Uno dei vantaggi dell’Unione Europea è che i capitali possono circolare liberamente. Questo, ovviamente, non significa che possano circolare di nascosto; anzi, col passare degli anni, i controlli si sono fatti via via più severi. Due i principali motivi dei controlli. Uno, banale, è quello di non far sfuggire, alle varie agenzie delle entrate nazionali, dei soldi su cui poter mettere mano. Il secondo è quello di combattere reati gravi come il riciclaggio ed evitare che la malavita possa fare troppi affari. Se un tempo chi portava i suoi soldi di nascosto in Svizzera, una volta passata senza problemi la frontiera, poteva dormire sonni tranquilli, ora non è più così neppure su questo fronte. Ad ogni modo, i controlli nella maggior parte dei casi non sono un problema. Se fai un bonifico all’estero ci pensa la tua banca a segnalare tutto. Solo se li porti a mano sei costretto a compilare e consegnare tu una dichiarazione (si compila sul sito dell’Agenzia dalle dogane) a partire da 10.000 euro in su. Le sanzioni se ti trovano coi soldi in tasca in dogana e non hai compilato il modulo sono abbastanza pesanti.
E non è finita lì. Mettiamo che tu apra un conto all’estero. Se ci metti meno di 5.000 euro sei a posto, puoi anche disinteressartene. Se metti più di 5.000 euro (di giacenza media) no: dovrai compilare il quadro RW quando farai la tua dichiarazione dei redditi segnalando questi soldi. Ci devi, infatti, pagare l’Ivafe (è il bollo sui conti esteri). E comunque, anche se non superi questi benedetti 5.000 euro medi, ma per un giorno soltanto superi i 15.000 euro, anche qui devi compilare l’RW. Non paghi l’Ivafe, ma sei tenuto a farlo perché oltre quella cifra il fisco vuole sapere tutto di te.
La scala dei rating (giudizi di affidabilità) adatti ad un investitore (cioè non speculativi) è per S&P e Fitch la seguente (dal più alto al più basso): AAA, AA, A e BBB. L’Italia merita, secondo S&P, un giudizio pari a BBB, nella parte bassa della scala. A scendere abbiamo poi il giudizio BB (speculativo) e B (molto speculativo). Un giudizio contenente la lettera C indica un rischio di fallimento sostanziale. La presenza della lettera D indica che siamo già al fallimento.
Quanto sono affidabili i nostri vicini di casa? Ecco il giudizio di S&P. Francia: AA; Svizzera: AAA; Austria AA+; Slovenia AA-. San Marino secondo Fitch è solamente BBB-.
Paesi da tripla A in Europa? Oltre la Svizzera abbiamo la Germania, la Danimarca, il Liechtenstein, il Lussemburgo, Olanda, Norvegia e Svezia.
Aprire un conto
Dopo aver fatto un po’ di terrorismo con gli obblighi (che, come vedi, non sono comunque drammatici) veniamo ora alla pratica. Aprire un conto all’estero non è sempre una passeggiata. Insomma, tutto il mondo è Paese e come la burocrazia l’abbiamo noi in Italia, così ce l’hanno altrove. Nella maggior parte dei casi devi recarti sul posto, perché ti vogliono vedere. Poi ci sono Paesi come la Svizzera che sono ben contenti di avere i tuoi soldi nei loro forzieri e altri che storcono il naso e se non ci lavori e non ci abiti ti rendono la vita faticosa (per esempio in Francia). Vista l’abitudine italiana di portare i soldi in Svizzera, abbiamo comunque deciso di riservare un capitolo a parte alle banche svizzere (vedi qui)
In generale, però, dobbiamo ammettere che le cose stanno cambiando e che iniziano a esserci anche i primi conti esteri che apri a distanza. Un caso classico che abbiamo testato è la tedesca N26 www.n26.com che offre un conto corrente di una semplicità estrema, una carta per gestire i pagamenti. Il buono è che nella sua forma più semplice è a costo zero e ti offre un Iban tedesco. In passato ti abbiamo parlato anche di Bunq (www.bunq.com/it/), una banca olandese che offre anch’essa un conto a distanza (AF 1282).