Carige: aumento concluso, e ora?
Solo pochi giorni fa Carige ha finito di raccogliere ben 700 milioni di capitali “freschi”. Cifra enorme se consideri che, prima della sospensione in Borsa, l’intera Carige non valeva più di 83 milioni di euro. Negli ultimissimi giorni, poi, sono andati a buon fine anche altri passaggi importanti del piano di salvataggio, come l’emissione di un bond subordinato da 200 milioni di euro e la cessione di 2,8 miliardi di crediti “marci”. Buone notizie, queste, ma basteranno ad archiviare definitivamente i guai degli azionisti del gruppo, che si sono visti pressoché azzerare il proprio capitale? Ci auguriamo che dopo questa cura “lacrime e sangue” ora tutto vada per il meglio, ma è presto per dirlo. Inoltre resta da capire se, puntellata la solidità, il gruppo sarà anche in grado di ritrovare la redditività. In attesa che venga pubblicato un bilancio post-risanamento su cui basare il nostro giudizio di solidità, la nostra valutazione su Carige (che da fine gennaio tornerà all’amministrazione ordinaria) resta, per il momento, sospesa.
Banca popolare di Bari, al via il commissariamento
Che Popolare di Bari fosse in difficoltà te lo diciamo da anni, ma ora la gravità della situazione è emersa in pieno. Banca d’Italia ha commissariato la banca. Il Governo ha dovuto varare un decreto che, pur non “intestato” a Popolare di Bari, di fatto serve a puntellarne i conti. Ma è solo un primo passo: prima che arrivino davvero dei soldi, serviranno altri decreti. E non basterà: servirà anche l’apporto del fondo interbancario – c’è già un sì preliminare e l’intervento potrebbe essere annunciato proprio nelle ore in cui stiamo andando in stampa con questo numero. E se l’Europa si mettesse di traverso? Insomma il salvataggio è solo all’inizio. Se sei correntista non corri rischi, o quasi; se sei azionista o obbligazionista subordinato, invece, sì. Ma ad oggi hai le mani legate, perché i titoli sono sospesi: devi sperare in un’azione di ristoro sul genere di quelle avviate in altri casi. Ci sarà, e quando? Seguici qui sul sito, ti terremo informato.
E le altre?
Carige e Banca Popolare di Bari sono solo gli ultimi due casi, ma anche chi ha subìto i dissesti di altre banche, dalle venete a Etruria e le altre, ancora non si è potuto mettere il cuore in pace. Se anche tu eri incappato in uno di questi casi, hai ancora la possibilità di presentare la domanda di indennizzo. Attento, però, a non aspettare troppo. È vero che con la legge di bilancio è arrivata una proroga di due mesi, dal 18 febbraio al 18 aprile 2020, per il termine di presentazione delle domande, ma la documentazione da preparare non è delle più semplici. Ti abbiamo spiegato tutto qui. Perché rischiare di perdere quest’ultima occasione di riavere almeno una parte dei tuoi soldi? Non aspettare oltre!
Dopo il recente aumento di capitale, ora l’azionista di maggioranza di Carige è il fondo interbancario, cioè l’insieme delle banche italiane - e quindi, indirettamente, paghi anche tu che sei loro azionista o cliente.
Se una banca è commissariata significa che non è più gestita dal consiglio di amministrazione votato dall’assemblea dei soci, ma da dei commissari, appunto, nominati dall’autorità di controllo (in questo caso, Banca d’Italia).
Mps, ancora tante incognite
Certo Mps è più “avanti” di Carige e Popolare di Bari nel risanamento: già da tempo lo Stato è diventato il principale azionista del gruppo. Ma questo non significa che i problemi siano terminati. Primo, c’è l’incognita di come, e quando, lo Stato uscirà dal capitale per rispettare gli impegni presi con l’Europa (il termine per presentare un piano di uscita scadeva a fine 2019, ma sul filo di lana è stata ottenuta una proroga per la prima parte del 2020). Secondo, sempre dall’Europa potrebbero arrivare ostacoli alla cessione di ulteriori crediti “marci” dopo la pulizia già effettuata: il dover ricorrere a un acquirente privato per rispettare le regole sugli aiuti di Stato poterebbe significare prezzi molto più bassi del valore di bilancio, e miliardi di perdite.