Il punto sul 2021
Il 2021 è stato un anno positivo per i listini azionari mondiali: nonostante le scivolate registrate sul finire dell’anno, il progresso risulta mediamente di circa il 14%. Si è distinta la Borsa di New York con un guadagno di circa il 27%: questo non sorprende in quanto sul listino americano pesano in maniera particolarmente rilevante i titoli del settore tecnologico che sono tra quelli andati meglio – in particolar modo, le azioni delle società che realizzano microchip hanno chiuso l’anno con un progresso medio del 39%. Tra le azioni che, invece, non sono andate bene ci sono da segnalare quelle cinesi: l’indice che tiene conto delle principali 100 azioni cinesi (quotate sia a Hong Kong, sia sui listini americani) è in rosso a doppia cifra (le sole azioni cinesi a Shangai hanno limitato il calo al 5,2%). In questo caso, a pesare sull’andamento del listino c’è stato l’intervento diretto delle autorità cinesi sulla regolamentazione di alcuni settori e la crisi del gigante immobiliare Evergrande, che ha fatto temere l’emergere di ulteriori casi simili. Le Borse della zona euro hanno archiviato un progresso medio del 21% (hanno meno titoli tecnologici).
I risultati del 2021 per le Borse attualmente consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: +13%; +14,6%
Canada: +24,4%; +35%
Cina: -28,9%; -23,5%
Corea: +3,6%; +1,9%
Eurozona: +21%; +21%
Giappone: +4,9%; +1,2%
Indonesia: -1%; +5%
Regno Unito: +14,3%; +21,9%
Russia: +18,8%; +26%
Svezia: +29,1%; +26%
Stati Uniti: +26,9%; +36,5%
Svizzera: +24,1%; +25,6%
Le ragioni dietro la crescita
A parte alcuni casi, comunque, nel complesso è stato un anno positivo. Le ragioni sono state fondamentalmente due. In primo luogo, grazie ai vaccini, la ripresa economica è stata più sostenuta del previsto e questo si è riflesso in conti trimestrali societari che spesso si sono rivelati migliori rispetto alle attese medie del mercato. In seconda battuta, le Banche centrali in giro per il mondo hanno mantenuto una politica monetaria estremamente generosa che ha contribuito a tenere su bassi livelli i rendimenti delle obbligazioni. Con i rendimenti dei bond e dei titoli di Stato spesso sottozero e un’ampia liquidità sul mercato, non c’erano molte alternative d’investimento rispetto ai listini azionari mondiali. La mancanza di alternative all’investimento azionario è stato indicato dall’acronimo inglese Tina – There is no alternative, non c’è alternativa (alle Borse).
I temi rilevanti del 2022: inflazione e tassi d’interesse…
Per la prima volta, però, dopo anni di politiche monetarie generose ha fatto nuovamente capolino il fenomeno dell’inflazione. Durerà a lungo? Secondo alcuni esponenti, soprattutto all’interno della Banca centrale europea, è un fenomeno transitorio destinato a riassorbirsi – i numerosi “colli di bottiglia” sulle catene di approvvigionamento dovrebbero progressivamente risolversi nel 2022. Secondo altri esponenti, soprattutto nelle Banche centrali del mondo anglosassone, tale fenomeno, invece, non è destinato a riassorbirsi in modo “naturale”: significa che per contrastarlo sarà necessario porre fine alla politica dei tassi d’interesse bassi. La forza e la velocità con cui i tassi d’interesse risaliranno in giro per il mondo sarà uno dei fattori a determinare l’andamento delle Borse nel 2022. I titoli del settore tecnologico, infatti, dovrebbero soffrire in caso di rialzo più veloce del previsto, a detrimento della Borsa Usa che fa da guida per le altre.
… crescita economica…
L’altro aspetto essenziale è legato alla forza della crescita economica. Se in generale ci si attende un rallentamento rispetto al 2021 – anno eccezionale di rimbalzo dopo la crisi dello scoppio della pandemia – la ricchezza mondiale dovrebbe continuare comunque a crescere a ritmi superiori al 4% annuo (tanto). Se il rialzo dei tassi d’interesse riuscirà a non bloccare questa spinta di crescita, allora le Borse potrebbero continuare a restare ben intonate. Al contrario, se il contrasto al carovita dovesse pesare sulla crescita della ricchezza mondiale allora le Borse pagherebbero dazio. È un equilibrio delicato per questo i listini potrebbero spesso cambiare umore.
Le Banche centrali operano sui cosiddetti tassi d’interesse ufficiali. Ci sono però anche quelli di mercato – ovvero delle obbligazioni scambiate in Borsa – che possono anticiparne alcuni movimenti.
… pandemia
Sull’andamento delle Borse potrebbero poi incidere tutta una serie di altri fattori. Dal rischio di ulteriori fallimenti di società in Cina, all’emergere di un conflitto legato a Taiwan, dal perdurare della corsa dei prezzi dell’energia, ad alcuni snodi politici (vedi le elezioni presidenziali in Francia). Su tutti, però, non possiamo dimenticare il tema della pandemia. Se le nuove varianti dovessero portare a prolungate chiusure di attività economiche nella prima parte dell’anno, le stime di crescita potrebbero essere riviste al ribasso e le Borse non potrebbero che soffrirne.
Le Borse si muovono sulla base delle aspettative: per questo le eventuali sorprese negative o positive tendono a influenzare in modo rilevante i listini.
Le Borse odiano l’incertezza: per questo hanno reagito sempre in maniera molto negativa sia all’inizio della pandemia, sia con la diffusione della variante Omicron.
Affidati a noi
Insomma, nel complesso ci aspetta un anno di crescita e questo dovrebbe far bene alle Borse, ma permangono incognite che potrebbero determinare qualche sbandata. È importante ripartire al meglio i propri investimenti e, se sei un investitore che teme le scivolate, limitare il peso delle azioni in portafoglio. Trovi tutto su www.altroconsumo.it/investi/portafogli. Ricorda di non farti prendere dal panico: con gli investimenti in azioni, il tempo è un tuo alleato.
@Antonio L’operazione con cui le società quotano le proprie azioni in Borsa si chiama Ipo. Se partecipi all’Ipo compri azioni prima dello sbarco in Borsa. Per avere quelle azioni devi pagare una certa cifra: l’introito finisce nelle casse della società se le azioni quotate derivano da un aumento di capitale.
@Ernesto Non tutte le procedure di Ipo funzionano allo stesso modo. Negli Stati Uniti, per esempio, già per un risparmiatore Usa partecipare all’Ipo è molto complesso. Per un risparmiatore italiano è praticamente impossibile – e quindi è impossibile accaparrarsi i possibili rialzi del primo giorno.
@Umberto Seguiamo e commentiamo tutte le Ipo che avvengono sul listino principale di Milano (non su Euronext growth, ex-Aim, vedi perché su Altroconsumo Finanza n° 1373) e che sono aperte ai piccoli risparmiatori. Negli ultimi tempi, però, quasi tutte sono state riservate a investitori istituzionali.
Variazioni tra il 31/12/20 e il 31/12/21