In principio ci sono il Cet1 e il Total capital ratio
Nel formulare la nostra valutazione partiamo da due indicatori, il Common equity Tier 1 e il Total capital ratio. Sono gli stessi che usa la Banca centrale europea per valutare la solidità delle banche e, in genere, si trovano espressi all’interno del bilancio e nelle relazioni periodiche. Noi prendiamo i due indicatori in percentuale e li traduciamo in un punteggio numerico, che trovi anche nelle tabelle nelle pagine successive. Quest’ultimo indica di quanto la banca analizzata supera il livello di solidità per noi minimo – vedi a fianco. Come devi leggerlo? Immaginiamo che una banca abbia ottenuto un punteggio di 180: significa che l’intermediario in questione ha un patrimonio che supera dell’80% quello minimo richiesto. E quando le cose vanno così, va tutto bene. Se, però, una banca ottiene un punteggio inferiore a 100, suona un campanello d’allarme. Questo indica, infatti, che la banca in questione non rispetta gli standard minimi di sicurezza richiesti da noi: una situazione problematica, a cui devi reagire mettendo in pratica i consigli di pagina 8. Per quanto riguarda i punteggi espressi in stelle, i nostri giudizi vanno da un minimo pari a 1 stella a un massimo di 5. Attribuiamo 1 stella alle banche con punteggio fino a 110, 2 stelle per chi ha un punteggio fino a 130, 3 stelle per punteggi fino a 150, 4 stelle per punteggi fino a 200, 5 stelle per punteggi superiori a 200.
I requisiti minimi
La Banca Centrale Europea chiede un livello minimo generale di cet 1 ratio del 7% e di total capital ratio del 10,5%. In AF n° 1302 abbiamo portato il livello minimo di cet 1 ratio al 9% e di total capital ratio al 12,5%.
La trasparenza viene premiata
Questi sono i requisiti minimi per l’attribuzione delle stelle. Per noi, però, è importante anche la frequenza con cui le informazioni vengono rese note: più è elevata, maggiore è la trasparenza dell’istituto di credito, cosa che ti garantisce maggior tutela. Per questo motivo applichiamo dei correttivi al nostro giudizio se la banca che stiamo analizzando, per esempio, rende noti i dati solo una volta l’anno, in occasione della pubblicazione del bilancio. In questo caso, il giudizio verrà decurtato di 1 stella, a meno che la banca in questione non sia parte di un gruppo. Fanno eccezione le banche di credito cooperativo e le casse di risparmio passate sotto l’ala di Iccrea e di Cassa Centrale banca, vedi a fianco, che vengono valutate come entità a sé stanti.
Texas ratio: la qualità dei crediti conta
Le banche che concorrono per ottenere 5 stelle devono anche superare lo “sbarramento” del Texas ratio per ottenere il massimo riconoscimento. Il Texas ratio è calcolato come rapporto tra i crediti “marci” e la somma di due elementi: il patrimonio e gli accantonamenti sui crediti effettuati in passato. Un valore inferiore a 1 è positivo: significa che il totale dei crediti marci è più basso dei mezzi che la società ha a disposizione per far fronte al loro eventuale azzeramento. Se la banca ha un Texas ratio inferiore a 1 confermiamo le 5 stelle. Al contrario, un valore superiore a 1 è un campanello d’allarme: in questo caso, penalizziamo di 1 stella il giudizio, che si ferma a 4 stelle.
Iccrea e Cassa centrale, chi sono?
In seguito alla legge che ha riformato il credito cooperativo – ci riferiamo alla legge n°49 8 aprile 2016 – prevede, tra vari i punti come avere almeno 500 soci, anche l’obbligo di adesione a una capogruppo, come, per esempio, Iccrea. Cassa Centrale Banca è la “cugina” di iccrea: in seguito alla riforma del credito cooperativo le bcc sono state quindi chiamate ad aderire a uno dei due gruppi, , Iccrea o Cassa Centrale Banca.