Le azioni della rendita vitalizia

Analisi
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Le azioni che avevamo individuato per la costruzione di una rendita vitalizia nella nostra ultima analisi (giugno 2021; n° 1418) erano quattro: due Usa, Consolidated Edison (88,7 Usd; Isin US2091151041) e Southern (68,03 Usd; Isin US8425871071), una britannica, National Grid (1.132,2 pence; Isin GB00BDR05C01), e una italiana, Terna (7,06 euro; Isin IT0003242622). Tre i criteri di scelta: primo, un dividendo sempre pari ad almeno l’importo dell’anno precedente; secondo, un rendimento da dividendo storico in media sopra il 3% annuo al netto della doppia tassazione; terzo, un buon andamento di Borsa, che non si “mangiasse” quanto incassato coi dividendi. Come sono andate dall’analisi di nove mesi fa? Per i dividendi, tutte hanno rispettato le aspettative: la Consolidated Edison ha alzato il suo dividendo trimestrale da 0,775 a 0,79 Usd, la Southern ha continuato a pagarlo pari a 0,66 Usd per azione (ma è prevedibile un lieve aumento a maggio), National Grid ha aumentato l’acconto sul dividendo dell’1,2%, mentre Terna ha deliberato un aumento complessivo del dividendo dell’8%.
Tutte le quattro società sono del settore utility: in particolar modo, Consolidated Edison fornisce elettricità a New York, Southern vende energia in alcuni Stati del Sud degli Usa, National Grid si occupa di trasporto di elettricità e gas in Regno Unito e Usa, mentre Terna è il gestore della rete di trasporto di elettricità in Italia.
Brillante andamento in Borsa
Quello che però ha colpito più di tutti è stato l’andamento dei prezzi, molto brillante. Dalla nostra analisi di giugno 2021, le Consolidated Edison hanno guadagnato (dividendi esclusi e in euro) il 26%, le Southern il 16%, le National Grid il 27% e le Terna circa l’11%. Sono dati ottimi se si pensa che, in media, le Borse mondiali, sullo stesso periodo, in euro, han guadagnato il 6,5%. È frutto di una ripresa economica più robusta del previsto nel 2021, che ha determinato un aumento dei consumi di energia, nonché del rialzo delle bollette, legato alla corsa dei prezzi delle materie prime che, in particolare le due società Usa, hanno scaricato sui clienti. Anche nelle ultime settimane, caratterizzate dalla guerra in Ucraina, queste azioni si sono generalmente ben comportate: in euro, Consolidated Edison ha messo su il 7,7%, Southern l’11%, e sia National Grid, sia Terna il 4,4%. Il tutto si confronta con un rialzo medio delle azioni mondiali, in euro, del 4,4%. Il mercato le ha apprezzate per il loro carattere “difensivo”, dato che non vendono beni voluttuari di cui si può fare a meno da un giorno all’altro (e infatti sono andate bene nei primi momenti di crisi, mentre col rialzo delle Borse degli ultimi giorni hanno perso smalto), e pare convinto sia che la guerra possa finir presto (con impatti limitati sugli Usa), sia che le società possano ancora “trasferire” i rincari delle materie prime sui clienti.
I risultati in Borsa delle quattro società sono tutto sommato positivi anche se confrontati con quelli del loro listino domestico: dall’analisi di giugno 2021 la Borsa americana ha guadagnato il 13%, la Borsa britannica ha fatto +2,5% mentre Piazza Affari ha perso il 5,3%. Dallo scoppio del conflitto la Borsa americana ha guadagnato l’8,4%, la Borsa britannica ha ceduto l’1,3%, mentre Piazza Affari ha perso il 6,7%. Tutte le variazioni qui riportate sono in euro.
Dividendo non più goloso e rischi di redditività
Tutto bene, quindi? No. Il rendimento atteso da dividendo, complici i rialzi recenti dei prezzi, è lontano da quel 3% netto storico. In particolare, per Consolidated Edison siamo ormai più vicini al 2% che al 3% (atteso 2,2% annuo netto), mentre per le Southern siamo attorno al 2,5% annuo netto (al lordo della doppia tassazione i rendimenti sono rispettivamente del 3,6% e del 4% annuo). Questo è un bel problema in un periodo in cui i la Banca centrale Usa ha iniziato ad alzare i tassi ufficiali e anche i rendimenti dei titoli di Stato Usa sono tornati a salire. Come detto, le azioni di Southern e di Consolidated Edison sono considerate “difensive”, quasi alla stregua di bond – dividendi generosi e un prezzo che tende a non dare sorprese. Se, però, il rendimento dei titoli di Stato Usa comincia ad avvicinarsi a quello da dividendo offerto da queste società, il mercato è naturalmente portato a preferire l’investimento in titoli di Stato rispetto a quello su queste azioni, la cui rischiosità è maggiore: e questo potrebbe pesare sui loro prezzi. Inoltre, ci sono altri aspetti che rischiano di compromettere l’andamento in Borsa. Si stanno alzando voci autorevoli contro l’aumento delle bollette che è stato praticato da queste compagnie: per quanto complesso, potrebbero essere introdotti a livello normativo dei meccanismi che bloccano un po’ il “trasferimento” dell’aumento dei prezzi delle materie prime sui clienti, a tutto detrimento della redditività e degli utili di queste società, un po’ come fatto di recente in Italia. Inoltre, le società sono impegnate nella transizione verso forme d’energia più sostenibili: hanno già annunciato che alzeranno le bollette per recuperare i costi di questi investimenti, ma anche su questo punto ci potrebbe essere un intervento legislativo. Se a questo ci aggiungi il rischio di un rallentamento della crescita economica anche negli Usa, magari per effetto di un carovita che continua a mordere nonostante il rialzo dei tassi d’interesse, capisci perché il buon andamento in Borsa registrato da queste azioni negli ultimi mesi potrebbe non durare.
I rendimenti dei titoli di Stato americani con scadenza tra i 7 e i 10 anni si sono riportati su valori attorno al 2,2% annuo lordo. Sebbene siano valori ancora non così vicini ai rendimenti da dividendo delle utility americane, sono comunque valori certi, mentre i rendimenti da dividendo rischiano essere “mangiati” dal potenziale calo del prezzo delle azioni in Borsa.
I rallentamenti economici tendono a pesare sull’andamento delle azioni delle utility: Lo dimostra il 2020 (anno di recessione per effetto della pandemia), in cui le azioni delle utility americane hanno perso, in euro, circa l’8% in Borsa contro un rialzo di circa il 10% delle azioni americane e del 3,3% delle azioni mondiali.
Le azioni da vendere e quelle da mantenere
Per tutti questi motivi, crediamo che non sia più il caso di scommettere sulle azioni Usa citate qui sopra – due condizioni su tre rischiano di non essere più verificate. Vendi sia le Consolidated Edison, sia le Southern. Chi le ha comprate dopo il primo consiglio di giugno 2013 (vedi il n° 1036) guadagna il 151% con le prime e il 171% con le seconde (in euro e dividendi inclusi contro il 162% medio delle azioni mondiali), ma si può arrivare a punte di guadagno del 186% per le Consolidated Edison (per chi le ha comprate a marzo 2014; vedi n° 1070) e del 201% per le Southern (per chi le comprare a novembre 2013; vedi n° 1054). Allo stesso modo ti consigliamo di vendere altre due utility Usa che in passato sono state consigliate per una rendita e che da un po’ ti avevamo consigliato solo di “mantenere”.
Il potere dei dividendi
Le azioni Consolidated Edison (grassetto; base 100) hanno fatto tanti alti e bassi e ancora, verso la fine del 2021, viaggiavano sugli stessi livelli di cinque anni fa. Se, però, al mero andamento del prezzo, sommiamo l’impatto dei dividendi (linea sottile), il bilancio migliora nettamente e il risultato è sui massimi degli ultimi 5 anni. I valori nel grafico sono in dollari Usa. Dati forniti da Refinitiv.
Si tratta di Dte Energy (126,07 Usd; Isin US2333311072) e Dominion (81,27 Usd; Isin US25746U1097). Valgono ancora più le riflessioni fatte sopra: ai prezzi attuali non sono più convenienti, la redditività rischia di calare per effetto degli investimenti in transizione energetica e hanno rendimenti da dividendo ormai non così interessanti (2,1% annuo netto per la Dominion e 1,8% annuo netto per la Dte). Puoi, invece, mantenere sia National Grid, sia Terna. In primo luogo, i rendimenti da dividendo sono ancora accettabili (rispettivamente il 3,3% e il 3,1% annuo netto). Inoltre, essendo società che si occupano delle reti di trasporto dell’energia, infrastrutture strategiche, sono spesso garantite da normative stringenti – Terna, per esempio, ha introiti garanti anche in caso di riduzione dell’energia trasportata sulla rete italiana – ed è difficile pensare a interventi normativi che possano ridurre la loro redditività – in Italia i tentavi di una tassazione di questo tipo sono sempre naufragati (e infatti non pare toccata dall’ultimo decreto energia) e l’ente regolatore britannico ha dato il via libera al sostegno finanziario di progetti di National Grid per ammodernare la rete. Restano, comunque, titoli non particolarmente convenienti, se non li hai già non li acquistare. Il loro consiglio è giornalmente monitorato su www.altroconsumo.it/investi. Se vuoi investire ora per avere una rendita periodica, quasi un’integrazione al tuo stipendio o alla tua pensione, meglio diversificare su diverse Borse e su diverse obbligazioni: per costruire questo portafoglio per la “rendita” puoi seguire le indicazioni che ti abbiamo fornito sul n° 1433, sul n° 1449 e sul nostro sito alla sezione www.altroconsumo.it/investi/investire/mercati-e-valute/dossier/portafogli-con-rendita.
Chi guadagna meno con le Con. Edison è chi ha comprato a settembre 2019 (+2,4%; vedi n° 1334), chi guadagna meno con le Southern è chi ha comprato a inizio marzo 2020 (+13,4%; vedi n° 1357). Dati in euro e dividendi inclusi. Vendi queste azioni.
Chi guadagna di più con le Dte Energy è chi ha comprato a novembre 2013 (+264%; vedi n° 1054), chi guadagna meno è chi ha comprato a settembre 2019 (+21%; vedi n° 1334). Con le Dominion chi guadagna di più è chi ha comprato a giugno 2013 (+138%; vedi n° 1036), chi guadagna meno è chi ha comprato a marzo 2020 (+3,2%; vedi n° 1357). Variazioni in euro e dividendi inclusi.
Ai possessori di azioni Dte Energy sono state distribuite azioni Dt Midstream (53,74 Usd; Isin US23345M1071): dal loro debutto di luglio sono andate benissimo (+43% in euro e dividendi inclusi) e puoi approfittare per venderle.
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