Il dato preliminare sull’inflazione della zona euro di maggio è di un +8,1% annuo, in crescita rispetto al mese precedente (+7,4%) e sopra alle attese di un +7,7%. Te ne parliamo più diffusamente alle pagine 11 e 12, ma qui ti anticipiamo il dato, perché è cruciale nello spiegare perché le Borse europee (-0,7% l’Eurostoxx 50) hanno chiuso deboli la settimana a cavallo tra maggio e giugno, nonostante la buona partenza di lunedì (la notizia dell’inflazione è di martedì 1 giugno). Chi avesse sperato in un rapido ritorno verso costi della vita più moderati è probabilmente rimasto deluso e per di più vede le tensioni sui prezzi crescere anche al di là della componente energetica, per cui il timore che prima o poi sia necessario dare un colpo di freno, con tutte le conseguenze che questo vuol dire per la crescita, non è spazzato via. In più in Italia la settimana è stata percorsa da un progressivo aumento dello spread BTp-bund (indice di quanto è considerato rischioso il Paese) che, intorno a quota 190 a fine maggio, è man mano salito sopra quota 200. Quindi non c’è da stupirsi che il FtseMib, l’indice di Borsa di casa nostra, abbia perso ancora più terreno (-1,9%), stante la debolezza del Paese.
IN AMERICA TESLA GELA I MERCATI
Sul fronte americano la situazione è andata meglio fino a giovedì quando i mercati, pur restando altalenanti, hanno comunque chiuso su livelli superiori rispetto a quelli del venerdì precedente. Il calo che ha portato Wall Street a perdere l’1,2% settimanale (indice S&P 500) è arrivato venerdì. Gli umori altalenanti sono probabilmente influenzati dalle preoccupazioni sul futuro. In un primo momento ci sono state le affermazioni dei vertici di JP Morgan che parlavano di “uragano” su mercati, mentre venerdì sono trapelate le “brutte sensazioni” sullo stato dell’economia globale da parte del leader di Tesla (703,55 dollari Usa; Isin US88160R1014) che si preparerebbe a tagliare un decimo della forza lavoro, con la conseguenza di un calo del titolo Tesla di ben il 9,2% nella sola giornata di venerdì. Noi già da tempo siamo per vendere questo titolo che ancora a novembre era oltre i 1.200 dollari e che ha perso molto terreno anche solo da inizio anno.
C’è, comunque, da dire che questo pessimismo non è condiviso da tutti. Se in America il presidente Biden ha risposto alle parole del patron di Tesla sottolineando che Ford e Stellantis (13,79 euro; Isin NL00150001Q9) stanno facendo importanti investimenti, in Europa un dirigente Mercedes (67,21 euro; Isin DE0007100000) ha sostenuto che il peggio sia passato con la carenza di semiconduttori che sta frenando le vendite. Puoi continuare a mantenere, perché correttamente valutate, sia Mercedes Benz, sia Stellantis che, tra l’altro, proprio questo lunedì mentre stiamo scrivendo ha beneficiato dell’accordo con il dipartimento di giustizia Usa in merito alle emissioni diesel: la somma da pagare sarebbe già coperta dagli accantonamenti fatti in passato in previsione della causa.
LE TENSIONI SUL PETROLIO NON GIOVANO AL SETTORE ENERGIA
L'annuncio da parte dell'Unione Europea del prossimo embargo sul petrolio russo e quello da parte dell'OPEC+ (il club dei principali Paesi produttori di petrolio) di un ulteriore aumento della produzione a luglio non hanno ridotto le tensioni sul mercato petrolifero, vista la domanda ancora dinamica e, infatti, il petrolio di qualità wti questa settimana ha messo su un 3,3% in dollari Usa. Tuttavia il settore energetico mondiale non ha beneficiato di questa situazione ed è ripiegato (in euro) di uno 0,9% e neppure hanno brillato le utility europee. Tra energia e utility sono solo due i titoli che continuiamo a consigliarti: la portoghese EDP Renováveis (+0,2%, 22,8 euro; Isin ES0127797019, quotato sulla Borsa di Lisbona) e la francese Engie (-1,8%, 12,47 euro; Isin FR0010208488, quotata a Parigi).
Bene ciò che si vende in negozio
Chiudiamo, la rassegna con una buona notizia dal settore retail che ha guadagnato l’1,3% in euro in una settimana in cui i produttori di grandi e piccole marche di vestiti guadagnavano terreno. Solo per citare i titoli all’acquisto abbiamo buone performance per Ralph Lauren (+6,4%, 105,19 dollari Usa; Isin US7512121010), Hennes & Mauritz (+2,5%, 135,8 corone svedesi; Isin SE0000106270) – meno bene VF Corp (-0,2%, 50,08 dollari Usa; Isin US9182041080). Sebbene gli orologi si indossino solo al polso, anche Swatch (+6,5%; 250,4 franchi svizzeri; Isin CH0012255151) ha corso.
Via libera a Shell (-1,2%, 27,70 euro; Isin GB00BP6MXD84) per il suo nuovo progetto su larga scala di gas naturale liquefatto al largo delle coste australiane. I primi lavori inizieranno nei prossimi mesi per l'inizio dell'estrazione intorno al 2027. Shell è un peso massimo in questo settore energetico che è destinato a crescere nei prossimi anni. Mantieni le azioni.
GSK (-1,5%, 1707,8 pence; Isin GB0009252882), ex nome di GlaxoSmithKline, sta rafforzando il proprio business di vaccini acquisendo la società di biotecnologia americana Affinivax per un importo fino a 3,3 miliardi di dollari. Questa acquisizione segue l'acquisizione di Sierra Oncology (cancro) poche settimane fa. GSK mostra il suo appetito per rafforzare in farmaci da prescrizione e vaccini. Un obbligo in quanto il laboratorio prepara lo sbarco in Borsa della sua sussidiaria per la salute dei consumatori (previsto attorno al 18 luglio). Mantieni
Ecco i risultati della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro). Tutte le variazioni sono tra il 27 maggio e il 3 giugno. Prezzi al 3 giugno.
Australia: +0,8%; +1,7%
Canada: +0,1%; +1,4%
Cina: +0,8%; +0,6%
Corea: +1,2; +2,2%
Eurozona: -0,7%; -0,7%
Giappone: +3,7%; +0,7%
Indonesia: +0,7%; +1,6%
Messico: -3,4%;-3,4%
Regno Unito: -0,7%; -1,5%
Svezia: +0,6%; +1,3%
Stati Uniti: -1,2%; -1,3%
Svizzera: -1%; -1,7%
Microsoft (-1,2%, 270,02 dollari Usa; Isin US5949181045) ha annunciato di aver dovuto ridurre le attese sui suoi risultati a causa del dollaro forte, ma la cosa non ha cambiato i nostri consigli (è ancora all’acquisto), né ha impressionato il mercato che stava comunque premiando il settore (+0,7% in euro).