Le montagne russe
Bastano due esempi per farti rendere conto di quanto i listini azionari siano nervosi in questi giorni. Primo: la giornata di mercoledì 1° dicembre si era aperta positivamente per la Borsa di New York, al punto che l’indice S&P500 nella prima parte della mattinata guadagnava anche l’1,8%. Poi, però, è bastata la notizia del primo caso accertato di persona affetta da variante Omicron in California (primo caso negli Usa) per far cadere il mercato nel panico: nella seconda parte della giornata l’indice S&P500 ha perso quasi il 3%. e ha così chiuso la giornata con una contrazione dell’1,2% rispetto al giorno precedente. Secondo: nella prima mezz’ora della giornata del 2 dicembre l’indice Nasdaq, che racchiude tante azioni americane del settore tecnologico, ha registrato un progresso dell’1,4%, poi nei 45 minuti successivi ha perso l’1,6%, salvo poi recuperare di nuovo l’1,2% negli ulteriori 50 minuti seguenti (ha poi chiuso a +0,8%). Vere montagne russe.
Alti e bassi anche per le azioni Apple (163,76 Usd; Isin US0378331005): la società avrebbe comunicato ai suoi fornitori di aver rilevato un rallentamento della domanda dei nuovi Iphone13. Se hai le azioni puoi comunque mantenerle.
L’incognita sull’economia
Il motivo di questo andamento è presto detto: prima è stato lanciato l’allarme sul fatto che i vaccini attuali possano avere scarsa efficacia contro Omicron, poi sono arrivati messaggi più rassicuranti. Ancora c’è incertezza sull’effettiva pericolosità, e l’incertezza è una delle cose che i mercati odiano di più. Nel frattempo alcuni Paesi stanno procedendo a nuove restrizioni per persone e attività: queste limitazioni, assieme all’aumento dei contagi e alla corsa dell’inflazione, che ancora è sostenuta, rischia di dare una mazzata alle spese dei consumatori – non per nulla la fiducia di questi ultimi è risultata in calo sia negli Usa, sia in Europa – frenando gli utili aziendali e, di conseguenza, l’andamento delle azioni. A questo aggiungi il fatto che la Banca centrale americana ha fatto delle dichiarazioni sull’inflazione (vedi pagina 12) che hanno cominciato a far temere che possa procedere con un’accelerazione nella riduzione del piano di aiuti all’economia e, di conseguenza, del processo di rialzo dei tassi d’interesse, proprio in un momento in cui, invece, per effetto delle incognite legate alla variante Omicron, le Borse si aspettavano una politica monetaria più “accomodante”. Ci attendiamo listini nervosi anche nei prossimi giorni.
Più che mai in questo momento è importante calibrare bene il proprio portafoglio d’investimenti: per farlo al meglio orientati con le “torte” di portafoglio che trovi su www.altroconsumo.it/finanza/portafogli.
Luci e ombre nel settore farmaceutico
In questa situazione le società che producono già un vaccino contro il Covid-19 continuano a reggere in Borsa: si ritiene che saranno le stesse a fornire una risposta anche alla variante Omicron. Acquista le azioni Pfizer (53,04 Usd; Isin US7170811035). Le altre società del settore farmaceutico, invece, tendono a comportarsi meno bene: il timore è che la diffusione dei contagi possa nuovamente portare al rinvio delle visite mediche, fatto già registrato soprattutto durante la prima ondata. Non per nulla azioni come Novartis (73,8 franchi svizzeri; Isin CH0012005267), azienda non impegnata nella lotta vaccinale al Covid-19, anche negli scorsi giorni hanno pagato dazio. Ci sembra, però, una penalizzazione eccessiva: le prospettive del gruppo a medio-lungo termine restano positive (vedi l’esigenza di cure legata al generale invecchiamento della popolazione). Acquista le Novartis.
Sanofi (84,19 euro; Isin FR0000120578) continua a puntare sui vaccini acquisendo la società austriaca Origimm Biotechnology (lavora a un vaccino contro l’acne). Il gruppo si attende di vedere le vendite dei vaccini (escluso quello per il Covid-19) in crescita tra il 5% e il 10% medio annuo. Le azioni valgono ancora un acquisto.
Niente corsa alla carta igienica
Particolarmente ballerino negli scorsi giorni è stato il titolo Kimberly-Clark (132,79 Usd; Isin US4943681035): ci sarà una nuova corsa agli acquisti di carta igienica come all’inizio della pandemia? Il gruppo stesso sembra escluderlo: già i dati del terzo trimestre erano risultati sotto le attese proprio per il non brillante andamento della divisione legata ai prodotti di carta e il gruppo ha rivisto al ribasso gli obiettivi per tutto il 2021. Non solo, la società sta pagando il rialzo dei prezzi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti e temiamo che tutto questo possa condizionare la sua redditività anche nel corso del 2022. È il momento di vendere le azioni.
I conti trimestrali di Kimberly-Clark ci hanno deluso e ci hanno portato a ridurre le stime sui suoi utili.
La sorpresa delle banche italiane
Tra i titoli andati meglio nei giorni scorsi ci sono quelli delle banche italiane. Da un lato le azioni Mps (0,92 euro; Isin IT0005218752) si sono impennate sulla conferma della riapertura del dialogo tra lo Stato italiano e la Commissione europea – ci sarà probabilmente più tempo per trovare una soluzione per la banca – dall’altro le azioni Unicredit (11,01 euro; Isin IT0005239360) sono salite per via di indiscrezioni sui tagli ai costi previsti nel prossimo piano. In entrambi i casi i rischi restano elevati: vendi.
Le voci su Mps hanno riacceso un po’ la speranza di matrimoni tra le banche italiane: se hai quote dell’Etp dell’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (172,54 euro; Isin IE00BYMB4Q22) puoi mantenerle.
@Giammarco A seguito dell’ingresso della Borsa italiana nel gruppo Euronext, alcuni segmenti di mercato hanno cambiato nome: per esempio, l’Aim ora si chiama Emg. Le caratteristiche di questo mercato, però, sono rimaste le stesse: non ci convince molto e per sapere perché puoi vedere, per esempio, Altroconsumo Finanza n° 1373.
Prezzi e valutazioni al 02/12/21