Venti gelidi sui mercati

Settimana Borse
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In cerca di una direzione
I mercati sono sembrati disorientati dalle varie notizie giunte negli ultimi giorni. In primo luogo c’è l’incognita della variante omicron: se ulteriori studi sembrano confermare il fatto che possa avere impatti sulla salute meno severi di altre varianti, è altrettanto vero che la capacità di diffusione resta molto elevata e questo sta costringendo diversi Paesi a introdurre politiche restrittive che in alcuni casi prevedono anche la chiusura di alcune attività economiche. La stessa Banca centrale europea ha sottolineato come queste nuove misure di contenimento, pesando sul morale dei consumatori e delle imprese, potrebbero condizionare l’attesa ripresa economica. Proprio per questo la Banca centrale europea ha deciso una riduzione molto lenta delle misure straordinarie di aiuto all’economia e anche in termini di rialzo dei tassi d’interesse le tempistiche sembrano allungarsi. Tutto l’opposto di quello che ha fatto, invece, la Banca centrale britannica: spaventata dalla corsa dell’inflazione, ha alzato i tassi ufficiali nonostante il Paese sia uno dei più colpiti dalla variante omicron. Soluzione intermedia, invece, è stata scelta dalla Banca centrale americana: riduzione dei piani straordinari di sostegno, con un avvio del rialzo dei tassi d’interesse a partire dal 2022. I mercati inizialmente avevano reagito bene alla decisione della Banca centrale Usa, ma poi sono sembrati spiazzati dalle soluzioni scelte dalle altre Banche centrali. Quale sarà la strada “giusta”? In tutta questa incertezza i listini hanno chiuso in modo poco brillante la settimana scorsa e, spaventati anche dal possibile stop al piano infrastrutturale americano, hanno aperto male quella in corso.
L’allarme sui risultati lanciato dalla società Adobe e la chiusura di alcune fabbriche in Cina per contenere i contagi hanno dato una mazzata ai titoli del settore tecnologico (-3,7% in media).stini hanno chiuso in modo poco brillante la settimana scorsa e, spaventati anche dal possibile stop al piano infrastrutturale americano, hanno aperto male quella in corso.
Settore farmaceutico in gran spolvero
A livello settoriale, si sono distinte, però, le azioni del settore farmaceutico, che hanno chiuso la settimana con un rialzo medio del 3,2%. Il traino è arrivato dalle azioni Pfizer (59,48 Usd; Isin US7170811035) che hanno guadagnato il 12,7%. Tre le notizie che sono piaciute al mercato: la terza dose del suo vaccino alzerebbe la protezione contro la variante omicron, l’Agenzia europea del farmaco ha dato l’ok all’utilizzo del suo trattamento per curare chi ha già contratto il Covid-19 (e uno studio dimostrerebbe una sua buona efficacia), la società ha trovato un accordo per acquisire una società biotecnologica che potrebbe rafforzare il gruppo nell’ambito della gastroenterologia, dermatologia e cardiologia. Le prospettive di crescita per Pfizer sembrano rinnovarsi giorno dopo giorno e per questo, nonostante la corsa, secondo noi le azioni meritano ancora un acquisto. A trainare il settore ci sono state anche le Eli Lilly (267,42 Usd; Isin US5324571083), che hanno chiuso la settimana con un progresso del 9,5% dopo che la società ha rialzato le stime di crescita per il 2022 grazie all’attesa approvazione di alcuni nuovi prodotti. A riprova del suo ottimismo, ha alzato del 15% il dividendo trimestrale. Tuttavia, gli utili a breve termine risentiranno dei costi legati alla partnership recentemente siglata con Foghorn Therapeutics nel settore oncologico. Limitati a mantenere le azioni Eli Lilly.
Buon rialzo anche per le azioni Novartis (79,80 franchi svizzeri; Isin CH0012005267), che hanno guadagnato in settimana il 6,9% dopo l’annuncio di un nuovo piano di acquisti di azioni proprie. Nonostante il rialzo, secondo noi le Novartis meritano un acquisto.
Contrastate le banche
Le azioni bancarie hanno chiuso con un bilancio negativo. Se da un lato la prospettiva di rialzo dei tassi d’interesse, come detto soprattutto negli Usa, va a favore di una loro maggiore redditività, dall’altro i timori che la crescita economica possa subire contraccolpi dalla diffusione della variante, aumenta il rischio di perdite legate ai mancati rimborsi dei prestiti. Tra alti e bassi, le azioni bancarie europee, in particolare, hanno chiuso la settimana con un calo medio dell’1,4%. Tra queste ultime particolarmente ballerina è stata Banca Carige (0,69 euro; Isin IT0005428195): nelle prime sedute della settimana ha guadagnato il 22%, nelle ultime ha perso il 9,2%. È tutto legato all’offerta d’acquisto lanciata da Bper (1,78 euro; Isin IT0000066123): quest’ultima ha offerto 1 solo euro per accaparrarsi l’88% di Carige in mano al Fondo interbancario di tutela dei depositi (e a Cassa centrale banca) – e offrendo poi 0,8 euro per azione sulle azioni restanti. Non solo: Bper ha chiesto anche al Fondo di effettuare un aumento di capitale da 1 miliardo di euro prima di procedere con l’acquisto della quota a 1 euro. L’offerta ti fa rendere conto della situazione delicata di Carige e anche di come sia difficile maritarla: il Fondo non ha accettato l’offerta di Bper e questo spiega il ripiegamento del titolo. Tenere azioni Carige è rischioso: approfitta del rialzo, se le hai, per venderle. Non acquistare le Bper.
Sul finire della settimana è stato presentato anche il nuovo piano di Mps (0,93 euro; Isin IT0005218752), che prevede per la banca di andare avanti “da sola” con un aumento di capitale da 2,5 miliardi da effettuarsi nel 2022 e una semplificazione della struttura operativa. L’aumento di capitale è in linea con quanto già stimavamo, le attese reddituali sono migliori delle nostre attese, ma per prudenza non cambiano né le stime, né il consiglio. Vendi.
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