Prezzo al momento dell'analisi: 1,23 euro al 28/7
I risultati di A2A vedono una forte impennata dei ricavi: +141,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Si tratta, però, come nel caso delle altre società che operano nello stesso settore di A2A, di un mero "effetto ottico". Si tratta, infatti, di un dato che viene influenzato dall'impennata dei prezzi delle materie energetiche e al quale, pertanto, corrisponde anche una impennata dei costi di approvvigionamento per la società.
A livello di conti inizamo dall'Utile industriale. Questo dato, prima di spesare la quota parte di costi pluriennali, stiamo dunque parlando dell'Ebitda, è lievemente cresciuto (+2,9%), mentre se lo consideriamo dopo aver spesato la quota parte di costi pluriennali, parliamo quindi dell'Ebit, è calato del 5,9%. Siamo, quindi in un contesto di redditività abbastanza stabile per la società. Se scendiamo, però a livello di utili finali la situazione si fa più interessante.
La società ha dichiarato per il primo semestre un utile di 328 milioni, che potremmo tradurre in circa 0,11 euro per azione, contro i 340 milioni di un anno fa, cioè abbiamo un calo del 3,5%. Ma questo dato è ampiamente influenzato da poste straordinarie e non ripetibili. Quest'anno è "dopato" per 142 milioni da una plusvalenza per la cessione di alcuni asset e l'effetto di un paio di decreti del governo; l'anno scorso era stato influenzato da un adeguamento alle norme civili e fiscali. Ripulito da questi effetti una tantum il risultato di quest'anno per i primi sei mesi è di 186 milioni di utile (siamo intorno ai 0,06 euro per azione) contro i 202 milioni di utile di un anno fa (siamo intorno ai 0,065 euro per azione), quindi un calo più evidente.
Fatte queste debite considerazioni abbiamo, quindi, alzato le nostre attese di utile di quest'anno per tenere conto degli elementi straordinari e lo abbiamo portato a 0,15 euro per azione, e abbiamo, invece, limato lievemente le nostre attese per il 2023 portandole a 0,13 da 0,135 euro per azione, e parimenti abbiamo limato le attese per il 2024 portandole a 0,14 euro per azione da 0,15. Si tratta in fin dei conti di tagli che non cambiano la situazione della società che ha indicatori di convenienza interessanti, se comparati con quelli del mercato, ma in Borsa ha un momentum negativo e mostra una qualità degli utili, valutata secondo la nostra metodologia, non molto alta.
Tenuto conto che la crisi di governo getta incertezza sulle prospettive del Bel Paese, preferiamo confermarti il consiglio attuale: mantieni il titolo, ma non acquistarlo.