Tutte le incognite sul futuro
L’Europa travolta dalla guerra, la Cina in balìa della pandemia, gli Stati Uniti alle prese con un’inflazione che resta elevata: gli elementi di preoccupazione per il futuro della crescita economica non sono mancati e ancora una volta le Borse hanno registrato notevoli sbalzi d’umore. La notizia più rilevante per l’Europa è stata quella della riduzione dei flussi di gas dalla Russia: numerose voci dalla Germania, hanno ribadito il rischio di una recessione pesante in caso di sospensione delle forniture di energia. Per la Cina, invece, l’effetto delle varie misure restrittive – sono ormai tante le città in lockdown – comincia a vedersi sull’economia, col dato sulle esportazioni ai minimi degli ultimi due anni. Per gli Usa, invece, i timori sono legati alla politica monetaria: un’accelerazione sul rialzo dei tassi d’interesse – per ora non prevista, ma non esclusa – potrebbe frenare consumi ed investimenti. A questo aggiungici i timori espressi da alcune società: per esempio, Walt Disney (107,33 Usd; Isin US2546871060) ha sì chiuso il trimestre febbraio-aprile dimostrando che le sue attività di streaming stanno andando meglio di quelle di altri concorrenti, ma ha anche messo in guardia su un possibile loro rallentamento nei prossimi mesi per effetto della crescita dell’inflazione e dell’erosione del potere d’acquisto dei consumatori. Nonostante la risalita sul finire della settimana, complice quella generale dei mercati sulla speranza che entro fine mese la Cina possa rimuovere diverse restrizioni, le azioni Walt Disney hanno chiuso in calo del 2,7%. Meritano un acquisto, ma ricorda che l’ottica dell’investimento è sempre di lungo periodo (significa qualche anno). A breve termine, queste azioni, come in generale tutte le Borse, potrebbero darti qualche batticuore.
Le ombre sul commercio elettronico
Anche in Europa ci sono state società che hanno prospettato ombre per i prossimi mesi. Il caso più rilevante è stato quello di PostNL (2,8 euro; Isin NL0009739416), le cui azioni hanno chiuso la settimana in calo del 9,1%. Il gruppo ha ridotto le attese sull’utile industriale del 2022 a una forchetta compresa tra 170 e 210 milioni di euro, rispetto a una stima precedente compresa tra 210 e 240 milioni di euro. Del resto, il peggioramento delle prospettive economiche pesa sui volumi di pacchi consegnati (non ci si attende più una loro crescita nel 2022) e l’aumento dei costi difficilmente può essere scaricato tramite un aumento delle tariffe per i consumatori. Abbiamo ridotto le stime di utili a breve termine, ma le prospettive di crescita del commercio elettronico nel lungo periodo restano, secondo noi, forti e PostNL si è mossa prima dei concorrenti per approfittarne. Acquista.
La settimana nera delle materie prime
I dati sul rallentamento economico cinese per effetto delle restrizioni non potevano che pesare sui titoli delle materie prime, che sono stati tra i peggiori della settimana con un calo medio dell’8,8%. In questo contesto le azioni ArcelorMittal (26,45 euro; Isin LU1598757687) si sono distinte in positivo, salendo dello 0,5%, risentendo ancora positivamente della presentazione di buoni conti trimestrali. Qualche segnale di peggioramento, però, c’è: in Europa gli acquisti di acciaio restano deboli, in quanto i clienti del gruppo stanno smaltendo le scorte e rimandano gli acquisti contando su un calo dei prezzi nei prossimi mesi. Quest’ultimo è uno scenario che potrebbe effettivamente verificarsi e portare nel 2022 l’utile per azione di ArcelorMittal a 10 euro (contro 11,45 euro nel 2021). Con queste prospettive non è più il caso di acquistare queste azioni. Al più, mantieni quelle che hai.
Nonostante l’allarme sul rischio di minori forniture dalla Russia, la riduzione delle stime sui consumi globali di energia per effetto del rallentamento economico ha determinato un calo settimanale del prezzo del petrolio (-0,8% quello di qualità brent). Hanno, quindi, pagato dazio anche le BP (414,7 pence; Isin GB0007980591), calate del 2,8% nonostante la società abbia generato ampia liquidità nel primo trimestre dell’anno, fatto che l’ha portata ad annunciare un nuovo piano di acquisto d’azioni proprie. Resta il nodo delle attività in Russia. Al più se hai le azioni, mantienile.
Tra gli assicuratori europei segnaliamo il +3,5% di Aegon (4,93 euro; Isin NL0000303709): grazie alla crescita delle sue attività e anche ai proventi della vendita delle attività in Ungheria, il gruppo ha realizzato dei risultati trimestrali solidi. Mantieni.
La tenuta delle banche europee
Perdita tutto sommato contenuta per le azioni delle banche europee (-0,6%), sostenute dal +17,8% di Unicredit (9,7 euro; Isin IT0005239360): secondo indiscrezioni, la banca sarebbe in trattative per cedere la licenza bancaria in Russia ed uscire, così, completamente dal Paese. Verrebbe meno un elemento di rischio, ma nel lungo periodo l’operazione potrebbe essere non così positiva. Il consiglio è confermato: vendi. In generale tutti i titoli bancari sono stati euforici, con il riaccendersi delle speculazioni su possibili matrimoni tra gli istituti: difficile vedere qualcosa del genere a breve termine, ma se hai già quote dell’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (164,71 euro, Isin IE00BYMB4Q22; +6,6% in settimana), che avevamo suggerito per scommesse su fusioni/acquisizioni tra le banche italiane, puoi mantenerle.