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Banca Etruria & C, al via gli arbitrati

Data di pubblicazione  21 luglio 2017
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Eri obbligazionista di una delle quattro banche “risolte” e non hai potuto (o voluto) accedere al rimborso forfetario? Ora hai la possibilità di accedere all’arbitrato, ecco come. 

CHI PUÒ PARTECIPARE

Se eri un obbligazionista subordinato di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, e ti sei visto azzerare il valore dei tuoi bond con il “salvataggio” di fine 2015, puoi ora presentare la richiesta per partecipare all’arbitrato: in pratica, una sorta di “giudizio semplificato” rispetto ai tribunali. Di certo non riuscirai a recuperare tutto il capitale che avevi investito, ma puoi sperare di recuperarne almeno una parte.

Per aver diritto a partecipare, non devi aver aderito al “rimborso forfetario” degli scorsi mesi. Devi inoltre aver acquistato i bond direttamente da una delle quattro banche coinvolte e non tramite un’altra banca.

 

COME PRESENTARE LA RICHIESTA

Prima di tutto devi compilare un apposito modulo, lo trovi qui. Devi inoltre allegare tutti i documenti che dimostrano il tuo diritto a partecipare: il contratto relativo ai servizi di investimento che hai firmato con la tua banca, le contabili con gli ordini di acquisto, eventuali comunicazioni della tua banca… Il tutto va inviato via mail a arbitrato.banche@pec.anticorruzione.it oppure via raccomandata al Collegio arbitrale presso la sede dell’ANAC – Via M. Minghetti 10 – 00187 Roma. Per presentare la richiesta c’è tempo fino all’11 novembre, ma non aspettare troppo. Il giudizio dell’arbitro può arrivare dopo 120 giorni (prorogabili di altri 90) dall’assegnazione del caso al collegio arbitrale. Visto quanto hai già dovuto aspettare, non è il caso di prolungare oltre l’attesa.

 

E LE BANCHE VENETE?

Se eri un obbligazionista subordinato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e rispetti i requisiti (acquisto dei bond da una delle due banche entro il 12 giugno 2014, reddito lordo 2014 inferiore ai 35.000 euro o patrimonio a fine 2015 inferiore a 100.000 euro), puoi ricorrere al “rimborso forfetario”. Purtroppo i moduli per presentare la richiesta non sono ancora disponibili, ma non farti distrarre dalle vacanze e tieni d’occhio il sito del fondo interbancario di tutela dei depositi (www.fitd.it) perché i tempi sono stretti: devi presentare la richiesta entro il 30 settembre.

Se non rispetti i requisiti, devi aspettare le procedure per l’arbitrato: tieni a portata di mano tutta la documentazione, ma per ora non puoi fare nulla.

E se eri azionista? Qui la strada è ancora più ardua. Puoi continuare a presentare reclamo alle due banche come primo passo per poi ricorrere all’arbitro per le controversie finanziarie. È vero che ora le due banche sono ufficialmente in liquidazione, il che farebbe decadere i procedimenti aperti contro di loro, ma l’arbitro stesso ha dichiarato che conviene comunque procedere su questa strada: la pronuncia dell’arbitro vale come prova del proprio credito. Poi resta, purtroppo, il problema più grosso: ora che le due banche, di fatto, non ci sono più, chi paga? Forte del giudizio dell’arbitro, o in attesa di ottenerlo, presenta, entro il 24 agosto, l’istanza di insinuazione al passivo (devi inviare una raccomandata, corredata di tutti i documenti, ai commissari liquidatori della banca). Ma non vogliamo illuderti: nello “spolpare” quel poco che resta delle banche fallite gli azionisti vengono per ultimi. La vera speranza è che lo Stato, “proprietario” della “parte marcia” delle due banche, si attivi anche per gli azionisti ingiustamente danneggiati. Per ora tutto è fermo, anche per via delle discussioni sulla conversione del decreto legge che ha portato Intesa ad acquisire la “parte buona” delle due venete. Ma una volta che il decreto sarà definitivamente convertito in legge, non è escluso che possa aprirsi qualche spiraglio.