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Banca Popolare di Bari a caccia di soci

Analisi

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Data di pubblicazione 15 giugno 2020
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Banca Popolare di Bari “alletta” i soci con incentivi per chi parteciperà all’assemblea prevista per fine giugno. Perché lo fa? Vale la pena accettare?

Effetto domino

Le forti perdite degli ultimi anni hanno portato il capitale di Banca Popolare di Bari al di sotto delle soglie minime di sicurezza. L’iniezione di capitale necessaria per rimettere in carreggiata i conti del gruppo doveva essere, inizialmente, di “solo” mezzo miliardo di euro, poi la cifra è lievitata fino a 1,6 miliardi. Ma con queste premesse, chi è disposto a metterceli? Non a caso, solo soggetti “pubblici”, o quasi, cioè il Fitd e Mcc, il primo con 1,17 miliardi e il secondo con gli altri 430 milioni. Ma la strada non è affatto in discesa: oltre ai complicati accordi sugli esuberi (per ben un terzo del personale), affinché Fitd e Mcc possano entrare nel capitale di Popolare di Bari occorre che la banca si trasformi in società per azioni, e questo deve essere approvato da un’assemblea straordinaria dei soci. Questo spiega il pressing sugli azionisti, coinvolti in questo effetto domino: senza un numero minimo di soci, niente assemblea… senza assemblea, niente trasformazione in Spa… e senza trasformazione in Spa, niente quattrini in arrivo da Fitd e Mcc, mandando all’aria il piano di salvataggio.

I guai partono da lontano

Già più volte, in passato, ti abbiamo parlato delle difficoltà di banca popolare di bari. I primi scricchiolii risalgono al 2017, quando le inchieste della procura sull’acquisizione di tercas e i dubbi sulla correttezza delle informazioni contenute nei prospetti degli aumenti di capitale del 2014 e del 2015 ci hanno spinto a sospendere il nostro giudizio sull’affidabilità della banca – giudizio tutt’ora sospeso. Poi la situazione è via via peggiorata, fino al tracollo di fine 2019 quando banca d’italia ha commissariato la banca (non è più gestita dal management, ma da commissari nominati dalla banca centrale) e le azioni e obbligazioni della popolare di bari sono state sospese dalle negoziazioni sul mercato hi-mtf – peraltro già illiquido ben prima della sospensione, il che ha impedito a molti azionisti di fuggire in tempo dal titolo.

Mediocredito Centrale (MCC) è una banca controllata al 100% da Invitalia, a sua volta partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia. Il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) è invece alimentato dal sistema delle banche italiane, e indirettamente dai suoi clienti. Da te.

Quattro “spinte” per farti partecipare

Il piano prevede quattro mosse per spingere i soci a partecipare. Prima, il Fitd verserà una parte degli 1,17 miliardi non per farsi assegnare azioni nuove, ma per ripianare le perdite vecchie e ripristinare un capitale minimo di 10 milioni. Questo non porta nulla nelle tue tasche, ma evita che le azioni che hai già siano formalmente azzerate. Seconda, l’assegnazione di azioni gratuite se partecipi, indipendentemente da come voti. Quante? Per ora non si sa. Il valore totale delle azioni messe a disposizione dalla banca è di 20 milioni: più soci parteciperanno, più la “fetta” di ciascuno sarà piccola. Terza, partecipando ti verrà assegnato un warrant per ogni azione che già hai, escluse quelle acquistate con gli aumenti di capitale del 2014 e del 2015. Con il warrant potrai acquistare, dal 2025, delle nuove azioni a un prezzo non ancora determinato. Quarta, se avevi partecipato agli aumenti di capitale del 2014 e 2015, hai ancora queste azioni e non sei un “cattivo pagatore” (cioè il gruppo non ha crediti deteriorati nei tuoi confronti), con la partecipazione all’assemblea riceverai una proposta per “risarcirti” con 2,38 euro per azione, ultimo prezzo sull’Hi-Mtf prima della sospensione.

Secondo lo statuto – il regolamento interno della società – l’assemblea straordinaria è regolarmente costituita se sono presenti la metà dei soci (in prima convocazione) o 1/40 dei soci (in seconda convocazione).

Se vuoi partecipa, ma non farti illusioni

Morale, quanto può arrivarti in tasca se partecipi? Per il primo dei quattro punti, come ti abbiam detto, niente. Con le azioni gratuite, se nella peggiore delle ipotesi tutti i 70 mila soci partecipassero, a ognuno spetterebbero in media meno di 300 euro dei 20 milioni stanziati dalla banca. Ma attenzione, non sono contanti, bensì azioni. Non sappiamo quale prezzo utilizzerà la banca per calcolare il numero di azioni da assegnarti, ma se fossero anche qui i 2,38 euro dell’ultimo prezzo di quotazione, il valore “effettivo” dei titoli che avrai in mano potrebbe essere molto più basso. Ancora più incerto, poi, il valore del warrant, sia perché nell’incertezza attuale è quasi impossibile sapere quanto varrà Banca Popolare di Bari tra 5 anni, sia perché il prezzo a cui potrai acquistare le azioni non è ancora stabilito. Nell’ipotesi peggiore potrebbe anche valere zero. Morale: anche partecipando, potresti trovarti con un pugno di mosche in mano o poco più. Inoltre, devi tener presente tutti e tre gli “incentivi” sono subordinati al fatto che tutto “vada liscio”, cioè che un numero sufficiente di soci partecipi e che la maggioranza di loro voti sì alla trasformazione in Spa: se qualcosa va storto, il piano di salvataggio salta e anche se hai partecipato non ti spetta nulla. Perciò, se hai le qualifiche per poterlo fare, partecipa pure all’assemblea, ma a patto che tu non debba sostenere dei costi per farlo. Vista l’emergenza sanitaria, se vorrai partecipare non potrai farlo di persona ma solo tramite un rappresentante (Computershare Spa), trovi i dettagli su come farlo qui: https://www.popolarebari.it/content/dam/bpb/Assemblea_Soci_2020/Avviso%20di%20convocazione.pdf.

Trattandosi di una banca cooperativa non basta avere le azioni per poter partecipare all’assemblea: devi aver richiesto la qualifica di socio (ad esempio perché hai già partecipato ad altre assemblee in passato, o per usufruire di conti e prestiti agevolati) e l’iscrizione nel libro soci deve essere stata fatta almeno 90 giorni prima della data dell’assemblea.

Non accettare l’accordo transattivo

E l’accordo transattivo? Il nostro consiglio è di non accettare, anche nel caso tu decida di partecipare all’assemblea. Primo, su questo punto c’è un ulteriore elemento di incertezza, perché oltre al fatto che la trasformazione in Spa vada liscia devi contare sul fatto che almeno il 50% di chi ne ha diritto (con il 60% delle azioni coinvolte) accetti la proposta: se in pochi accettano, anche a te non sarà dato nulla. Secondo: i 2,38 euro sono a fronte di azioni che hai pagato ben 8,95 euro, quindi recuperi addirittura meno di quanto hanno recuperato (o stanno recuperando) gli azionisti delle banche venete, di Banca Etruria e delle altre (vedi qui a lato). Terzo, da quel che è stato comunicato finora (ma i dettagli devono ancora esser resi noti), sembra che l’offerta riguardi solo le azioni nuove che hai comprato con gli aumenti di capitale, e non tutte; nell’ipotesi che tu abbia partecipato a entrambi gli aumenti, sono solo un quarto circa delle azioni che hai in mano. Quarto, e più importante, accettando questa offerta accetti anche di non partecipare più a nessuna causa legale o azione nei confronti della banca per gli aumenti di capitale passati: insomma la banca punta a evitarsi quante più cause possibili, ecco perché ha fissato una soglia minima di adesioni. Tu non farti chiudere la bocca così facilmente: non accettare. 

I 2,38 euro dell’offerta transattiva sono poco più del 26% degli 8,95 euro che hai pagato in occasione degli aumenti di capitale del 2014 e del 2015. È addirittura meno del 30% che hanno recuperato, o che stanno recuperando, gli azionisti delle banche venete, di Banca Etruria e delle altre con il fondo di ristoro gestito da Consap – anche se c’è da ammettere che per avere questo parziale rimborso ci sono voluti anni di attesa.