Grazie alla pandemia la posta vola

Analisi
Analisi
La crisi sanitaria ha intensificato alcune tendenze che già prima della pandemia stavano cominciando a caratterizzare il settore postale. Da un lato, la crescita dei volumi di pacchi è accelerata (+15,3% a livello mondiale nel 2020) a causa dei ripetuti confinamenti che hanno consentito all'e-commerce di sperimentare un aumento vertiginoso. Dall’altro lato, la pandemia ha avuto l'effetto di accelerare la “sostituzione elettronica”: il volume degli invii di corrispondenza classici, compresa la posta pubblicitaria, è fortemente diminuito, -15,9% nel 2020, più del doppio rispetto alla flessione registrata nel 2019. Per la maggior parte degli operatori, il boom dei pacchi ha più che compensato il forte calo del settore postale, tant’è che il fatturato complessivo, che di solito nel settore tende a essere piuttosto stabile di anno in anno, in questo contesto registra netti aumenti. Per esempio, nel 2020 PostNL (3,45 euro; Isin NL0009739416) e Bpost (7,24 euro; Isin BE0974268972) hanno aumentato le vendite rispettivamente del 14,5% e dell'8,3%. La crescita nei primi 9 mesi del 2021 è scesa al 2,5% per il gruppo belga, ma resta molto dinamica per il concorrente olandese (+13%). Anche Deutsche Post (52,1 euro; Isin DE0005552004) e la sua controllata DHL stanno beneficiando della maggiore esternalizzazione delle catene di approvvigionamento da parte delle aziende, ansiose di ridurre il rischio logistico e la loro dipendenza da un numero troppo limitato di fornitori. Da gennaio a settembre 2021 il gruppo tedesco ha incrementato il proprio fatturato di ben il 22% (contro una crescita del 5,5% per tutto il 2020). Quanto a Poste italiane (11,49 euro; Isin IT0003796171), la forte presenza nel settore finanziario rende la società italiana un caso un po’ diverso, ma di fondo sono visibili le stesse tendenze: nei primi nove mesi 2021 i ricavi sono saliti di quasi il 12%, con un apporto determinante del settore corrispondenza (quasi +19%) a sua volta “dopato” proprio dal settore pacchi (+29,3% il volume in questo specifico settore).
Sul mercato azionario, dall'inizio del 2021 la maggior parte degli operatori ha ottenuto buoni risultati, per esempio Deutsche Post (+33%) e PostNL (+36%). Quanto a Bpost, il gruppo belga continua ad essere evitato dagli investitori perdendo il 15% del proprio valore da inizio 2021.
Anche Poste Italiane ha seguito il buon andamento del settore, oltre ad aver beneficiato del buon momento registrato dai titoli legati, direttamente o indirettamente, dal settore finanziario: da inizio 2021, il titolo ha guadagnato il 44% (dividendi inclusi).
Una sana redditività
Ma le società del settore sono state in grado di trasformare questo maggior giro d’affari in un aumento dei guadagni? La pandemia ha comportato costi aggiuntivi e il passaggio alla logistica dei pacchi e dell'e-commerce continua a richiedere ingenti investimenti (in capacità di smistamento, automazione, ecc.). Tuttavia, grazie all'aumento dei volumi combinato con alcuni aumenti dei prezzi, la maggior parte degli operatori ha visto migliorare i margini sia nel 2020, sia durante i primi 9 mesi del 2021. Deutsche Post, per esempio, è ora tra gli operatori più redditizi del settore: il suo margine industriale (rapporto tra utili industriali e fatturato) ha raggiunto il 9,9% nei primi 9 mesi del 2021 (rispetto all'8,2% nel 2020 e al 6,5% nel 2019). Anche PostNL è in buona forma: il margine è salito dal 5,7% nel 2019 al 7,5% nel 2020 e dovrebbe attestarsi all'8,4% nel 2021. Bpost, dal canto suo, ha perso qualche posizione in classifica. Essendo uno dei migliori risultati prima della crisi sanitaria (margine industriale dell'8,1% nel 2019), il gruppo aveva registrato un calo del suo margine nel 2020 al 6,8%, in particolare per il maggiore utilizzo di lavoratori temporanei per garantire le consegne. Tuttavia, grazie a una migliore preparazione per il picco di fine anno, il margine dovrebbe rimbalzare, nei dati a fine 2021 non ancora noti, per tornare al livello in cui si trovava poco prima della pandemia. E Poste italiane? Anche qui, la presenza nel settore finanziario fa vedere la differenza, con un margine industriale di quasi il 19% nei primi nove mesi del 2021.
Nei primi nove mesi del 2021, il settore della corrispondenza (compreso il comparto dei pacchi) ha rappresentato circa un terzo dei ricavi complessivi del gruppo. Gli altri due terzi sono arrivati dal comparto dei servizi finanziari, da quello dei servizi assicurativi e da quello dei pagamenti e mobile.
Prospettive promettenti
L'aumento dell’attività registrato durante la pandemia più che probabilmente non sarà solo un fenomeno passeggero: molti consumatori hanno scoperto i vantaggi della vendita online e della consegna a domicilio, e continueranno a utilizzare questi sistemi di acquisto anche quando l’emergenza sanitaria sarà del tutto superata. Per questo, a nostro avviso, il settore ospita diversi gruppi interessanti, ma non adatti a tutti. Se siete piuttosto cauti nelle vostre scelte di investimento, la scelta più indicata è secondo noi Deutsche Post. Il gruppo tedesco è passato con successo ai pacchi e alla logistica grazie alla sua controllata DHL e ha un vantaggio in termini di economie di costi grazie alla larga scala. Al prezzo attuale, il titolo viene scambiato a 13 volte gli utili attesi nel 2022. Sebbene il prezzo sia già fortemente rimbalzato, riteniamo che il titolo abbia ancora il potenziale per apprezzarsi ulteriormente. Se accetti un livello di rischio un po’ più alto, puoi scommettere su PostNL, che è tra gli attori più avanzati nel settore dei pacchi (questa attività rappresenta quasi il 70% del suo fatturato e il 75% del suo risultato operativo). La competizione si intensificherà nei prossimi anni ma, a nostro avviso, PostNL è in grado di difendere la sua posizione di forza nel Benelux grazie alle sue partnership con negozi online di successo (Coolblue, Bol.com). Il titolo è attualmente scambiato a 9 volte gli utili attesi per quest'anno e il suo rendimento da dividendi è di oltre il 9% lordo. Lo “sconto” del titolo rispetto alle valutazioni medie del settore ci sembra eccessivo: per questo, rimane tra i titoli che consigliamo di acquistare. Infine, l'investitore paziente che vuole scommettere su un "giro di boa" può posizionarsi su Bpost, il più speculativo dei tre titoli in questione perché, rispetto ai suoi concorrenti, il gruppo belga è rimasto indietro nella transizione verso il commercio online. La sua storica divisione Mail & Retail è ancora dominante nel suo mix di performance (50% dei ricavi, 66% dell'utile operativo), ma se l’azienda postale riuscirà a trasformarsi aumentando la propria crescita, il titolo (che oggi scambia a 6volte gli utili 2022) potrebbe significativamente beneficiarne. Il ripristino del dividendo, che dovrebbe essere deciso il prossimo maggio, potrebbe essere un primo passo nella giusta direzione.
Che fare con Poste Italiane?
Ai prezzi attuali, il titolo quota circa 10 volte gli utili attesi per quest’anno e 1,1 volte il patrimonio contabile della società. Valori non lontanissimi da quelli dei concorrenti di cui ti parliamo qui a lato, ma neanche così convenienti dopo la crescita già registrata in Borsa. A questo si aggiungono le incognite legate alla parte “finanziaria” della sua attività. Per il momento, preferiamo rimanere cauti: limitati a mantenere il titolo se lo hai già, ma non acquistarlo ora.
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