Telecom Italia, che succede?

Telecom
Telecom
In mezzo alla valanga di ipotesi e supposizioni che stanno circolando sul futuro di Telecom Italia e sui soggetti interessati ad acquisirla per intero, o a pezzi, partiamo dalle (poche) certezze arrivate finora. Anche su richiesta della Consob, Telecom ha confermato di essere in trattativa su due fronti.
Il primo fronte è quello di cui vi parliamo ormai da mesi, e cioè le negoziazioni con il fondo americano KKR che lo scorso novembre aveva annunciato l’intenzione di lanciare un’offerta sull’intera Telecom Italia (0,34 euro; Isin IT0003497168) al prezzo di 0,505 euro per azione. A distanza di mesi, tra reciproche richieste di chiarimenti, ancora l’offerta non è del tutto definita: in questi giorni KKR ha confermato le linee generali dell’offerta, in particolare l’intenzione di volersi accaparrare l’intera società, ma non ha più fatto menzione del prezzo: questione non da poco, visto che da novembre a oggi di acqua ne è passata sotto i ponti, non da ultimo un bilancio 2021 chiuso con una maxi-perdita da 8,7 miliardi e il taglio del giudizio sul gruppo da parte delle tre principali agenzie di rating (S&P, Moody’s e Fitch). Perché tutto è ancora in sospeso? Tra le altre cose, anche per una questione legata alla due diligence (vedi qui sotto): KKR vuol “mettere il naso” nei conti di Telecom prima di confermare i termini dell’offerta, mentre i vertici di Telecom vogliono il contrario, e cioè un impegno formale (e non solo una promessa, come quella arrivata finora) prima di aprire al fondo le porte degli uffici che custodiscono i suoi conti.
DUE DILIGENCE, COS'E'
Duee diligence” è un’espressione derivata dal diritto inglese che letteralmente significa “dovuta diligenza”. In pratica, indica l’insieme degli approfondimenti e delle analisi necessarie per identificare nel dettaglio, e con tutta la cura del caso (da qui il nome), il valore effettivo di un’azienda su cui si è interessati a investire. Venendo al caso Telecom: quello che KKR chiede è di poter svolgere queste “indagini” sui conti di Telecom, per confermare o meno il valore dell’offerta di acquisto di cui sta discutendo da mesi con i vertici del gruppo telefonico italiano.
Il secondo fronte è quello della proposta (non vincolante) messa sul piatto dal fondo CVC, che però non riguarda tutta la società, ma solo una fetta. A differenza di KKR, nel mirino di CVC non c’è infatti l’intera Telecom ma “solo” una quota di minoranza di una società che, tra l’altro, ancora non esiste: quella in cui, secondo il piano industriale varato dai vertici a inizio marzo (vedi qui sotto), dovrebbe confluire la divisione enterprise.
IL PIANO INDUSTRIALE
A inizio marzo, i vertici di Telecom Italia hanno varato un piano strategico che, in attesa di eventuali acquisizioni, traccia il futuro del gruppo “da solo”. Il piano prevede la separazione delle attività in quattro diverse divisioni: consumer, rete, enterprise (quella a cui è interessata CVC) e TIM Brasil. Perché la separazione? Perché il valore attribuito dal mercato ai quattro “pezzi” potrebbe essere più alto del valore che ha, oggi, “l’agglomerato” Telecom.
MEGLIO UN UOVO OGGI O UNA GALLINA DOMANI?
In un certo senso, è questo il dilemma che stanno fronteggiando i vertici di Telecom: le due offerte sono, ovviamente, incompatibili tra loro, quindi il management sta, per ora, trattando su entrambi i fronti in attesa di decidere in quale delle due direzioni muoversi. Da un lato c’è la cessione in blocco a KKR, che se andasse in porto significherebbe l’addio di Telecom al listino di Borsa, a un prezzo che però (pur supponendo la conferma degli 0,5 euro circa, che come detto prima potrebbe essere ottimistica) non valorizzerebbe appieno, secondo i vertici, le potenzialità future. Dall’altro, l’offerta di CVC che, riguardando solo una quota di minoranza di una fetta del gruppo, permetterebbe ai vertici di Telecom di continuare a lavorare al piano strategico e di sviluppare tutte le potenzialità e il valore “nascosto” del gruppo: su quanto sia questo valore non circolano cifre ufficiali, ma secondo indiscrezioni i consulenti di Telecom punterebbero a 1 euro per azione, che potrebbe salire addirittura 1,3 nell’ipotesi di integrazione della rete di Tim con quella di Open Fiber (vedi più avanti). Ma ci vorrebbero anni, se tutto va bene, per far emergere questo valore, ecco quindi il dilemma.
L'INCOGNITA RETE
Ad aumentare l’incertezza sul futuro di Telecom, come se ancora non bastasse, c’è proprio la questione della possibile integrazione della rete di Telecom con quella di Open Fiber – questione rimasta nel limbo da un po’ di tempo, anche in attesa dei fondi europei del Pnrr, ma nei prossimi giorni è più che probabile che si riapra anche il tavolo di trattative tra Telecom e la Cassa depositi e prestiti (azionista al 60% di Open Fiber e, allo stesso tempo, anche al 10% di Telecom). Da un lato, come ti abbiamo detto poco fa, l’integrazione della rete potrebbe aumentare il potenziale futuro della Telecom “disegnata” nel piano industriale; dall’altro lato, invece, l’offerta di KKR non include, per ora, anche gli attivi di Open Fiber, ma il fondo non chiude del tutto la porta nemmeno a questa possibilità.
CHE FARE?
Insomma, un caos, che potrebbe essere ulteriormente intensificato dall’ingresso nella partita di altri potenziali pretendenti (in questi giorni già si parla, per esempio, del fondo britannico Apax, ma a differenza degli altri due in questo caso non c’è, per ora, nessuna conferma ufficiale). In ogni caso, qualunque sia la direzione che prenderanno le trattative, ci può essere del margine di crescita (più ampio o più limitato, dipende dalle diverse strade) per il titolo Telecom in Borsa. Attenzione però, è un potenziale su cui ti consigliamo di puntare solo se sei uno speculatore. Le incognite sono troppe: le trattative possono incepparsi, i conti del gruppo, come ti abbiamo detto, restano in rosso e le incognite sull’economia europea, che pesano molto su settori volatili come quello delle Telecom, potrebbero controbilanciare l’effetto delle trattative, specialmente in uno scenario in cui Covid e guerra non hanno certo smesso di preoccupare. Per il buon padre di famiglia, il consiglio resta di limitarsi a mantenere le azioni.
LE DATE CHIAVE
Al momento in cui pubblichiamo, siamo proprio a ridosso di una serie di appuntamenti importanti: Telecom ha chiesto a KKR una risposta sulla questione prezzo e due diligence entro il 4 aprile, pochi giorni prima dell’assemblea di Telecom in calendario per il 7 aprile. Nel frattempo, “voci di corridoio” parlano del 2 aprile come possibile data per un primo riallacciamento tra Telecom e Cdp sulla questione rete.
NON ESAGERARE
Già a novembre, con le prime notizie su KKR, ti avevamo suggerito una scommessa su Telecom. Se in quell’occasione ci hai seguito, mantieni i titoli che già hai ma non acquistarne ancora: ogni settimana ti consigliamo diverse speculazioni, se vuoi aumentare le tue scommesse punta su quelle.
Attendi, stiamo caricando il contenuto