Avanti nonostante le sferzate

Settimana Borse
Settimana Borse
Un ottimismo fragile
Due le ragioni che spiegano il bilancio settimanale mediamente positivo delle Borse. In primo luogo c’è stata la speranza, che si è diffusa in particolare nella prima parte della settimana, di un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina. In seconda battuta c’è stata una contrazione del prezzo del greggio, che continua a mantenere un andamento schizofrenico: quello di qualità brent dopo aver chiuso la settimana del 21 marzo in rialzo dell’11,3% ha archiviato la settimana scorsa in calo del 12,8%, riportandosi poco sotto i 105 dollari al barile. In entrambi i casi, però, si tratta di spunti di ottimismo fragili. Il primo si è già spento nel corso della settimana, quando si sono persino registrate per la prima volta esplosioni in territorio russo, in un deposito della compagnia russa Rosneft. Il secondo è legato a una mossa del presidente americano Biden che sembra più politica che strutturale. Ha deciso, infatti, di liberare sul mercato parte delle riserve strategiche di petrolio americane, aumentando dunque l’offerta di greggio sul mercato, ma solo per sei mesi: questo potrebbe anche portare a effetti positivi per i consumatori americani alla pompa di benzina – serve a non perdere consensi in vista delle elezioni autunnali di metà mandato –ma non risolve il problema principale, che è l’incapacità dei produttori mondiali di energia di colmare il buco causato dalle sanzioni alla Russia. Insomma, il problema del carovita (energia, beni alimentari…), che sta già pesando sull’umore dei consumatori nell’eurozona, rischia di non stemperarsi così facilmente e rischia di avere contraccolpi sulla crescita economica – c’è chi stima per l’Italia una crescita nel 2022 limitata al 3,1% dal 4,7% atteso solo qualche mese fa. Gli elementi di incertezza, quindi, non mancano e l’ottimismo registrato negli scorsi giorni dalle Borse potrebbe non durare.
Le oscillazioni del prezzo del greggio sono talmente violente e rapide che investire su prodotti legati direttamente al prezzo del greggio, soprattutto se a leva, ci pare in questo momento un azzardo eccessivo. Non lo fare. Inoltre, se hai un orizzonte d’investimento di lungo periodo, limitati a mantenere le azioni del settore petrolifero (+0,8% in settimana nonostante il calo del greggio) che già hai. Se, invece, avevi acquistato titoli del settore in un’ottica speculativa, valuta di portare a casa una metà dei guadagni, in linea con quanto già detto per Chevron (vedi n° 1453).
La sfida su Generali
In un contesto come quello appena descritto, il rialzo dell’1,7% registrato dalle azioni del settore bancario europeo sembra eccessivo. Non preoccupa tanto l’esposizione “diretta” delle banche alla Russia e all’Ucraina, ma le conseguenze sulla crescita economica europea che la guerra sembra destinata ad avere. Non acquistare azioni delle banche europee.
Il settore assicurativo si è ben comportato, ancora una volta trascinato dalle azioni Generali (21,11 euro; Isin IT0000062072) che hanno fatto +8,7% portandosi sui massimi degli ultimi 5 anni. Del resto, la lotta per il cambio dei vertici entra sempre più nel vivo e anche alcuni piccoli azionisti sono già stati contattati da soggetti più grandi per avere la delega del proprio voto (vedi a fianco): per ora puoi mantenere le azioni Generali anche se le avevi acquistate in ottica speculativa (vedi n° 1340 e 1342), ma in quest’ultimo caso resta all’erta. L’assemblea è a fine aprile e in ogni caso l’esito potrebbe togliere un po’ di pepe al titolo Generali e farlo ripiegare, almeno nel breve periodo. Meglio tenersi pronti, nel caso, a chiudere la scommessa: seguici su www.altroconsumo.it/investi per aggiornamenti sul consiglio.
Se qualcuno ti chiede le deleghe al voto, devi prima capire per chi voterà – per esempio, la VM 2006 Srl è del gruppo Caltagirone, quindi sosterrà il piano dei “ribelli”. Poi devi decidere se dare il tuo voto (puoi anche non fare niente): la lista “ribelle” punta su operazioni straordinarie e promette una crescita dell’utile superiore rispetto alla guida attuale che, però, ha dato prova di saper centrare gli obiettivi. Nessuna visione farà sicuramente meglio dell’altra nel lungo periodo.
Le note stonate
Non tutti i titoli, però, hanno avuto un andamento positivo come quello di Generali in settimana. Tra quelli che si sono distinti in negativo ci sono H&M (130,58 sek; Isin SE0000106270), che ha perso il 7,3%, e PostNL (3,40 euro; Isin NL0009739416), che ha chiuso la settimana con un calo dell’8%. Nel primo caso il mercato è sembrato spiazzato dal peso che la sospensione delle attività in Russia ha avuto sugli utili del primo trimestre: noi, però, come già detto sul n° 1456, ci aspettavamo un impatto di questo tipo e, visto il buon andamento delle vendite nel primo trimestre dell’anno, ti confermiamo il consiglio d’acquisto sul titolo. La seconda, invece, paga l’essere tornata nel mirino delle autorità belghe per presunte violazioni delle norme sul lavoro. Per verificare se ci sono state effettive violazioni bisognerà aspettare mesi, ma, in ogni caso, nel peggiore dei casi il gruppo subirà un aumento del costo per i dipendenti in Belgio, fatto che dovrebbe avere un impatto limitato sui conti del gruppo. Nel 2021, infatti, il fatturato della controllata belga è stato di 79 milioni di euro, su un fatturato totale di 3,5 miliardi di euro, e i suoi utili (ante imposte) sono stati di 17 milioni di euro, su un utile totale del gruppo di 302 milioni di euro. Il nostro consiglio, quindi, non cambia: puoi continuare ad acquistare le azioni PostNL.
Cambiamenti nei consigli |
|
EXOR 69,92euro Isin NL0012059018 |
V ➜ M |
M: mantieni; V: vendi |
Attendi, stiamo caricando il contenuto