Non è un mercato per stomaci deboli

Pc, grafico e monete
Pc, grafico e monete
Un rallentamento ormai scontato
Sebbene i dati rilasciati in settimana relativi alla corsa dell’inflazione non abbiano sorpreso in modo negativo, hanno comunque confermato che il carovita continua a correre e che rischia di erodere il potere d’acquisto delle famiglie e la capacità d’investimento delle imprese. Per questo le Banche centrali sembrano aver rotto gli indugi: la Banca centrale Usa ha alzato i tassi d’interesse in maniera violenta, come non si vedeva dal 1994, la Banca centrale d’Inghilterra ha continuato nel percorso di innalzamento e persino la Banca centrale svizzera, a sorpresa, ha rialzato il costo del denaro. Dopo aver ammesso di aver sottovalutato la minaccia dell’inflazione, le Banche centrali sembrano ora disposte a tutto pur di contrastarla. Peccato che il rialzo dei tassi incida sui costi di finanziamento di imprese e famiglie e rischia, quindi, di avere comunque impatti negativi sulla crescita economica. Il mercato sembra dare ormai per scontato che la seconda parte dell’anno vedrà la ricchezza globale salire lentamente e c’è chi parla persino di recessione per diversi Paesi. Questo non può che essere un male per le Borse: se l’economia non tira, le società rischiano di fare meno utili e, quindi, i prezzi delle loro azioni calano. La speranza che ha permesso ai listini di vivere comunque qualche giornata positiva è che questa situazione di rallentamento economico possa durare poco: in altre parole, se le Banche centrali intervengono con decisione ora, passeremo certamente dei mesi di passione, ma già nel medio periodo le prospettive potrebbero tornare a essere buone. Per questo, il tempo è il miglior alleato per i tuoi investimenti. Noi ti confermiamo le nostre strategie d’investimento
Riflessioni su italia e titoli bancari
L’aumento del costo del denaro rappresenta un problema anche per Paesi particolarmente indebitati, come l’Italia, che devono usare gli introiti per pagare di più i creditori invece di investire per la crescita economica. Per questo la Borsa italiana e, in particolare, i titoli bancari che hanno in pancia parecchi BTp (il prezzo cala se i tassi d’interesse salgono) sono stati colpiti dalle vendite fino a quando la Banca centrale europea non ha cercato di placare la paura promettendo uno “scudo” all’innalzamento verso livelli insostenibili del costo del debito pubblico. Si tratta, però, per ora, di una mera promessa e, in ogni caso, i suoi eventuali effetti positivi potrebbero essere comunque compensati dall’aumento dei prestiti non rimborsati per effetto della crisi economica. Questo spiega perché l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (152,17 euro, Isin IE00BYMB4Q22), che racchiude l’andamento medio dei principali titoli bancari italiani, ha comunque chiuso la settimana in calo del 2,7% e resta su valori di circa il 15% inferiori a quelli d’inizio giugno. Confermiamo il consiglio: non acquistare azioni di banche italiane.
L’incognita russa
A tutto questo aggiungici le incognite legate al conflitto: il gas proveniente dalla Russia verso l’Europa si è ridotto in settimana – ufficialmente per problemi tecnici, ma si temono ritorsioni per le sanzioni – facendo schizzare in alto di poco più del 45% i prezzi del gas. Il petrolio ha, invece, ripiegato (-7,3% quello di qualità brent) sui timori di crisi economica, ma il costo dell’energia, in generale, resta pesante. Questo è un male e le azioni del settore auto, in particolare, hanno chiuso la settimana con un calo del 6,9%. Le vendite di auto, del resto, in generale stanno scendono, ma alcuni gruppi automobilistici, tra cui anche Tesla (650,28 Usd; Isin US88160R1014), per salvaguardare i propri margini di guadagno dal rialzo dei prezzi delle materie prime, sono comunque costrette ad annunciare un aumento dei prezzi di vendita. Un possibile circolo vizioso? Il mercato sembra un po’ nervoso: le azioni Tesla hanno perso in settimana il 6,7% e hanno portato il calo dall’inizio dell’anno al 38%. Il consiglio su Tesla non cambia: vendi.
Le banche della zona euro hanno perso, in media, il 2,4%, ma BNP Paribas (47,74 euro; Isin FR0000131104) ha fatto -1,8%: indiscrezioni la vogliono pronta a lanciare un’offerta per l’olandese ABN Amro. Il consiglio su BNP Paribas per ora è confermato: mantieni. Solo se avevi scommesso su “matrimoni” simili tra banche italiane, mantieni l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks.
Opportunità in farmacia
Anche settori considerati “difensivi”, come quello farmaceutico, hanno pagato dazio in settimana, perdendo il 3,2%. Le azioni di Euroapi (14 euro; Isin FR0014008VX5), società specializzata in principi attivi farmaceutici, hanno chiuso la settimana in calo del 4,6%. Con sei siti produttivi in Europa, il gruppo beneficia della volontà degli Stati di rilocalizzare la produzione di certi principi attivi strategici. Inoltre, il gruppo è poco indebitato e potrà permettersi di fare delle acquisizioni in un mercato che è molto frammentato. Certo non mancano delle sfide: dal ridurre la dipendenza da Sanofi (94,17 euro, Isin FR0000120578; -2,8%, acquista) – le vendite a quest’ultima hanno rappresentato nel 2021 il 46% di quelle di Euroapi – a fare in modo che lo Stato francese (12% del capitale) non ostacoli il suo sviluppo. Nel complesso, però, ai prezzi attuali, le azioni Euroapi, valgono un acquisto. D’ora in poi le seguiremo costantemente.
La quotazione di HALEON
GSK quoterà in Borsa la controllata Haleon, che opera nei farmaci da banco con marchi noti (Voltaren, Otrivin…) che le garantiscono una buona redditività. La quotazione è prevista per il 18 luglio e gli azionisti GSK riceveranno 1 azione Haleon per ogni GSK. Il numero delle tue azioni GSK non cambierà, ma scenderà il loro prezzo. Avrai, però, azioni Haleon: che farne? Haleon punta su di una crescita delle vendite compresa tra il 4% e il 6% (esclusi effetti di cambio) e sul mantenimento della redditività. Ha, però, un debito elevato, quindi il dividendo potrebbe non essere granché. Ci paiono azioni, in prima battuta, da mantenere; valuteremo meglio dopo la quotazione.
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