I listini ritrovano ottimismo

Analisi
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Il buon andamento nonostante le inquietudini
Diversi i fattori che hanno permesso alle Borse di trovare un buon andamento. Primo: secondo alcuni studi la variante Omicron sarebbe molto contagiosa, ma con effetti sulla salute meno severi di altre varianti. Inoltre, i principali produttori di vaccino hanno fornito indicazioni “incoraggianti” sulla copertura offerta nei confronti di questa variante e si sono comunque detti fiduciosi, nel caso, di poter sviluppare una nuova versione del vaccino in pochi mesi. Secondo: la Banca centrale cinese è intervenuta con un taglio al valore delle riserve che gli istituti cinesi devono obbligatoriamente detenere. È un modo per liberare liquidità ed evitare, quindi, che i problemi di Evergrande (colosso immobiliare che non ha onorato dei pagamenti) possano estendersi. Terzo: alcuni dati macroeconomici, in particolare proprio dalla Cina, hanno rassicurato sulla crescita economica. Quarto: il dato sull’inflazione Usa non ha riservato particolari sorprese negative e questo ha fatto tirare un sospiro di sollievo a chi temeva che questo avrebbe potuto innescare una revisione anticipata della politica della Banca centrale americana. Gli elementi di tensione, comunque, non mancano. L’inflazione Usa è comunque ai massimi dagli anni ’80 e il fatto che il Regno Unito sia stato costretto, per l’aumento dei contagi, a introdurre misure contro cui finora si era opposto ha ricordato che la pandemia non è finita. I nostri portafogli non cambiano – vedi www.altroconsumo.it/finanza/portafogli.
Lo scatto di Unicredit
In ogni caso, come detto, la settimana si è chiusa in attivo e particolarmente bene sono andate le azioni Unicredit (12,88 euro; Isin IT0005239360), che hanno chiuso in guadagno del 15,7%. A determinare l’entusiasmo è stata la presentazione del nuovo piano 2022-2024. Due gli elementi che il mercato ha ritenuto sorprendenti. Il primo è una crescita dei ricavi che è stimata a una media del 2% annuo: non è poco se pensi che nel precedente piano, pur essendo stato redatto prima dello scoppio della pandemia, la crescita media attesa fino al 2023 era prevista nell’ordine dello 0,8% annuo. Il secondo è una remunerazione complessiva da riconoscere agli azionisti nell’ordine di 16 miliardi di euro. Si tratta di un valore allineato a quello del precedente piano (che però in qualche modo dettagliava meglio il valore complessivo atteso in contanti o in acquisti di azioni), che pure era stato redatto pre-pandemia. Le leve per raggiungere gli obiettivi sono soprattutto concentrate su una riorganizzazione dei processi di gestione/manageriali e su una progressiva digitalizzazione. Secondo noi l’entusiasmo del mercato è eccessivo: le leve previste dal piano ci sembrano deboli, in Europa, almeno a breve termine, permarrà uno scenario di tassi d’interesse bassi e restano le incognite legate a nuove recrudescenze della pandemia. Insomma, c’è il rischio che gli obiettivi di crescita dei ricavi possano non essere centrati e questo farebbe sbandare il titolo. Il nostro consiglio non cambia: vendi.
Il settore farmaceutico ha chiuso la settimana in rialzo dell’1,9% grazie al traino arrivato dalle azioni Roche (377 franchi svizzeri; Isin CH0012032048), che hanno fatto +4,1% dopo che l’autorità del farmaco europea ha approvato l’utilizzo di un prodotto del gruppo per il trattamento di forme gravi di Covid-19. Il consiglio su Roche GS è confermato: acquista.
La corsa di Unicredit ha fatto bene a tutti i titoli bancari italiani: l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (180,75 euro; Isin IE00BYMB4Q22), che ne racchiude l’andamento, ha guadagnato il 4,9%. Se lo avevi comprato per scommettere su fusioni tra banche italiane, puoi ancora mantenerlo.
Lo scorporo di Intel
Dopo lo scatto a inizio settimana, Intel (50,59 Usd; Isin US4581401001) ha chiuso con un progresso del 2,7%. A sostenere le azioni è la decisione di quotare in Borsa la controllata Mobileye (soluzioni di assistenza alla guida): potrebbe valere sui 50 miliardi di dollari (un quarto del valore di Intel) nonostante pesi per solo il 2% sui ricavi di Intel. Insomma, Intel potrebbe fare un affarone recuperando quella liquidità necessaria a sostenere l’ambizioso piano di investimenti in infrastrutture per microchip che dovrebbe sostenere i suoi risultati nel medio-lungo periodo. Restiamo fiduciosi nei confronti del titolo e il consiglio non cambia: acquista.
Non c’è ancora separazione in casa Nestlé (124,94 franchi svizzeri; Isin CH0038863350): sebbene alcuni azionisti spingessero affinché vendesse tutta la partecipazione in L’Oréal (421,05 euro; Isin FR0000120321), la quota nel gruppo francese scenderà solo dal 23% al 20%. Nestlé utilizzerà i proventi per finanziare il piano di acquisto di azioni proprie. Le Nestlé hanno chiuso in rialzo del 5,2%, le L’Oréal in rialzo del 5%. Mantieni le prime, vendi le seconde.
Il rimbalzo del petrolio
In generale l’ottimismo d’inizio settimana ha permesso al petrolio di risalire: quello di qualità brent ha fatto +7,5% e ha chiuso poco sopra i 75 dollari al barile. Questo, però, non è bastato a ridare fiato alle azioni delle compagnie petrolifere che, mediamente, hanno guadagnato solo lo 0,3%. Si sono distinte, però, le azioni Exxon Mobil (63,01 Usd; Isin US30231G1022) che hanno messo su il 3,5%. Il gruppo sta abbozzando le linee del suo piano di investimenti. A differenza dei maggiori concorrenti europei, che puntano sulle rinnovabili, il gruppo continua a rafforzarsi negli idrocarburi sui suoi mercati principali, con l’obiettivo di raddoppiare gli utili nel 2027 (rispetto al 2019) e di migliorare la redditività. Per finanziarne la crescita investirà circa 20-25 miliardi di dollari all’anno, mentre gli investimenti nelle energie rinnovabili si limiteranno a 15 miliardi in 6 anni. Limitati a mantenere.
Cambiamenti nei consigli |
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GEOX 1,07euro Isin IT0003697080 |
V ➜ M |
M: mantieni; V: vendi |
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