Tra due fuochi

Settimana borse
Settimana borse
Il futuro dei tassi d’interesse e dell’economia
A tenere sulle spine le Borse c’è il tema della politica monetaria da parte delle Banche centrali, soprattutto quella americana. Negli scorsi anni, tra i bassi tassi d’interesse e il “doping” di liquidità, le Banche centrali hanno aiutato la corsa delle Borse. Ora, però, con la crescita dell’inflazione questa politica monetaria non è praticabile – l’inflazione, se troppo elevata, erode il potere d’acquisto, fa contrarre spese e investimenti e rallenta la crescita economica – e le Banche centrali vanno verso un rialzo dei tassi d’interesse. Attenzione, però: aver tassi più elevati significa che prestiti e finanziamenti costano di più e, se l’economia non è in buona salute, anche questo rischia di frenare la crescita della ricchezza. Bisogna, dunque, cercare un equilibrio e calibrare bene i rialzi: il mercato fino a poche settimane fa (vedi n° 1444) si aspettava tre rialzi da parte della Banca centrale Usa e nessun rialzo da parte della Banca centrale europea. Ora, però, con i dati sul carovita alle stelle la prospettiva è cambiata e si parla di numerosi ritocchi per la Banca centrale Usa e di rialzi anche per la Bce. I rialzi deprimeranno la crescita economica o saranno corretti per sostenerla, evitando che famiglie e imprese siano sopraffatte dal carovita? Il mercato si arrovella e la paura di un conflitto in Ucraina acuisce il nervosismo.
Anche un’inflazione troppo bassa – o ancor peggio una deflazione – non è desiderabile: se sai che in futuro i prezzi scenderanno (o non saliranno), puoi rimandare spese e investimenti, a detrimento della crescita economica. Per questo il compito delle Banche centrali è cruciale – non per nulla in finanza vale il detto “mai scommettere contro le Banche centrali”.
I settori sensibili ai tassi: tecnologia…
Tra le azioni che più risentono delle oscillazioni dei tassi d’interesse ci sono quelle del settore tecnologico (vedi per la spiegazione “tecnica” su queste pagine nel n° 1447): le prospettive che i tassi salgano più del previsto ha fatto sbandare in diverse occasioni il listino del Nasdaq, che ha tante azioni tecnologiche in pancia. Il bilancio finale della settimana per i titoli del settore è stato negativo, anche per i costruttori di microchip (-1%) che pure nel corso della settimana avevano beneficiato dell’avanzamento del piano d’investimenti europeo per aumentare la capacità produttiva nel Vecchio Continente. ASML Holding (569,50 euro; Isin NL0010273215) produce attrezzature per il settore dei semiconduttori e potrà approfittare pienamente di questi investimenti. Questo spiega perché le azioni hanno chiuso la settimana in rialzo dello 0,9%. Le puoi ancora acquistare.
… e banche
Al contrario, un rialzo dei tassi d’interesse di solito favorisce i titoli delle banche, che hanno maggiore margine per trarre profitto dalle tradizionali attività di concessione dei prestiti. Come sempre in finanza, però, le relazioni non sono mai univoche. Per esempio, le attese di un rialzo dei tassi d’interesse stanno già spingendo in alto i rendimenti dei titoli di Stato italiani: questo determina un calo dei prezzi di tali titoli già in pancia alle banche, col rischio che generino delle perdite – non per nulla il rialzo dello spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi nella mattinata di lunedì 14 ha contribuito al tracollo di titoli bancari italiani. Non solo: se il rialzo dei tassi fosse tale da rallentare la crescita economica, le banche ne soffrirebbero – minore concessione di prestiti. Infine, un rialzo dei tassi troppo forte potrebbe frenare le Borse, riducendo i profitti che le banche fanno con la vendita di prodotti d’investimento – e sono proprio i risultati di tali vendite che hanno permesso alle banche europee di annunciare in settimana bilanci del 2021 superiori alle attese, spingendo i titoli in rialzo del 2,9%. Insomma, gli elementi sono molteplici e noi riteniamo che al momento il rapporto tra rischio e rendimento atteso dei titoli bancari non giustifichi un investimento generale sul settore (ci sono alcune eccezioni, vedi sotto). In particolare, il buon padre di famiglia non acquisti azioni di banche italiane.
Tra le azioni del settore bancario che ti consigliamo di acquistare ci sono quelle di BNP Paribas (64,9 euro; Isin FR0000131104): il gruppo ha annunciato degli obiettivi per il 2015 in continuità con quelli realizzati negli ultimi anni. La banca prevede, inoltre, delle nuove acquisizioni in Europa e ha annunciato che ricompenserà di più gli azionisti. Il titolo ha guadagnato in settimana lo 0,9% e resta conveniente.
Le speranze di un matrimonio
Sulle banche italiane, però, permane un elemento speculativo, legato ai “matrimoni” tra i vari istituti. In settimana è stato rafforzato dalle indiscrezioni sul fatto che Unicredit (15,69 euro; Isin IT0005239360) voglia lanciare un’offerta d’acquisto su Banco Bpm (3,55 euro; Isin IT0005218380) e dalla rimozione del capitano di Mps (1,05 euro; Isin IT0005218752), che spianerebbe la strada a un matrimonio per la banca senese. Per puntare sul consolidamento, in passato agli speculatori abbiamo consigliato l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (210,96 euro; Isin IE00BYMB4Q22), che riflette l’andamento dei principali titoli bancari. Se l’avevi già comprato, puoi ancora mantenere le quote che ti rimangono. Se non ce l’hai, non comprarlo adesso – il mercato sconta già in parte possibili matrimoni, ma non sono facili e quindi i rischi di calo in caso non si combinasse nulla sono elevati.
A meno che non ci sia un “sostegno” governativo, è probabile che l’offerta di Unicredit – se ci sarà – debba essere “ostile”: significa che l’operazione potrebbe rivelarsi complessa e costosa. Per questo, a un certo punto, potrebbe essere abbandonata. Le azioni Unicredit in settimana hanno fatto +4,8% e le Banco Bpm +22,9%: visti i rischi non sono da avere in mano. Mps ha fatto +13%, l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks +7,5%.
Cambiamenti nei consigli |
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WALT DISNEY 149,47Usd Isin US2546871060 |
M ➜ A |
A: acquista; M: mantieni |
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