Coca-Cola (63,01 Usd; Isin US1912161007) si è mostrata resiliente nonostante l’accelerazione dell’inflazione, con una crescita del 16% nel suo fatturato. La situazione, tuttavia, è meno favorevole sul piano dei profitti. In effetti, il rialzo dei costi e la forza della valuta americana (che azzoppa i ricavi realizzati al di fuori degli Usa, una volta convertiti in dollari) hanno limato la redditività operativa (rapporto tra utili operativi e fatturato) al 30,7%, contro il 31,7% di un anno fa. A questo si aggiungono le spese legate alla recente acquisizione di BodyArmor. Considerato che, nei prossimi mesi, i volumi di vendita e la redditività potrebbero non mostrarsi altrettanto resilienti se l’inflazione dovesse continuare a salire, non modifichiamo il nostro consiglio: mantieni.
Buone notizie anche per Teva (9,14 Usd, Isin US8816242098), con il mercato che ha apprezzato l’accordo da più di quattro miliardi di dollari al fine di dirimere le cause sul suo ruolo nella crisi degli oppiacei negli Stati Uniti. L’intesa ha fatto passare in secondo piano i risultati trimestrali, superiori alle attese ma con un risultato finale su cui pesano le svalutazioni e gli accantonamenti proprio per le cause legali. Certo l’accordo giudiziario toglie un’importante spina nel fianco, ma non va dimenticato che il gruppo resta indebitato e la sua crescita arranca. Limitati a mantenere.