Una pausa dopo la sbornia

Settimana Borse
Settimana Borse
Sereno variabile
Gli spunti di ottimismo per i listini azionari non sono mancati. In primo luogo sono arrivati dalla Cina: da un lato i dati sulle esportazioni si sono dimostrati migliori delle attese, dall’altro si è ancor più stemperata la paura del fallimento del colosso immobiliare Evergrande (ha effettuato un altro pagamento ai suoi finanziatori). In seconda battuta qualche novità positiva è arrivata anche dell’Europa – vedi il rialzo a sorpresa dell’ottimismo degli esperti economici tedeschi – e dagli Stati Uniti – con l’approvazione di un ingente piano d’investimenti per le infrastrutture, che dovrebbe sostenere l’economia del Paese. A smorzare un po’ il buonumore ci hanno pensato, però, il dato sul balzo del carovita negli Usa, che potrebbe portare la Banca centrale Usa a rialzare i tassi d’interesse prima del previsto – una novità per un mercato che sembra ormai dipendente dai tassi d’interesse bassi – e le notizie sull’aumento dei contagi da Covid-19 soprattutto in Europa, con il conseguente rischio di reintroduzione di restrizioni che potrebbero frenare un po’ la ripresa economica. Inoltre, la stagione dei conti trimestrali, che tanto ha sorpreso e ha fatto bene alle Borse, è ormai arrivata alla fine: le Borse hanno dunque approfittato per tirare il fiato.
General electric si fa(rà) in tre
Anche se in settimana c’è stata solo la coda della stagione dei conti trimestrali, non sono comunque mancate notizie rilevanti dalle società quotate in Borsa. Cominciamo da quelle per General Electric (107,59 Usd; Isin US3696043013): la società, un tempo un simbolo dell’eccellenza della grande industria americana, sarà scissa in tre entità distinte: una dedicata alle apparecchiature mediche (dal 2023), una dedicata all’energia (turbine e energie rinnovabili; dal 2024) e una dedicata all’aviazione (quello che resterà terminati gli altri scorpori). Dopo anni di tentativi, ci sembra un’ammissione di fallimento della capacità dei vertici di generare sinergie tra le varie attività. Se è vero che, una volta autonome, queste divisioni potranno investire in modo più efficiente, è anche vero che si tratta di attività che presentano delle difficoltà: quelle legate all’aviazione pagano ancora le incognite della pandemia, quelle legate alla sanità presentano problemi di logistica a livello globale, quelle legate all’energia hanno mostrato un calo dei ricavi anche nell’ultimo trimestre. Le azioni General Electric hanno chiuso la settimana in calo dell’1,1% e alla luce delle novità e delle riflessioni espresse, a nostro parere, sono ormai da vendere.
Ricorda che le eventuali plusvalenze (se vendi General Electric in attivo) o minusvalenze (se le vendi in perdita) sulle azioni americane sono trattate dal Fisco come quelle sulle azioni italiane: sulle eventuali plusvalenze sarai dunque tassato al 26% e le eventuali minusvalenze pregresse si sommeranno alle altre ottenute magari su azioni italiane.
Engie avanti con la ristrutturazione
Nel settore delle utility da segnalare che la francese Engie (13,16 euro; Isin FR0010208488) ha annunciato di essere entrata in trattive esclusive per la cessione del 100%della controllata Equans. Colpisce il prezzo pattuito per la cessione, 7,1 miliardi di euro, che sembra valorizzare bene Equans. È un buon affare che permetterà a Engie, in primo luogo, di semplificare la sua complessa struttura societaria (con conseguenti risparmi di costo), ma, soprattutto, di recuperare il ritardo rispetto alla concorrenza, accelerando con gli investimenti nelle attività chiave, comprese le energie rinnovabili – punta ad avere nel 2030 2,5 volte la potenza di generazione attualmente disponibile. Noi siamo ottimisti, alziamo le stime sugli utili del gruppo e, nonostante il rialzo del 3,5% in settimana, puoi ancora acquistare le Engie.
Engie venderà Equans alla connazionale Bouygues (32,65 euro; Isin FR0000120503). Le azioni Bouygues hanno chiuso la settimana in calo dell’8,3%, ma nonostante la discesa, non è il caso di acquistarle. Al più, se hai già le azioni, mantienile.
Umicore e le ombre sulle batterie
Da segnalare, infine, l’annuncio della britannica Johnson Matthey di voler abbandonare le sue attività legate ai materiali per le batterie nmc (nickel-manganese-cobalto), a causa di una redditività insufficiente dovuta alla crescente concorrenza e al progresso di tecnologie alternative. Questo ha avuto effetto anche su Umicore (46,29 euro; Isin BE0974320526), che è specializzata proprio nelle batterie nmc, le cui azioni hanno perso il 7,5%. Che fare? Se è vero che altre batterie, tipo quelle cinesi lfp (litio-ferro-fosfato) stanno riscontrando sempre più successo presso i produttori di auto, è anche vero che la divisione batterie rappresenta solo il 30% circa del fatturato e meno del 15% dell’utile industriale di Umicore – continuiamo ad attenderci risultati record per il gruppo nel 2021. Non è il caso di scappare, se hai le azioni mantienile, ma se non le hai non le acquistare ora.
Che fare con le Kyndryl?
IBM (118,96 Usd; Isin US4592001014) ha completato lo scorporo di Kyndryl (20,74 Usd; Isin US50155Q1004) e se sei azionista di IBM dovresti ormai aver ricevuto le Kyndryl. È una società che fornisce servizi legati alle infrastrutture informatiche delle aziende, un'area strutturalmente in declino con la diffusione del cloud computing. Nonostante il calo delle Kyndryl in questi giorni, crediamo che a questi prezzi siano ancora poco promettenti. Vendi le Kyndryl, mantieni, invece, le IBM.
Cambiamenti nei consigli |
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GENERAL ELECTRIC 107,59Usd Isin US3696043013 |
M ➜V |
UMICORE 46,29Usd Isin BE0974320526 |
A ➜M |
A: acquista; M: mantieni; V: vendi |
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