Speranze al di là dell’Europa

Schermo con numeri
Schermo con numeri
Le luci lontano da noi
La settimana non poteva aprirsi peggio per i listini europei: tra i dati sulla fiducia degli investitori al minimo da maggio 2020, le notizie dello sciopero in Norvegia che metteva a rischio le forniture di gas e la ripresa dei contagi da Covid-19, mediamente le azioni dell’eurozona nella prima seduta sono scese di quasi il 3%. Poi, però, l’umore è migliorato. A sostenerlo sono state le notizie dalle due locomotive dell’economia globale. Da un lato, negli Usa, i verbali dell’ultima riunione della Fed hanno mostrato che quest’ultima vuole sì continuare nella lotta all’inflazione, ma facendo attenzione a non far deragliare la crescita economica. E i dati giunti in settimana sulla salute dell’economia Usa, che pare tenere, sembrano confermare che la strada intrapresa è quella giusta. Dall’altro, in Cina, non solo gli indici sull’andamento del settore manifatturiero e dei servizi hanno mostrato un buon andamento, ma le autorità sembrano intenzionate a sostenere la crescita economica lanciando un programma di prestiti agevolati per favorire gli investimenti nelle infrastrutture del Paese. Grazie ai due fari ad Est e ad Ovest, il mercato è tornato a sperare che il rallentamento economico mondiale possa essere meno pronunciato di quanto si era iniziato a temere e questo ha ridato fiducia alle Borse. Certo, resta un malato, che è l’Europa e per questo, nelle nostre strategie d’investimento, preferiamo limitare ulteriormente gli investimenti in Europa per puntare di più sulle azioni cinesi (trovi maggiori dettagli alle pagine 11-12 e 14-16).
Le materie prime tornano a galleggiare
Dopo circa un mese di cali pesanti, i titoli del settore delle materie prime hanno approfittato delle notizie sulla tenuta dell’economia Usa e del piano infrastrutturale cinese per frenare la caduta, sebbene, complice il calo del greggio (vedi a fianco), il risultato sia comunque lievemente in rosso (-0,1%). Le azioni Schnitzer Steel (33,66 usd; Isin US8068821060) si sono distinte salendo del 4,2%. Il gruppo ha chiuso il 3° trimestre del suo anno fiscale 2021/22 (termina il 31 agosto) con un buon fatturato e utili superiori alle aspettative. Visto, però, che ci sono incertezze sulla dinamica dei prezzi dell’acciaio e di altri metalli non ferrosi, temiamo che il gruppo possa registrare dei risultati inferiori nei prossimi trimestri. Per questo, restiamo prudenti con il consiglio: limitati a mantenere le azioni, se già le hai.
La riscossa dei microchip
Tra le azioni che meglio si sono comportate in Borsa nel corso della settimana ci sono quelle delle società di microchip, che mediamente hanno guadagnato il 6%. A dare il la alla corsa è stata Samsung (58.700 won; Isin KR7005930003), che è riuscita a chiudere il secondo trimestre dell’anno con un profitto che non si vedeva dal 2018, grazie alle vendite di microchip per i gestori di grandi server. Le azioni, però, hanno limitato il guadagno al 4,4% per effetto dei primi segnali di un rallentamento nelle vendite di telefonini. Sono azioni che in passato abbiamo consigliato per una scommessa: se le hai, puoi mantenerle, altrimenti non sono da acquistare ora. Rialzo limitato al 3,5% per le ASML Holding (446,15 euro; Isin NL0010273215) per effetto delle indiscrezioni secondo cui l’amministrazione americana vorrebbe limitare le vendite dei prodotti del gruppo alle aziende cinesi. Per il momento, però, non ci sono conferme e non vediamo motivo per modificare il nostro consiglio: le azioni ASML Holding valgono un acquisto.
Settimana poco brillante, invece, per le azioni delle compagnie petrolifere, calate, in media, del 2,1% sulla scia della discesa del prezzo del greggio – quello di qualità brent ha perso il 4,1%, ma resta poco sopra i 107 dollari al barile, che è comunque tanto. Nel complesso si tratta di un settore, al più, da mantenere.
Banche europee in maglia nera
Tra le azioni che peggio si sono comportate in settimana ci sono quelle delle banche europee, mediamente in calo dell’1,6%. La Banca centrale europea sembra voler introdurre dei meccanismi per limitare gli extra- profitti che le banche potrebbero realizzare col previsto futuro rialzo dei tassi d’interesse – in pratica, le banche hanno ottenuto denaro straordinario a tassi agevolati durante la pandemia e ora potrebbero semplicemente depositare questo denaro presso la Banca centrale europea per sfruttare i tassi d’interesse più elevati, senza, invece, immetterlo nel tessuto economico. A questo aggiungici gli ulteriori richiami a una politica prudente di dividendi e le ostilità di alcuni Paesi allo “scudo anti-spread” promesso dalla Banca centrale europea. Le azioni delle banche italiane, il cui andamento medio è colto dall’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (153,07 euro, Isin IE00BYMB4Q22), sono riuscite a chiudere comunque la settimana in rialzo dell’1,6%. A sostenerle la revisione della struttura organizzativa in Unicredit (9,49 euro, Isin IT0005239360; +4,5%, vendi), con la responsabilità di tutte le attività italiane tornata nella mani del “capitano” del gruppo, fatto che ha contribuito a riaccendere le speranze per un “matrimonio” con altre banche. Se vuoi scommettere che così sarà, continua a mantenere le quote dell’Etp Wisdomtree Ftse mib banks già acquistate in precedenza. Gli investitori prudenti, invece, non acquistino né l’Etp, né azioni di banche italiane.
Nel settore dei viaggi settimana positiva per le azioni Autogrill (6,85 euro; Isin IT0001137345), con un rialzo del 6,4%. Già nella mattinata dell’11 luglio, però, le azioni perdevano tutto quel guadagno scendendo del 6,8%. È il frutto dell’accordo per essere rilevata dalla società svizzera Dufry. Ne riparleremo presto, ma il consiglio per le Autogrill non cambia: vendi.
Tutti pazzi per le bollicine
Ha fatto scalpore, in settimana, l’allarme lanciato dalla società produttrice di una nota acqua minerale sull’assenza di anidride carbonica sul mercato (forte richiesta da parte del comparto medico). È solitamente un sottoprodotto dell’industria chimica (fertilizzanti) e tra i suoi più grandi produttori in Europa c’è Air Liquide (128,46 euro; Isin FR0000120073) le cui azioni, a nostro parere, valgono un investimento. Lo si fa, però, in un’ottica di lungo periodo – Air Liquide è presente anche su altri fronti, quindi non ti aspettare fiammate a breve del titolo legate alla “fame” di anidride carbonica per usi medici/alimentari.
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