Rovesci di fronte

Settimana Borse
Settimana Borse
Le ragioni degli alti e bassi
A spingere al rialzo le Borse sono stati per lo più i conti trimestrali di alcuni colossi societari americani. Ma non è stato tutto rose e fiori: ci sono state, infatti, anche importanti società che hanno pesato sull’umore dei mercati. Non solo: i venti di guerra sono tornati a soffiare sull’Ucraina, alcuni dati hanno fatto temere un rallentamento della crescita economica – vedi, per esempio, quelli relativi all’andamento dell’attività manifatturiera negli Usa – e la Banca centrale europea ha cominciato cambiare idea sull’inflazione, che ora ritiene possa durare più del previsto – e questo aprirebbe la porta alla fine delle politica monetaria generosa che fin qui ha sostenuto i mercati. Il bilancio finale è in chiaroscuro.
I colossi della tecnologia in campo
Tra le società che più hanno sostenuto le Borse c’è stata la “mamma” del motore di ricerca Google, Alphabet (2.865,86 USd; Isin US02079K3059), le cui azioni hanno guadagnato il 7,5%. Il gruppo ha annunciato conti migliori delle attese: nel 4° trimestre il fatturato è salito del 32%, portando la crescita per tutto l’anno al 41%, mentre l’utile per azione è quasi raddoppiato rispetto all’anno prima. Il gruppo ha beneficiato della modifica delle abitudini di lavoro in giro per il mondo (smart working), ma ci aspettiamo che quest’anno la crescita del gruppo rallenti. Inoltre, gli investimenti sull’intelligenza artificiale e sulla blockchain rischiano di pesare sulla redditività. Per queste ragioni, se hai già le azioni in portafoglio puoi mantenerle, altrimenti non le acquistare. A condizionare in modo negativo i mercati c’è stata, invece, la “mamma” dei social network Facebook e Instagram, Meta Platforms (237,09 Usd; Isin US30303M1027), le cui azioni hanno chiuso la settimana in perdita di ben il 21,4%. Il gruppo ha sì mostrato una buona crescita dei risultati nel corso del 2021 – ricavi +37% e utile industriale +43% - ma a spaventare il mercato ci sono stati i dati sulla crescita del numero dei nuovi utenti, per nulla brillanti soprattutto a fine anno. Questo, assieme anche delle modifiche per la privacy sugli iPhone, potrebbe rallentare la crescita dei ricavi almeno in questa prima parte del 2022. Non per nulla il gruppo si sta già orientando verso nuove attività, come quelle del metaverso. Riduciamo le stime sugli utili a breve-medio termine, ma nel complesso non modifichiamo il consiglio. Mantieni.
Molto bene le azioni Exxon Mobil (81,41 Usd; Isin US30231G1022), salite dell’8,1% dopo che il gruppo ha annunciato buoni risultati nel 4° trimestre 2021, che hanno portato il livello di liquidità generata nell’anno ai massimi dal 2012. Il gruppo potrà, così, ridurre il debito e pagare dividendi. Alziamo le stime, ma ci limitiamo a confermare il consiglio. Mantieni.
Il tonfo di Saipem
Tra i tonfi clamorosi della settimana va segnalato il -38,3% delle azioni Saipem (1,19 euro; Isin IT0005252140), nonostante le azioni petrolifere abbiano mantenuto una buona intonazione (+1,5%) grazie all’ulteriore rialzo del greggio – quello di qualità brent è salito del 3,8% portandosi dopo molti anni sopra i 93 dollari al barile. Come mai? Non solo ha annunciato conti 2021 in rosso, ma la perdita è tale che il gruppo dovrà verosimilmente ricorrere a un aumento di capitale importante e, finora, i grandi azionisti del gruppo – che dovrebbero ripianare quelle perdite – sembrano esser un po’ tiepidi su come intervenire. Tutto ciò ha sorpreso molto, perché solo poche settimane fa la situazione presentata dal gruppo non era così drammatica. Possibile che il rialzo delle materie prime in poche settimane abbia fatto tutti questi danni? E se fosse così, cosa potrebbe accadere se tale corsa dei prezzi delle materie prime dovesse perdurare? Da tempo attribuiamo al titolo il rischio massimo (5 su una scala che va da 1 a 5), ma ora alla luce dei dubbi appena visti, non possiamo che modificare anche il consiglio. Vendi.
La tenuta delle banche
Tra i titoli migliori ci sono stati quelli bancari: in particolare l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (196,16 euro; Isin IE00BYMB4Q22), che racchiude i principali titoli italiani del settore, ha guadagnato il 5,6%. Da un lato ha goduto della “stabilità” emersa dalle elezioni presidenziali – il rischio di elezioni anticipate gravava sui BTp e, quindi, sugli istituti bancari che ne hanno tanti in pancia – mentre sul finale della settimana ha un po’ pagato i timori che la Banca centrale europea possa essere meno generosa nei nostri confronti – comprando i BTp negli scorsi anni ne ha fatto volare i prezzi, a favore dei bilanci bancari. Sotto la media il rialzo delle azioni Intesa Sanpaolo (2,67 euro; Isin IT0000072618), che si è fermato al 2,7%. I conti del 4° trimestre si sono rivelati sotto le attese sia da un punto di vista dei ricavi (-5,5% rispetto allo stesso periodo del 2020, -1,4% rispetto al terzo trimestre 2021), sia da un punto di vista dei costi/rettifiche (svalutazioni sui crediti superiori al miliardo di euro). Il mercato non è sembrato rassicurato dalla promessa dei dividendi e anche noi confermiamo il consiglio: vendi.
Nel settore bancario sono andate benissimo le azioni UBS (18,69 franchi svizzeri; Isin CH0244767585), salite del 10,4% dopo che non solo ha pubblicato buoni risultati nell’ultimo trimestre del 2021, ma ha anche rialzato i suoi obiettivi di redditività, fissato un dividendo sopra le attese e ribadito le ambizioni di crescita nella gestione patrimoniale negli Usa. Nonostante il rialzo, il titolo merita ancora un acquisto.
Cambiamenti nei consigli |
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SAIPEM 1,19euro Isin IT0005252140 |
M ➜ V |
M: mantieni, V: vendi |
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