BANCHE AI RAGGI X | ||||
CET1 Ratio | Total Capital Ratio | |||
31/12/14 | 30/06/15 | 31/12/14 | 30/06/15 | |
Banca Etica | 11,39% | 11,41% | 13,44% | 13,48% |
Banca Farmafactoring | 27,50% | nd | 27,50% | nd |
Banca Ifis | 13,89% | 15,43% | 14,21% | 16,11% |
Banca Mediolanum | 13,91% | nd | 14,30% | nd |
B. Pop. Emilia Romagna | 11,26% | 11,51% | 12,24% | 12,89% |
Banca Popolare di Bari | 11,03% | nd | 14,55% | nd |
Banca Pop. di Cividale | 10,04% | 9,60% | 10,66% | 10,85% |
Banca Pop. di Sondrio | 9,81% | 10,20% | 11,50% | 12,23% |
Banca Pop. di Vicenza | 10,44% | 6,81% | 11,55% | 7,63% |
Banca Privata Leasing | 16,93% | nd | 16,93% | nd |
Banca Sella | 8,95% | 9,37% | 11,72% | 11,93% |
Banca Sistema | 10,4% | 17,9% | 15,9% | 22,2% |
Banco Popolare | 11,87% | 12,25% | 14,62% | 14,21% |
Bcc di Pisa e Fornacette | 12,12% | 11,63% | 12,57% | 11,95% |
Bcc San Marzano | 15,74% | nd | 16,90% | nd |
Bnl | 10,50% | nd | 13,00% | nd |
Bpm | 11,58% | 11,35% | 15,35% | 14,37% |
Carige | 8,40% | 12,20% | 11,20% | 15,10% |
Cariparma | 11,20% | 11,00% | 13,50% | 13,30% |
Cassa Risp. di Bolzano | 7,36% | 9,68% | 9,51% | 11,95% |
Cassa di San Miniato | 8,92% | 8,90% | 13,13% | 12,74% |
Credito Emiliano | 11,10% | 11,40% | 11,80% | 13,00% |
Creval | 10,97% | 11,50% | 13,98% | 13,82% |
Deutsche Bank | 8,53% | 11,40% | 10,51% | nd |
Extra Banca | 32,5% | nd | 32,8% | nd |
Findomestic | 10,65% | nd | 10,65% | nd |
GBM Banca | 20,92% | nd | 20,92% | nd |
IBL Banca | 8,45% | 9,17% | 8,78% | 13,92% |
Ing Bank | 11,4% | 11,3% | nd | 16,9% |
Intesa Sanpaolo | 13,50% | 13,40% | 17,20% | 17,20% |
Mediobanca | 11,00% | 12,00% | 13,94% | 14,90% |
Mediocredito del Friuli | 11,76% | nd | 15,17% | nd |
Monte Paschi | 8,70% | 11,00% | 13,00% | 15,40% |
Santander Consumer B. | 11,03% | nd | 13,96% | nd |
Ubi banca | 12,33% | 12,94% | 15,29% | 15,62% |
Unicredit | 10,26% | 10,52% | 13,41% | 14,24% |
Unipol Banca | 8,27% | nd | 13,41% | nd |
Veneto Banca | 9,40% | 8,37% | 10,17% | 9,43% |
Gennaio: banche a rischio!
Data di pubblicazione 09 novembre 2015
Tempo di lettura: ##TIME## minuti
Col nuovo anno, nessuna banca sarà più sicura. Ecco come difenderti.
ALLARME SICUREZZA
Ormai ci siamo: tra poche settimane entrerà in vigore la nuova normativa sul bail-in, sulla quale ti mettiamo in guardia già da anni. In pratica, dal 1° gennaio non saranno solo gli azionisti a “pagare” in caso di default della banca, ma anche gli obbligazionisti e, per la parte eccedente i 100.000 euro, i titolari di conti correnti e conti deposito.
Diventa ancora più importante, quindi, scegliere bene la banca a cui affidare i tuoi risparmi, andando a vedere non solo il tasso offerto, ma anche la solidità. Per valutare quanto è affidabile una banca bisogna guardarne i bilanci: una cosa non proprio semplice, che però noi abbiamo già fatto per te. Se vuoi anche tu verificare quanto è solida la tua banca, la prima cosa che puoi fare è controllare il rapporto tra il suo patrimonio e i rischi che si è presa in carico. In pratica, questo rapporto ti indica in che misura la banca è in grado di far fronte, con mezzi propri, a eventuali difficoltà nel recuperare gli investimenti e i crediti concessi. Anche la Banca centrale europea (Bce) utilizza questo criterio per valutare le banche: in particolare, calcola il common equity tier 1 ratio (CET1 ratio) e il total capital ratio (vedi riquadro).
Per aiutarti, nella tabella qui a fianco trovi calcolati gli indicatori delle 20 principali banche italiane e delle banche che collocano i conti deposito che trovi sul nostro sito. La Bce chiede come livello minimo il 7% per il CET1 ratio e il 10,5% per il total capital ratio: naturalmente, più il rapporto è alto meglio è.
ATTENZIONE AI LIMITI
Questi indicatori sono utili, certo, ma non bastano. Primo: sono pubblicati nei bilanci annuali, quindi possono “fotografare” una situazione ormai vecchia di mesi. Come puoi vedere nella tabella, per molte banche l’ultimo dato disponibile è quello di fine 2014, solo alcune banche l’hanno aggiornato con la relazione semestrale.
nd: non disponibile.
Secondo, il modo con cui sono calcolati può portare a delle “illusioni” ottiche. Per la Bce, non tutti i creditori sono uguali: i crediti concessi vengono “pesati” in modo diverso (i crediti concessi allo Stato, ad esempio, pesano solo per la metà del loro valore). Supponiamo che una banca abbia un patrimonio di 10 euro e conceda prestiti per 100 euro: se li ha concessi a privati il suo total capital ratio è del 10% (cioè 10 diviso 100), ma se li ha concessi allo Stato il rapporto schizza al 20% (cioè 10 diviso per 50).
È per questo motivo, ad esempio, che Banca Farmafactoring si aggiudica uno dei rapporti più alti nella nostra tabella: non perché sia particolarmente virtuosa, ma perché su 1,54 miliardi di crediti concessi ben 1,5 miliardi sono nei confronti della pubblica amministrazione, e in particolare delle Asl (se poi questo è un debitore più affidabile di altri, è tutto da dimostrare…).
Terzo, il rapporto può cambiare in modo sensibile in poco tempo. È quello che è successo, ad esempio, a Banca Popolare di Vicenza: dopo le ispezioni delle autorità di controllo, che hanno imposto svalutazioni dei crediti e quindi forti perdite, il rapporto tra capitale e rischi è crollato ben al di sotto dei limiti “di sicurezza”. Lo puoi vedere nella tabella, confrontando il valore a fine 2014 con quello registrato solo sei mesi dopo.
Infine, considera che la Bce può chiedere alle singole banche di i limiti “di sicurezza” più alti del 7% e del 10,5%, per tenere conto delle specificità dell’attività svolta. E spesso sfrutta questa possibilità: il livello minimo di CET1 ratio è ad esempio stato alzato al 9% per Bpm, BPER, Popolare Sondrio, Intesa Sanpaolo… fino al 10% di Veneto Banca. Segno che la regola generale è un buon punto di partenza, ma poi ogni situazione va valutata caso per caso. E in questo continueremo ad aiutarti: nelle prossime settimane la nostra rassegna proseguirà con altre banche.
DUE INDICATORI DA NON PERDERE DI VISTA
Il common equity tier 1 ratio (CET1 ratio) e il total capital ratio misurano entrambi il rapporto tra patrimonio e rischi; il primo è più “severo” perché include nel patrimonio solo il capitale versato e gli utili accantonati in passato. Il secondo, invece, include anche strumenti “alternativi” come alcune obbligazioni subordinate.