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Bail-in, cos’è?

Data di pubblicazione  21 settembre 2015
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Di recente ho sentito parlare del bail-in: come funziona? Come posso cautelarmi?
IN PRINCIPIO FU CIPRO
La direttiva europea 2014/59 UE stabilisce che saranno non solo gli azionisti e i possessori di obbligazioni subordinate a sopportare i costi del fallimento della propria banca, ma che anche i possessori di obbligazioni “senior”e i correntisti dovranno contribuire economicamente. Questo è, in soldoni, il bail-in. Il primo caso di applicazione concreta della norma è avvenuto a marzo 2013, quando Unione europea e Fondo monetario internazionale imposero a Cipro di attingere direttamente ai conti dei correntisti di Laiki Bank e di Bank of Cyprus per salvare i due istituti di credito, sull’orlo della bancarotta, insieme ai titolari di obbligazioni non subordinate, generalmente non toccati in caso di bancarotta. Dopo Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo, Cipro era il quinto Paese europeo in grave crisi finanziaria a bussare alla porta della Troika nel giro di pochi mesi, per chiedere sostegno economico. Le autorità, spaventate da una crisi finanziaria senza precedenti e che pareva senza fine, decisero di lanciare un segnale forte, del tipo “chi sbaglia paga”, il bail- in, appunto.
 
Non più di 100.000 euro sullo stesso conto
In pratica cosa succederà? Che dal 1° gennaio prossimo, data in cui la direttiva sarà applicata anche nel Bel Paese, se una banca italiana dovesse navigare in acque tanto cattive da rischiare il fallimento, sarà salvata con il denaro dei suoi clienti e non dell’Europa. Verranno chiamati a contribuire anche i titolari di obbligazioni non subordinate, fino a oggi non chiamati in causa in caso di fallimento e i correntisti, solo, però, se la cifra depositata sul conto corrente supera i 100.000 euro. Esenti, per esempio, i conti correnti delle piccole imprese e il contenuto delle cassette di sicurezza.
Cosa devi fare per tutelare al meglio i tuoi risparmi? Primo: non superare i 100.000 euro depositati sul conto corrente. Se hai una cifra più alta ti conviene investirla altrove. Questo discorso vale anche per i conti deposito, non solo per i conti correnti. Secondo: fai attenzione allo stato di salute della banca a cui affidi i tuoi soldi. Di fronte alle prime avvisaglie di problemi seri, prendi il tuo denaro e scappa. In queste pagine ti abbiamo spesso avvisato quando le cose, per una banca, si stavano mettendo male. Seguici con attenzione sulla rivista e sul sito per essere sempre aggiornato. Terzo: compra obbligazioni bancarie con parsimonia, scegliendo solo i titoli che ti consigliamo noi a pagina 11 di questa rivista. Li abbiamo selezionati tenendo conto della rischiosità dell’emittente e abbiamo scelto, tra più di 200 titoli, solo quelli che ti remunerano adeguatamente il rischio.
 
un esempio pratico
Facciamo l’esempio che tu abbia 150.000 euro sul conto corrente e due conti deposito aperti, con parcheggiati 75.000 euro sul primo e 125.000 euro sul secondo. Stando a quanto detto in precedenza, dato che non devi superare i 100.000 euro sullo stesso prodotto, ti trovi con 75.000 euro da reinvestire.
Ha più di una possibilità: investire ancora 25.000 euro sul primo conto deposito, e arrivare così a 100.000, oppure puntare tutti i 75.000 su un altro prodotto. Quale? Scegliere è semplice. Decidi per quanto tempo puoi lasciare investito il denaro e vai sul nostro sito, nella sezione conti deposito e usi il nostro comparatore. Ti restituirà la classifica dei migliori, in ordine di profittabilità. Hai tempo fino a fine anno per “sistemare” i tuoi risparmi.