che seguo che dovessero leggere questo articolo non facciano di tutta l’erba un fascio.

Gentile Elisa, tra impiegati di banca e promotori, siete in molti a leggerci. Lo fate per migliorare le vostre capacità critiche e per offrire un servizio più efficiente ai vostri clienti. Questo vi fa onore. Tuttavia, il nostro mestiere non è quello di fare i complimenti a voi, ma di difendere i risparmiatori e di metterli sull’attenti. La foresta che cresce non fa rumore quanto un solo albero che cade. Ma è proprio sotto l’albero che cade che ci resta sotto la vittima e il nostro mestiere è evitare il morto.

In secondo luogo tu lavori per una banca locale, con ogni probabilità ci metti la faccia anche quando vai al bar in pausa caffè e incontri i tuoi clienti. Ma non sempre è così, c’è chi è giovane e inesperto, chi punta alla carriera, chi cambia troppo spesso filiale e chi non è abbastanza forte da resistere alle pressioni commerciali dei superiori, o ha semplicemente fiducia cieca nei confronti della società per cui lavora. Il nostro compito è quello di mettere in guardia di fronte a queste persone. Spesso non sono neppure malvagi. Ma anche i non malvagi possono fare del male, se sbagliano. Sono pochi? Purtroppo no, perché così non si spiegherebbero tutte le analisi di prodotti “tossici” che ci vengono chieste giorno dopo giorno. E se fossero pochi le banche non farebbero tanti soldi con l’intermediazione finanziaria e col risparmio gestito: i grassi utili di questi tempi sono la prova provata che molti risparmiatori sono spremuti come limoni.