Tutti si aspettano ormai un autunno difficile, e De’ Longhi, che ha comunicato di recente i dati semestrali, ha già cominciato a fare i conti con una realtà meno favorevole rispetto a qualche mese fa. Reduce da due anni di risultati eccezionali, con vendite in costante aumento e utili in crescita di due cifre, il gruppo si è confrontato con un brusco ridimensionamento delle vendite nel secondo trimestre di quest’anno, dopo un primo trimestre comunque positivo. I ricavi dei primi sei mesi del 2022 sono praticamente invariati rispetto allo stesso periodo del 2021 e utili in forte calo. L’elevata incertezza sui prossimi mesi si accompagna alla consapevolezza che l’aumento dei prezzi, che ha influito negativamente sul potere di acquisto dei consumatori, unita alla grande incertezza che regna sui prossimi mesi minaccia di penalizzare ulteriormente i risultati di De’ Longhi. Abbiamo rivisto al ribasso le nostre stime per il 2022 e il 2023, portando l’utile per azione, rispettivamente, da 1,85 euro per azione agli attuali 1,45, e dai precedenti 1,9 euro per azione agli attuali 1,55 euro. Il mercato non ha per ora penalizzato il titolo, aspettandosi, in un certo senso, un brusco ritorno alla realtà. Tenendo conto di prospettive e, dei prezzi attuali del titolo, secondo noi, resta correttamente valutato.