Meno peggio del previsto

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Mercati ottimisti, ma…
La penultima settimana di luglio si è rivelata calda, non solo dal punto di vista del meteo ma anche sul fronte delle notizie. La caduta del Governo italiano, da un lato, e l’aumento dei tassi da parte della Bce, dall’altro, potevano condurre a un consistente arretramento delle Borse, già rese nervose da un contesto appesantito da pandemia, guerra e rallentamento economico. Invece, non solo le Borse hanno retto il colpo, ma hanno addirittura chiuso in progresso. Certo Milano non ha tenuto il passo delle colleghe, fermandosi a un +1,3%, ma senza la speranza che le principali riforme possano comunque proseguire il loro iter, e soprattutto senza lo “scudo anti-spread” promesso dalla Bce, le prospettive per il nostro Paese, e di conseguenza per Piazza Affari, sarebbero state ben peggiori.
Attenzione, però: lo “scudo anti-spread” della Bce non è un sostegno che ci è dovuto sempre e comunque. Ci sono delle condizioni da rispettare, per cui non c’è troppo da entusiasmarsi. In questo momento più che mai delicato, né la Borsa di Milano né quelle europee (che comunque, di riflesso, risentono della crisi italiana) fanno parte delle strategie di portafoglio che ti consigliamo.
Bancari sugli scudi… ma non tutti
Il settore bancario europeo ha amplificato il bilancio positivo dei listini, chiudendo con un +4,7%. Non mancano, tuttavia, importanti eccezioni, in particolare tra le banche italiane che, a causa della mole di BTp nelle loro casse, hanno pagato i patemi sullo spread. Per esempio, Unicredit (8,5 euro; Isin IT0005239360; vendi) chiude in calo dello 0,9%. Bene, in generale, anche il bilancio settimanale delle banche d’oltreoceano, alle prese con i risultati semestrali. A dire il vero non è mancata qualche delusione, per esempio dal colosso Goldman Sachs che ha registrato un calo degli utili a causa del crollo delle transazioni, e ai conti poco brillanti si aggiunge l’incertezza sulle prospettive economiche degli Usa nei prossimi mesi. Ma il mercato sembra fosse preparato a questo panorama in chiaroscuro, permettendo a titoli come Bank of America (33,43 Usd; Isin US0605051046) e BlackRock (633,64 Usd; Isin US09247X1019) di chiudere la settimana rispettivamente con un +3,7% e +5,5%.
Nel 2° trimestre ASML (522,25 euro; Isin NL0010273215; +12,3% in settimana) vede salire le vendite del 35% e l’utile del 40%, ma taglia gli obiettivi 2022. I minori ricavi e i rincari nei costi peseranno sulla redditività: abbassiamo le stime 2022 e 2023. A lungo termine, però, ASML è promettente (tecnologie all'avanguardia e potere negoziale sui prezzi) e il calo da inizio anno appare eccessivo. Acquista.
“Nuovi” media e social: tra sospiri di sollievo e timori
Ha fatto scalpore il fatto che il colosso Netflix abbia sì perso abbonati nel 2° trimestre, ma meno di quanto temuto: “solo” un milione, anziché due. Meglio del previsto, anche grazie al supporto della serie Stranger Things, ma sempre di crollo si tratta, a testimonianza dell’aumento della concorrenza. Questo impatta anche su Walt Disney (102,72 Usd; Isin US2546871060; +7,9% questa settimana) con il suo Disney+. Già a maggio, tuttavia, ti avevamo messo in guardia su questa possibile incognita (vedi n° 1463): pur tenendone conto, il titolo resta un’occasione di acquisto per il lungo termine. Passando dallo streaming ai social network: Snap, società titolare di Snapchat, ha pubblicato dati talmente deludenti (pressioni sui prezzi delle inserzioni, obiettivi di fatturato non raggiunti, perdite superiori al previsto) da spingere i vertici a correre ai ripari con misure per arginare le perdite. Il risultato è un tonfo del 39% nella giornata di venerdì, che non poteva non impattare sui concorrenti: Meta Platform (169,27 Usd, Isin US30303M1027) si salva con un bilancio settimanale di 2,8%, ma Alphabet (107,9 Usd, Isin US02079K3059) paga dazio con un -3,5% – mantieni entrambi.
IBM (128,25 Usd; Isin US4592001014; -8,3% in settimana) ha pubblicato risultati trimestrali in linea con le nostre attese e si aspetta che la domanda per i suoi prodotti e servizi rimanga forte: conferma la previsione di una crescita del fatturato di circa il 6% per il 2022, ma c’è da tener conto del dollaro forte. La liquidità generata sarà leggermente inferiore alle attese. Manteniamo invariate le stime sugli utili 2022 e 2023 e il consiglio. Mantieni.
Gli acciacchi del settore farmaceutico
Tra i pochi settori con un segno meno, spicca quello farmaceutico con un -1%. I conti semestrali non sono malvagi, ma neanche brillanti al punto da scaldare i mercati. Partiamo da Roche (325,2 chf; Isin CH0012032048; -2% questa settimana): le vendite trimestrali sono salite del 5% sostenute dai test per il Covid, ma il gruppo si aspetta un netto calo di questo comparto per i prossimi mesi, per cui non rivede le proprie stime nonostante i risultati superiori al previsto. L’impatto negativo dei generici si sta attenuando, ma continua a penalizzare il settore dei farmaci su prescrizione. Nel 2023, infine, c’è l’incognita di un cambio al vertice, ma la strategia non dovrebbe cambiare: motivo per cui il titolo merita ancora, secondo noi, un acquisto. Passando a Novartis (82,95 chf; Isin CH0012005267; +0,4% questa settimana): nel 2° trimestre il fatturato è sceso dell’1%, penalizzato dal dollaro forte. Senza effetti di cambio, le vendite crescono, però, in linea con le attese (+5%), sostenute dai suoi trattamenti innovativi. Altra buona notizia, nel 2° trimestre si conferma il miglioramento della situazione della controllata di generici Sandoz (+5% le vendite), grazie al ritorno alla normale attività commerciale. margini restano, tuttavia, sotto pressione, specialmente negli Usa, per cui con tutta probabilità il gruppo cercherà di separarsene. Considerate queste notizie, il consiglio è invariato: acquista.
Il peggior titolo della settimana nella nostra selezione è Telenet (15,96 euro; Isin BE0003826436; -16%): gli investimenti in fibra ottica e nel 5G costringono il gruppo, indebitato e con una crescita ferma da anni, a sacrificare i generosi dividendi (previsto solo 1 euro). Vendi.
Nel 2° trimestre Tesla (816,73 Usd; Isin US88160R1014; +13,4% in settimana) ha comunicato ricavi in crescita del 42% annuo e un balzo dei profitti. Ciò nonostante, il titolo resta, comunque, caro: vendi.
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