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E se la Banca sbatte contro gli scogli? C’è la scialuppa di salvataggio!

Fondo Interbancario

Fondo Interbancario

Data di pubblicazione 30 dicembre 2019
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Fondo Interbancario

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Scopri tutto quello che avresti voluto sapere su dove si trova, quanto è robusta, e quanto denaro può contenere.

Iniziamo rivelando il succo della risposta: fino a 100.000 euro i tuoi soldi sono al sicuro per legge. La garanzia di 100.000 euro vale a depositante, per cui se il tuo conto corrente è cointestato questa cifra raddoppia. A occuparsi di questa protezione sono due istituzioni: il Fondo interbancario di tutela dei depositi (www.fitd.it) per le banche e il suo fratello gemello Fondo di garanzia dei depositanti per le banche di credito cooperativo (www.fgd.bcc.it/). La loro origine risale a diversi anni fa (1987 per il Fondo interbancario di tutela dei depositi e il 1978 per il Fondo centrale di garanzia delle casse rurali ed artigiane, esperienza che precedette il Fondo di garanzia dei depositanti per le banche di credito cooperativo), ma è stato a seguito della crisi delle banche cipriote di qualche anno fa che il loro ruolo ha assunto la visibilità attuale. Infatti, la crisi di Cipro ha indotto le autorità europee a mettere mano profondamente alle normative comunitarie in modo da evitare panico e corse agli sportelli.

Le cassette di sicurezza non sono tutelate dal fondo, perché lì è un semplice rapporto di custodia, i tuoi soldi non corrono il rischio di finire male nel fallimento.

Prima di salire sulla scialuppa ce ne vuole: il caso Carige

Prima di entrare nel dettaglio delle garanzie dei tuoi soldi vogliamo fare una precisazione. Il discorso della garanzia di 100.000 euro è solo l’extrema ratio, cioè la scialuppa su cui si sale solo quando la nave punta direttamente verso il fondo del mare e la morte è certa. In realtà prima di arrivare a tanto si cerca sempre di disincagliare la nave dagli scogli e di portarla a riparare in un porto sicuro. Per esempio, le vicende di Carige di quest’anno hanno visto il Fondo interbancario italiano iperattivo tramite lo Schema volontario di intervento che “interviene a sostegno di banche a esso aderenti ai fini del risanamento delle stesse e per il perseguimento della stabilità finanziaria del settore bancario nel suo complesso” secondo quanto recita l’articolo 44 dello Statuto del Fondo interbancario. In pratica, il Fondo interbancario si è messo a disposizione in primo piano per cercare una soluzione ai problemi di Carige evitando il fallimento e, quindi, di dover ripagare a fondo perduto i correntisti. Insomma: meglio salvare la mamma che farsi carico degli orfani.

Anche nel caso della Banca Popolare di Bari il fondo interbancario è stato chiamato a “dare una mano”.

Veniamo alla scialuppa

Dei dodici interventi messi finora in cantiere dal Fondo interbancario tra il 1988 e il 2018 solo due hanno richiesto il rimborso dei depositanti: nel 1990 con la Banca di Tricesimo e nel 2012 con Banca Network investimenti, per un ammontare pari a 3,4 milioni di euro nel primo caso e pari a 73,9 milioni di euro nel secondo. Come vedi, quindi, la scialuppa si cala in acqua di rado.

Comunque, come dicevamo, i soldi sono garantiti fino a 100.000 euro per depositante e per banca. In altre parole: se hai 180.000 euro sul conto corrente intestato solo a te, la garanzia è di 100.000 euro, mentre 80.000 euro sono a rischio. Se invece hai 180.000 euro su un conto cointestato, per esempio con tua madre, la garanzia è di 100.000 x 2 = 200.000 euro e i tuoi 180.000 euro sono tutti quanti protetti. E ancora: hai 180.000 euro, metà nella banca A e metà nella banca B: sei protetto sia per i 90.000 euro nella banca A, sia per i 90.000 euro nella banca B.

Non è solo il conto corrente che è garantito, ci sono pure assegni circolari e i titoli ad essi assimilati, nonché i depositi vincolati (conti di deposito), i certificati di deposito nominativi e libretti di risparmio nominativi. Gli interessi sono anch’essi inclusi.

Non sono tutelati i soldi che hai su una carta prepagata, a meno che non le sia associato un codice Iban. In questo caso il fondo protegge anche i soldi sulla prepagata.

E se hai venduto casa e sfortuna vuole che ti fallisce la banca proprio il giorno dopo che hai depositato l’assegno circolare con tutti i soldi? Tranquillo, rientri nelle eccezioni dei cosiddetti saldi temporanei elevati. In pratica se c’è un motivo speciale per cui hai quei soldi sul conto, puoi essere comunque degno di tutela anche se sfori i 100.000 euro. I casi sono… beh innanzitutto quello che abbiamo visto: se vendi casa (nel senso di una abitazione, non vale se vendi una stalla o un capannone). Poi quando ti versano il Tfr, cioè la liquidazione, i soldi di una eredità o di un assegno di invalidità o un assegno divorzile, i soldi che ricevi da un’assicurazione e gli indennizzi a seguito di un reato contro la persona di cui sei stato vittima.

Attento sono saldi elevati, ma temporanei… dopo 9 mesi dall’accredito la garanzia… puff… torna quella normale di 100.000 euro. Quindi nel caso tu sia in queste condizioni non perdere tempo!

Ovviamente, se nonostante tutto ciò che ti abbiamo detto ti sei fatto comunque cogliere dal fallimento della tua banca con più di 100.000 euro sul conto non è ancora il caso di disperare. I soldi extra sono iscritti al passivo della banca e rimborsati con il processo di liquidazione. Sono tra i soldi restituiti per primi, per cui è assai probabile che ne ricavi comunque qualcosa, il problema è che non lo puoi dare per scontato.

Per i clienti delle Banche di credito cooperativo è prevista anche una garanzia in più: alcune obbligazioni emesse da queste banche sono garantite dal Fondo di garanzia degli obbligazionisti del credito cooperativo (www.fgo.bcc.it/) che ti protegge entro il limite massimo previsto di 103.291,38 euro. Per sapere se il tuo bond è garantito vai su www.fgo.bcc.it/geremodoc/default.asp?i_menuID=52790 e inserisci il codice Isin, oppure effettuare la ricerca per banca.

QUANTI SOLDI CI SONO NEL FONDO INTERBANCARIO?

Dal bilancio 2018 (ultimo disponibile) risulta che l’ammontare dei depositi protetti è di 596,2 miliardi di euro (erano 578,3 un anno prima). I soldi in cassa sono saliti dai 955 milioni di euro del 2017 ai 1.430 milioni del 2018. In caso di emergenza il fondo può comunque richiedere come contribuzioni straordinarie alle banche consociate quasi altri 3 miliardi di euro.
Ovviamente se fallisce una banca molto grande tutto questo potrebbe non bastare.
Per il fondo di garanzia delle Bcc risulta che l’ammontare delle dotazioni del fondo è di circa 256 milioni di euro nel 2018 contro i 163 del 2017. In caso di emergenza il fondo può comunque richiedere contribuzioni straordinarie alle banche consociate per circa 483 milioni di euro.

La tempistica

I soldi ti arrivano entro 7 giorni lavorativi dal giorno in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa, ossia il via libera al fallimento della banca. Ecco anche qui è tutto sommato chiaro che i tempi previsti per riavere in mano i soldi non sono così scontati. Dipendono anche da quanta fretta ha di decidere il giudice che ha in mano il fallimento della tua banca. Il rimborso è automatico: non devi fare richiesta.

Ma la mia banca è assicurata?

La domanda è lecita, anche se oramai tutte lo devono essere. Trovi qui l’elenco: www.fitd.it/Chi_Siamo/Banche_consorziate. Se la tua banca è una Banca di credito cooperativo, è, invece, su http://www.fgd.bcc.it/.

Al di là della garanzia del fondo, se vuoi proprio dormire sonni tranquilli è comunque meglio che ti attivi anche per prevenire qualsiasi problema con la banca, preferendo fin da subito un istituto solido, sfruttando le nostre stelle.

I soldi presenti nei fondi di garanzia dei singoli Paesi devono arrivare ad essere pari allo 0,8% dei depositi protetti entro il 2024.

BANCOPOSTA è differente!

Anche nel caso dei conti correnti le Poste (che non sono una banca) sono fuori dal branco. Il conto Bancoposta non aderisce al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, ma ha una differente forma di garanzia: il fondo Patrimonio BancoPosta che gestisce la liquidità raccolta sui conti correnti postali. In particolare, è specificato che le risorse provenienti dalla raccolta effettuata da clientela privata su conti correnti postali sono obbligatoriamente impiegate in titoli governativi dell’area euro e, per una quota non superiore al 50% dei fondi raccolti, in altri titoli assistiti dalla garanzia dello Stato italiano. In pratica, i conti correnti postali sono garantiti soprattutto da titoli di Stato. Per la cronaca il patrimonio Bancoposta a fine 2018 (ultimo bilancio pubblicato) era un fondo da 72,5 miliardi di euro a fronte di 50,62 miliardi di euro di conti correnti e depositi.