Col sole in fronte

Settimana Borse
Settimana Borse
Un concentrato di ottimismo, ma con qualche ombra
Tre sono stati i fattori che hanno permesso alle Borse di mantenere un generale ottimismo. Primo: la Banca centrale Usa ha sì iniziato la riduzione del piano di “doping”, ma ha anche ribadito che non ha intenzione, a breve, di alzare i tassi d’interesse. Inoltre, anche la Banca centrale britannica, a sorpresa, ha deciso di rimandare l’avvio della stretta monetaria. Insomma, nel complesso il contesto sembra continuare a essere favorevole per la crescita economica. Secondo: diversi dati macroeconomici hanno dimostrato la salute dell’economia mondiale. Per esempio, negli Usa il settore terziario continua a espandersi a ritmi superiori alle attese, mentre in Italia si è registrato il sedicesimo mese consecutivo di miglioramento dell’attività manifatturiera. Terzo: il buono stato di salute dell’economia è confermato dai conti trimestrali societari che, mediamente, continuano a sorprendere in positivo il mercato. Alla luce di questa situazione è il caso di puntare con più decisione sulle Borse? Secondo noi, no, infatti non modifichiamo le nostre “torte” di portafoglio. Non mancano, infatti, motivi di preoccupazione. La corsa dell’inflazione rischia di frenare i consumi, così come, a sorpresa, già emerso in Germania (contrazione delle vendite al dettaglio). Inoltre, soprattutto in Europa, si sta riscontrando un nuovo aumento dei contagi da Covid-19 e in Cina tornano a riaffiorare i timori legati al settore immobiliare con un altro colosso del settore che non ha onorato ancora dei pagamenti nei confronti di investitori istituzionali.
I movimenti nel settore farmaceutico
A proposito di Covid-19, in settimana sono stati annunciati i risultati trimestrali da parte di Pfizer (48,61 Usd; Isin US7170811035): i dati sono stati positivi e il gruppo ha aumentato ancora una volta le prospettive di vendita per il suo vaccino contro il Covid-19 da qui alla fine dell’anno. Anche nel 2022 le vendite del vaccino dovrebbero rimanere sostenute (attesi circa 29 miliardi di dollari contro i 36 attesi per il 2021), mentre dovrebbero calare bruscamente nel 2023. In ogni caso, il gruppo può contare su tutta una serie di altri farmaci per sostenere la crescita. A questi potrebbe aggiungersi anche una nuova cura antivirale proprio destinata a chi ha contratto il Covid-19: i test sull’efficacia di questo trattamento sembrano essere promettenti. Quest’ultima notizia ha messo le ali al titolo, che ha chiuso la settimana con un progresso dell’11,1%. Secondo noi, però, queste azioni meritano ancora un acquisto. A sostenere il settore farmaceutico (+0,4% nel complesso) ci sono state anche le azioni Roche (364,3 franchi svizzeri; Isin CH0012032048), salite del 2,9% sulla notizia che il gruppo riacquisterà le sue azioni al momento detenute dalla rivale Novartis (76,09 franchi svizzeri; Isin CH0012005267), riconquistando quindi il pieno controllo della propria strategia. Anche le azioni Novartis, però, hanno guadagnato, chiudendo la settimana in rialzo dello 0,6%, in virtù dell’introito che la vendita genererà. Entrambi i titoli meritano un acquisto.
Per puntare in un colpo solo sulle principali società del settore farmaceutico mondiale puoi comprare l’Etf Lyxor msci world health care (418,97 euro, Isin LU0533033238) quotato in euro a Milano (+0,4% in settimana).
L’antivirale di Pfizer sarebbe anche più efficace di quello di Merck (81,61 Usd; Isin US58933Y1055): questo spiega il -7,3% di queste azioni in settimana. Non è il caso di disperarsi per ora: se hai le azioni Merck, mantienile.
Alti e bassi per le banche
La generale frenata delle Banche centrali in merito al rialzo dei tassi d’interesse non ha aiutato le azioni delle banche – gli istituti di credito non beneficiano di tassi d’interesse bassi – che, però, hanno in qualche modo retto (+0,9% in media le azioni delle banche europee) grazie a una serie di risultati trimestrali superiori alle attese. In particolare, in generale colpisce la contrazione degli accantonamenti per i crediti a rischio, che testimonia come l’economia si sia ripresa meglio delle attese dalla pandemia. E proprio grazie ai minori impatti dei crediti a rischio, Mps (1,02 euro; Isin IT0005218752) ha chiuso anche il terzo trimestre dell’anno in utile. Questo, però, non esclude l’aumento di capitale che è previsto per il 2022 e che potrebbe pesare sui prezzi delle azioni (hanno chiuso la settimana con una contrazione dell’1%). I vertici hanno chiesto una proroga per l’uscita dello Stato dall’azionariato dalla banca ed è verosimile che si debbano aspettare i dettagli dell’aumento di capitale prima che un possibile compratore si riaffacci alla finestra. Se ancora hai azioni Mps, vendile.
Anche per un tetto imposto ai bonus fiscali, le prospettive di “matrimoni” nel settore bancario italiano sembrano rimandate, ma non sono del tutto cancellate. Anche in virtù dei buoni risultati fatti segnare dalle banche, se hai quote dell’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (189,45 euro; Isin IE00BYMB4Q22) puoi mantenerle – ha fatto +2,9% in settimana.
Tecnologia vincente
Della prospettiva di tassi d’interesse bassi a lungo hanno beneficiato i titoli del settore tecnologico. In particolare, il settore dei produttori di microchip (+8,1%) è stato trainato dal clamoroso +22,5% fatto registrare in settimana dalle azioni Qualcomm (163,03 Usd; Isin US7475251036): il gruppo ha mostrato risultati che hanno largamente superato le attese del mercato sia dal punto di vista dei ricavi, sia da quello degli utili. Noi ti abbiamo in passato consigliato le azioni (primo consiglio dato su Altroconsumo Finanza n° 1339) per scommettere sulle prospettive del 5G, di cui Qualcomm è protagonista: ora che le azioni si sono riportate sui massimi di sempre, se le hai puoi ancora mantenerle, se non le hai non è il caso di acquistarle.
Facebook ha spinto sull’acceleratore e ha già cambiato il suo nome in Meta Platforms (341,13 Usd; Isin US30303M1027). Gli investimenti previsti per il nuovo “universo” digitale sono ingenti. Al più, se hai le azioni, puoi mantenerle.
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