Ondate di inquietudine

Analisi
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Primi segni meno per la crescita economica
In settimana, a sorpresa, è emerso che la ricchezza Usa si è contratta. Il dato nasconde una doppia verità: la prima è che la domanda interna americana resta molto forte, la seconda è che il resto del mondo non sembra passarsela così bene, visto che il dato in calo è legato alle minori esportazioni – vedi pagine 11-12. Del resto, in Cina i lockdown per contrastare la pandemia sono sempre più estesi – anche se la promessa di aiuti all’economia da parte delle Autorità cinesi ha consentito al mercato di tirare un sospiro di sollievo – e in Europa i dati sulla ricchezza (al meglio la crescita sta rallentando) e sulla corsa dei prezzi (dato sopra le attese in Germania) lasciano presagire un futuro plumbeo, soprattutto considerate le possibili ulteriori tensioni sui prezzi delle materie prime a seguito del perdurare del conflitto in Ucraina. In questo contesto è bene, dunque, scegliere i mercati giusti in cui investire: trovi i dettagli delle nostre strategie d’investimento su https://www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
I big della tecnologia in campo
Alle inquietudini per la salute economica si sono sommate le indicazioni contrastanti arrivate, in particolare, dai colossi tecnologici Usa. Tra le note positive c’è Microsoft (277,52 Usd; Isin US5949181045): nei mesi tra gennaio e marzo (terzo trimestre del suo anno fiscale 2021/2022 che termina il 30 giugno) ha mostrato ricavi in crescita del 18% e utili per azione in salita del 14%, sopra le attese. Il gruppo guadagna quote di mercato in molte delle sue attività, tra cui spicca il cloud, al punto da prevedere un aumento della domanda per i suoi servizi anche in caso di rallentamento economico. Ci crediamo, anche perché i servizi di cloud consentono risparmi di costo alle aziende, e alziamo le nostre stime sull’utile per azione di Microsoft. Le azioni hanno fatto +1,3% e meritano un acquisto. Tra le delusioni, invece, c’è Amazon (2.485,63 Usd; Isin US0231351067) che ha fatto previsioni poco entusiasmanti per il trimestre in corso e ha ricordato al mercato quanto l’inflazione possa incidere sui consumi. Le azioni hanno perso il 13,9% e non le consigliamo per un acquisto. Al più, mantieni quelle che già hai, ma solo se sai di poter sopportare oscillazioni notevoli (vedi n° 1423).
Ancor meglio sono stati accolti i conti di Meta Platforms (200,47 Usd; Isin US30303M1027), le cui azioni hanno chiuso la settimana in progresso dell’8,9%. A rassicurare, soprattutto, il fatto che sia stato registrato un progresso del numero di utenti rispetto all’ultimo trimestre del 2021. Il metaverso è ancora in fase di sviluppo, ma la redditività delle attività “tradizionali” resta buona. Se hai le azioni, mantienile.
REGGE la farmacia
I risultati trimestrali mostrati dalle aziende del settore farmaceutico (-0,6% in media in Borsa in settimana) sono stati nel complesso al di sopra delle aspettative e le previsioni effettuate per i prossimi mesi, in genere, non hanno mostrato particolari segnali allarmanti. In particolare, Roche (362,4 franchi svizzeri; Isin CH0012032048) nel primo trimestre ha visto il fatturato crescere dell’11% (esclusi gli effetti di cambio): da un lato, la divisione diagnostica (+24% le vendite) ha ancora beneficiato della forte richiesta di test per il Covid-19; dall’altra, la divisione farmaci su prescrizione (+6% le vendite), che genera il grosso del fatturato, ha beneficiato dei nuovi prodotti e del minore impatto della concorrenza dei biosimilari. Anche se la domanda di prodotti legati al Covid-19 potrebbe in futuro calare, il gruppo ha confermato le previsioni per il 2022 e, secondo noi, il calo dell’1,7% registrato dalle azioni in settimana non è giustificato. Acquista le Roche.
Nel settore buon inizio d’anno anche per la francese Sanofi (101,18 euro; Isin FR0000120578), che ha goduto del dinamismo delle vendite del suo Dupixent (contro la dermatite atopica). Le azioni hanno fatto -0,2% e restano convenienti. Acquista.
La questione Generali
Anche nel settore finanziario ci sono stati annunci positivi, vedi quelli di BBVA (5,06 euro, Isin ES0113211835; +1,1%, mantieni), ma il timore di una contrazione della crescita economica ha pesato in particolare sui titoli europei (-4,5%). Calo dell’1,7%, più contenuto di quello medio delle altre compagnie assicurative europee (-5,5%), per le Generali (18,1 euro; Isin IT0000062072): in questo caso, non c’era l’effetto dei conti, ma l’attenzione era rivolta all’elezione del nuovo gruppo dirigente. Si contrapponevano due liste, una “di continuità”, l’altra “di rottura” e grazie al supporto degli investitori internazionali la prima ha vinto con distacco sulla seconda. A questo punto è difficile che Generali, almeno a breve, venga proiettata in una dimensione ancora più europea, con “matrimoni” con altre realtà del settore: era questo uno degli obiettivi della lista sconfitta ed era questo uno degli elementi per cui ti avevamo suggerito una scommessa sulle Generali a fine 2019 (vedi n° 1340 e 1342). La scommessa non è andata a buon fine e hai due strade: o la chiudi vendendo le Generali – il guadagno dal primo consiglio (a dividendi inclusi) è di +6,4% contro il +11% della Borsa e il +11,4% delle azioni del settore (+9,6% dal secondo consiglio contro il +12% della Borsa e il +13% delle altre azioni del settore) – o la trasformi in un investimento di lungo periodo; in quest’ottica, le Generali sono da mantenere. Ricorda, però, che, in quanto azioni italiane (è la più grande cassaforte di BTp) non rientra nelle nostre strategie d’investimento, quindi vanno considerate azioni extra-portafoglio (vedi n° 1459).
I soci “ribelli”, che sono usciti sconfitti dalla battaglia per Generali, cercheranno ora di ribaltare le sorti di Mediobanca (9,61 euro; Isin IT0000062957), che è il principale azionista di Generali? Hanno già ampie quote azionarie di Mediobanca e non sembrano felici dell’operato dei vertici. L’eventuale ulteriore scalata a Mediobanca non ci sembra facile: c’è bisogno delle autorizzazioni della Banca centrale europea e anche in questo caso c’è un’ampia fetta di azioni in mano a fondi d’investimento internazionali che sembrano felici dell’attuale operato. Le azioni Mediobanca hanno chiuso la settimana in rialzo del 2,8% e sono da vendere.
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