Prezzo al momento dell'analisi (25/07/2022): 16,16 Chf
Nei conti del trimestre, il gruppo svizzero soffre la crisi di Borsa che ha portato a una flessione delle commissioni e dei proventi di gestione, tanto che i ricavi arretrano del 5% rispetto al primo trimestre. Il calo ammonta, poi, al 28% per le attività di mercato che soffrono il minor dinamismo dei clienti, come ad esempio le IPO, le fusioni, gli aumenti di capitale, e così via. La crisi colpisce poi in maniera particolare le gestioni patrimoniali, con un afflusso di nuovi capitali di soli 0,4 miliardi di dollari Usa (ma +3,3 miliardi in Asia) contro 19,4 miliardi nel 1° trimestre e 26,9 miliardi nel quarto trimestre dello scorso anno: segnale che i “grandi patrimoni” aspettano che la situazione sui mercati si schiarisca un po’ prima di investire. Gli stessi vertici del gruppo mettono in guardia sul fatto che i prossimi mesi saranno complicati e i ricavi saranno sotto pressione, in un contesto economico che non invita all’assunzione di rischio. Le nostre stime erano già prudenziali, per questo le ritocchiamo solo leggermente da 1,9 a 1,8 chf per il 2022 e da 2,1 a 2 chf per il 2023. Il titolo è conveniente se confrontato con i concorrenti americani, ma le incertezze del mercato ci invitano alla prudenza. Per questo, il nostro consiglio non cambia: mantieni.